Capitolo Quattordici

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Non era un sogno ma un ricordo? Ma che significava? E perché diamine mi trovavo all'interno del corpo di Eva? Non ci capivo più nulla.

Ora capisci che si prova ad essere bloccati in un corpo che non è il tuo! mi rinfacciò Eva.

Ma che stava dicendo? Come poteva essere bloccata nel mio corpo? Era un'assurdità! Ok, avevo detto la stessa cosa anche dell'esistenza degli angeli, ma questa era tutt'altra cosa! Ammettere che due persone potessero convivere nello stesso corpo? Ma dai! Perché mai avrebbe dovuto trovarsi nel mio corpo? E se anche fosse, me ne sarei dovuta accorgere, no?

Mi sono risvegliata solo recentemente, e mi ci è voluto un po' di tempo per ambientarmi. Solo ieri sono riuscita finalmente a mettermi in contatto con te, a farmi sentire, anche se non mi è ancora chiaro come ho fatto. E non dire che non te ne sei accorta! A cosa pensi fossero dovuti i sentimenti contrastanti che provavi per Bryan?

Quella rivelazione mi lasciò senza parole. Eva stava realmente vivendo nel mio corpo? Le sensazioni che mi spingevano ad allontanarmi da Bryan erano quindi le sue? Effettivamente la cosa poteva avere un senso. Un senso contorto, certo, ma non del tutto assurdo.

Evidentemente avevamo opinioni opposte nei confronti di Bryan, e per questo avevo degli istinti contraddittori nei suoi confronti. Le sensazioni di Eva in qualche modo si opponevano alle mie, mandando la mia mente e il mio cuore in confusione.

Quindi anche tu, come Ash, stai nel Team Michele, ma insomma, Bryan non va a genio proprio a nessuno? Preferisco Michele, è vero, ma Bryan non mi sembra poi un così cattivo ragazzo rivolsi la mia riflessione direttamente a lei, mi aveva appena dato prova di essere in grado di leggere i miei pensieri, tanto valeva approfittarne.

Ne riparleremo. Ora piantala di rimuginare e concentrati sul mio ricordo.

Decisi di assecondarla, dopotutto continuare a rifletterci su sarebbe stato inutile, sapevo che le mie elucubrazioni non avrebbero portato da nessuna parte, tutto ciò non aveva alcun senso, dovevo semplicemente darle corda e aspettare di risvegliarmi da quel sogno assurdo.

Eva si avvicinò al tronco dell'albero e alzò lo sguardo sulla sua chioma maestosa. La sua attenzione fu attirata da una sagoma che si muoveva su un ramo, avvicinandosi lentamente alla sua estremità, facendolo così abbassare sotto il suo peso. Eva si ritrovò presto davanti agli occhi una mela rossa perfettamente matura. Istintivamente sollevo la mano per prenderla, poi, ricordando cosa gli aveva detto Adamo a proposito di quella pianta, la abbassò.
Fu in quel momento che la figura parlò, mentre un raggio di sole si faceva largo tra le fronde permettendoci di riconoscere un serpente avvolto sul ramo.

A quel punto mi tornarono in mente le lezioni di catechismo che avevo dovuto seguire quando ero bambina. Quell'albero era evidentemente l'albero della Conoscenza, e di lì a poco Eva si sarebbe fatta tentare dal serpente e avrebbe mangiato il frutto proibito. Non capivo perché mi stesse facendo rivivere proprio quel ricordo, visto che sapevo bene come sarebbe andata a finire.

«È vero che Dio vi ha detto che non dovete mangiare da nessun albero del giardino?» chiese l'animale.

Eva non parve stupirsi del fatto che l'animale sapesse parlare.

«Possiamo mangiare i frutti di qualunque pianta del giardino, ma Dio ha detto che non possiamo toccare ne mangiare le mele di quest'albero, altrimenti ne moriremo.» spiegò la donna.

A quelle parole, dalle fauci del serpente proruppe il suono di una risata.

«Non ne morirete affatto! Anzi, Dio sa che, se voi ne mangiaste, si aprirebbero i vostri occhi e diventereste come Dio, perché conoscerete il bene e il male.»

La scelta di EvaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora