«Evelyn scendi! É arrivato Michele!» urlò mio padre dal piano di sotto.
Finii di lavarmi i denti, poi scesi di corsa le scale. Controllai l'orologio, le otto meno un quarto, Michele era leggermente in anticipo. Entrai in cucina, trovai mio padre intento a spalmare della Nutella su due fette di pane per il mio fratellino Ryan, sul volto la solita espressione smarrita che l'aveva lasciato raramente negli ultimi cinque anni. Lo salutai con un bacio, a cui rispose abbozzando un sorriso stentato, poi scompigliai i capelli a Ryan, che si stava preparando a sua volta per andare all'asilo.
« Ciao Lyn!» mi disse con un sorriso.
« Ciao piccola peste! Ci vediamo dopo!» dissi, rivolgendomi anche a mio padre, che si limitò ad annuire.
Uscii di casa. Appena vidi Michele seduto sulla vecchia Ford del padre, come ogni giorno il mio cuore perse un battito e mi lasciai scappare un sorriso. Ogni volta che lo vedevo rimanevo affascinata dalla sua bellezza, con i suoi corti capelli biondo miele e due splendidi occhi azzurri in cui sembrava che il cielo si specchiasse; se poi ci si aggiungeva un corpo muscoloso e due braccia robuste che potevano portarti in paradiso con un semplice abbraccio sembrava di aver davanti un vero e proprio angelo.
Io e Michele eravamo amici da quando eravamo piccoli, ma da quasi due anni convivevo con una stratosferica cotta per il mio migliore amico. Più di una volta avrei voluto fagli sapere quello che provavo, ma non avevo mai trovato il coraggio di farmi avanti. Non volevo rischiare di rovinare una splendida amicizia confessandogli i miei veri sentimenti. Così la mia vita andava avanti giorno per giorno, tra la scuola e gli amici; insomma, vivevo la classica vita di una diciasettenne il cui solo problema era decidere cosa fare il sabato sera. Certo, se non si contava il fatto che dovevo aiutare mio padre a crescere un bambino di cinque anni, nascondere al mondo quanto realmente sentissi la mancanza di mia madre, e naturalmente tenere nascosti i miei sentimenti al mio migliore amico. Già, ero proprio una diciassettenne qualunque.
Michele si voltò verso di me, accorgendosi solo in quel momento della mia presenza.
«Buongiorno Eva!» mi apostrofò.
Alzai gli occhi al cielo, esasperata, mentre salivo in macchina e lui metteva in moto.
« Ancora con questa storia? Lo sai che detesto quel soprannome!»
Per qualche oscura ragione Michele era fissato con quel nomignolo, e non voleva saperne di smetterla, mi chiedevo sempre che ci trovasse di speciale in quel nome. Da quando a catechismo mi avevano raccontato la storia di Adamo ed Eva, quella credulona mi era stata subito antipatica. Insomma, hai tutto quel che puoi desiderare, e vai ad assecondare un serpente parlante consapevole che in questo modo ti condanni a morte? Tutto per una stupidissima mela? Quando ne avevo parlato con Michele lui aveva insistito che non era così semplice, che c'era sicuramente dell'altro, ma si era sempre rifutato di dirmi di più, perciò, per quanto mi riguardava, quella Eva era soltanto una cretina. Ma perchè Dio aveva scelto quell'idiota per rappresentare il mondo femminile? Ovvio che poi gli uomini avessero una bassa opinione delle donne, con un esempio simile!
Non so perchè quella storia mi ha sempre suscitato certe reazioni, come se la prendessi sul personale, come se mi riguardasse direttamente. Mi rendo conto che è un'assurdità, probabilmente è solo una storiella, un espediente per salvare la faccia a Dio e per scaricare la colpa sull'uomo per il male nel mondo, eppure ogni volta che Michele mi chiama Eva, per qualche ragione, quella storia mi torna in mente, e lo detesto.
« Che ci vuoi fare, mi piace quel nome.»
« Mah, se lo dici tu.»
In quel momento il mio telefono mi vibrò in tasca. Lo tirai fuori per leggere il messaggio. Era Ashley, la mia migliore amica e compagna di banco. Appariva a tutti come una rossa tutto pepe, ma io sapevo che, almeno negli ultimi tempi, la sua esuberanza era solo un modo per nascondere agli altri la sofferenza per l'imminente divorzio dei suoi genitori; io le stavo accanto come potevo, ma mi sentivo completamente impotente, dopotutto cosa potevo fare per aiutarla di fronte ad una situazione più grande di lei?
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La scelta di Eva
ParanormalEvelyn è una semplice ragazza diciassettenne con una vita già abbastanza complicata. Ha perso la madre, vive con il fratellino Ryan e suo padre, che da quando la moglie è morta ha perso ogni voglia di vivere. Costretta a lavorare nei pomeriggi dopo...