Capitolo Diciotto

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Mentre la battaglia tra i tre arcangeli e i demoni imperversava intorno a me, io non riuscivo a togliermi dalla mente la scena che avevo appena visto svolgersi davanti ai miei occhi. Lo sguardo atterrito di mio fratello mentre quel mostro si mostrava nella sua vera forma e il suo grido d'aiuto, a cui non ero stata in grado di dare risposta, mentre veniva portato via continuavano a ripresentarsi vividi nella mia mente.

Perché? Perché Bryan mi aveva fatto questo? Prima mi aveva ingannato, facendomi illudere che fossimo amici, guadagnandosi la mia fiducia, poi in un solo istante mi aveva portato via ciò che avevo di più prezioso, la mia famiglia. Era per questo che i demoni avevano smesso di attaccarmi? Per farmi abbassare la guardia e potermeli portare via più facilmente?

Beh, ci erano riusciti. Avevo consegnato io la mia famiglia nelle mani di Belial. Se ora loro erano chissà dove, o persino morti, era tutta colpa mia. Come avevo fatto a non pensarci prima? Michele mi aveva avvertito che Bryan era pericoloso, ma come avrei potuto sapere che lui e Belial erano la stessa persona?

No. Non c'erano scusanti a quello che avevo fatto. Mi ero fidata della persona sbagliata, e ora sarebbero stati mio padre e mio fratello a pagarne le conseguenze. Non era giusto.

Perché Belial non se l'era presa con me? Perché mi aveva portato via tutto? Come poteva una sola scelta sbagliata avere delle conseguenze tanto devastanti?

«Evelyn...» mi chiamò la voce preoccupata del mio arcangelo appena i demoni furono sconfitti.

Si chinò davanti a me e mi sollevò il volto rigato dalle lacrime, costringendomi a fissare il mio sguardo sulle sue iridi celesti.

«Stai bene? Sei ferita?»

«No.» risposi, ad entrambe le domande.

Michele si voltò e fece un cenno a Raffaele, che era rimasto nel caso avessi avuto bisogno di cure.

«Non perdere la fiducia in te stessa e in Michele, Evelyn. So che non è facile, ma non potrai salvarli se ti lasci accecare dal dolore.» disse Raffaele prima di volare via.

Ma che credeva di saperne lui di cosa stavo provando? Avevo condannato la mia famiglia! Avevo tutto il diritto di arrendermi! Non avrei mai scelto un Dio che non muoveva un dito per salvare la famiglia dell'unica ragazza che aveva sulle spalle il destino dell'intera umanità!

Poi mi resi conto del significato delle sue parole. 'non potrai salvarli se...' quindi forse c'era ancora una speranza! Forse non era finita per loro, potevano essere salvati!

Guardai il mio arcangelo, supplicandolo con gli occhi di non spegnere in me quell'unica speranza.

«Salvali, Michele. Riportameli qui, ti prego!»

L'espressione affranta sul suo volto mi diede la risposta prima ancora che aprisse bocca.

«Non posso Evelyn. Belial li ha portati con lui all'inferno, ed è l'unico posto in cui io non posso andare.»

Quelle parole fecero franare al suolo ogni briciola di speranza che mi era rimasta. Se nemmeno Michele poteva salvarli allora era finita. Belial li avrebbe uccisi e io non avrei potuto fare nulla per evitarlo. Avevo perso per sempre mio padre e mio fratello, ero rimasta sola. Mi strinsi al mio arcangelo, ora non mi restava nessun altro e, se Dio non avesse acconsentito alla sua richiesta di diventare umano, presto avrei perso anche lui. Non potevo farcela, non potevo perdere tutte le persone a cui tenevo in un così breve lasso di tempo. Se solo avessi saputo prima cosa sarebbe accaduto mi sarei lasciata uccidere dai demoni già da tempo, almeno mi sarei risparmiata questo enorme dolore.

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