DIFFERENT WORLD

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***Anche in questo capitolo saranno presenti dei flashback, sempre scritti in corsivo***

HARRY

Mi trovavo sul letto, le gambe allungate davanti a me, mentalmente distrutto, stanchissimo. Tutto ciò che volevo era nascondermi sotto le lenzuola e dormire, dormire. Per non pensare, per smettere un momento di sentire.
Ma avevo ancora un paio di cose da fare prima di anestetizzare i sensi con il sonno: ringraziare Marc per il sostegno e chiedere perdono a Niall.
Guardai il moretto appollaiato sulla mia scrivania, con i capelli completamente in disordine, segno di tutte le volte che se li era torturati durante il corso del pomeriggio.
"Marc" alzai con fatica il viso verso il suo, sempre sereno, come se assistere ai miei scleri non lo avesse minimamente scalfito, pronto a regalarmi un altro sorriso. "Volevo ringraziarti, per tutto" conclusi, troppo stanco anche per sentirmi in imbarazzo.
"Figurati, te l'ho detto: per mia sorella tutto ciò è stato una benedizione."
Mi scappò un sorriso, uno dei pochi di quella lunghissima giornata.
"Ora, grazie ai miei racconti potrà fare una tesi di laurea coi fiocchi" continuò, sventolando quel pezzo di carta contenente cinque punti, le cinque fasi del dolore dato da una perdita (se pur insignificante come quella che si vive alla fine di una storia) che inconsciamente avevo affrontato.
Presi il pezzo di carta dalle sue mani, rileggendo quegli stati d'animo che mi avevano portato dov'ero ora, sul letto, esausto.

1.NEGAZIONE
"Diamoci un taglio con questa farsa. D'ora in poi sarà tutto come prima, Quattrocchi."
Trattenni il fiato a quelle parole, sussuratemi dritte nell'orecchio, in modo che le percepissi sicuramente, senza fraintendimenti.
Senza aver tempo per fare qualcosa di diverso dal non respirare, mi ritrovai di nuovo sbattuto con potenza contro gli armadietti e non mi restò altra scelta, se non quella di lasciarmi scivolare con il sedere sul pavimento, incredulo. Sentii come da lontano Masters che si inginocchiava affianco a me, e non capii le parole che stava pronunciando, percepivo solo il suo tono preoccupato.
Poi, tutto d'un colpo realizzai di essere nel corridoio della scuola, acasciato contro gli armadietti, seduto in terra, con la sola consapevolezza che Louis Tomlinson era tornato quello che era sempre stato: irraggiungibile, imprevedibile e incorreggibilmente stronzo.
Mi alzai dal pavimento, lasciando Masters a guardarmi con un'aria preoccupata.
Allora scrollai le spalle: "Stai tranquillo, non è successo nulla. Sto bene."
Un'altra scrollata di spalle e mi avviai verso il cortile, subito seguito a ruota da lui.
"Ma cos'è successo? Cosa ti ha detto? Perchè si è comportato così?" sputò fuori a raffica, mentre io mi posizionavo sugli spalti di cemento del campo da calcio e tiravo fuori il pranzo.
"Niente di che, voleva solo farla finita con me. Non mi ha fatto male, nè dentro nè fuori. Vuoi della pasta?" chiesi , porgendogli il mio pasto.
L'unica risposta che ricevetti fu un'occhiata accigliata e una bocca spalancata.

2.RABBIA
"Quel coglione! Pezzo di merda! Come si permette di trattarmi così?" urlai incollerito, entrando a gandi passi in camera mia. Marc se ne stava a distanza di sicurezza, oltre la soglia della porta, lasciandomi sfogare.
Afferrai immediatamente il piumone del letto e iniziai a toglierlo con ferocia.
"Prima è tutto carino e coccoloso, tutto baci e bacini, tutto un 'Chiamami Lou'...LOU! Ma col cazzo che lo chiamo Lou! Non lo chiamo proprio! Per quanto mi riguarda, d'ora in poi non avrà nemmeno un nome!"
Scaraventai con forza la coperta contro le ante dell'armadio.
"E io sono un deficente, mi sono lasciato incantare dalle sue moine e ci ho fatto pure sesso!"
Anche se non potevo vederlo in faccia, potevo benissimo immaginare la sua sorpresa. Bel modo per dire ad un amico che ormai non ero più vergine.
"Sì, ci ho fatto sesso! Due volte! E a quanto pare lui puntava solo a quello, ora che mi ha scopato e usato mi può tranquillamente buttar via. Nuovo oggetto usa e getta, acquistatelo in tutti i negozi, un prodotto nuovo, si chiama Harry Styles!"
Gridai afferrando la federa del cuscino e lanciandola in aria. Sentivo il sangue che mi ribolliva nelle vene, il cuore che batteva all'impazzata. Non volevo credere a quanto ero stato stupido a fidarmi di lui. Mi aveva preso per il culo per anni, come potevo sperare che fosse improvvisamente cambiato?
Ero stato raggirato, io, il ragazzo che era più che convinto di diventare un avvocato. Avrei sicuramente avuto una brillante carriera se non avevo nemmeno capito che un pezzo di merda mi stava brillantemente sfruttando come più preferiva.
"Siete stufi delle solite bambole gonfiabili? Perfetto, provate Harry Styles!" ruggii spogliando il letto anche del coprimaterasso, non volevo più nemmeno guardarle quelle lenzuola. Le lenzuola che sapevano di me, di lui, di noi.

A change would do you good || Larry Stylinson AUDove le storie prendono vita. Scoprilo ora