CAPITOLO 2

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Empire State Building, consiglio degli dei

"Quindi, quante probabilità abbiamo di vincere questa guerra?" Chiese Artemide, preoccupata. "Molto poche, mia cara" Rispose Zeus. "Temo proprio che all'Olimpo servirà un miracolo per sopravvivere."
"Un miracolo? Vedrò cosa posso fare." Una voce si intromise nel discorso degli dei, e una figura apparve al centro del consiglio, in mezzo agli dei giganti. "E tu chi saresti?" Chiese minaccioso Zeus, temendo, come tutti gli altri dei, nell'ennesimo nemico. "Ma come nipote? E io che mi aspettavo un'accoglienza del tutto diversa." "Nipote?" Molti dei, che avevano afferrato le armi, le abbassarono stupefatti. "Beh, bisnipote, in realtà." "Bisnip... Divino Caos!" Disse Atena, capendo con chi avevano a che fare. "Esatto, cara Atena, dimostri proprio di essere la dea della saggezza. Sono io, il Divino Caos, il Primo Essere e bla bla bla." Gli dei, dopo un attimo di sbalordimento, si inchinarono davanti al loro procreatore. "Su alzatevi. Ho un universo da tenere sotto controllo. Allora, contro mia figlia, voi e il vostro Campo, non potete vincere. Quindi, sono qui per offrirvi il mio aiuto. Vi manderò i miei migliori cavalieri, delle vere macchine da guerra." "Ma Divino Caos, io credevo che voi aveste rifiutato la violenza." Intervenne timidamente la Divina Estia, da vicino al focolare. "È vero, cara Estia. Io non posso intervenire nei mondi, quando questi sono in pericolo. Per questo ho creato l'ordine dei Cavalieri di Caos. Il loro compito è quello di assicurare l'equilibrio in un mondo quando questo non ci riesce da sè. In questo momento sono impegnati a combattere nella terra del sole calante con l'esercito unitario, ma verranno qui e vi aiuteranno contro i vostri nemici." "Quindi questi nove cavalieri verranno qui a combattere con noi?" Chiese Ares, che in mezzo a equilibrio, sole calante e ordine di Cavalieri, non aveva capito niente. "Esatto." Disse ridacchiando Caos. Poi tornò subito serio. "Ma vi avverto. Non fateli arrabbiare. Molti di loro nutrono un profondo rancore verso di voi. Molti di loro mi giurarono che avrebbero preferito passare il resto della loro vita in una prigione cosmica, piuttosto che tornare qui." "Ma noi siamo dei. Cosa potrebbero farci?" Chiese Ares, ridendo. "Ares, uno dei miei cavalieri da solo potrebbe battervi tutti insieme con una mano legata dietro la schiena d bendati. I Cavalieri verranno domani. Avvisate i semidei." E, detto questo, sparì in una nuvoletta di stelline.

Fuori dal tempo. Centrale Base di Caos.

Caos si prese la testa tra le mani. Come avrebbe fatto a dirglielo? Glielo aveva promesso quando avevano prestato il giuramento. E ora, aveva deliberatamente infranto quella parola. Ma, mandarli sulla Terra a combattere con gli dei, era l'unica soluzione per salvare il pianeta dalla distruzione totale. E Gea lo avrebbe distrutto. Caos sbuffò, mentre si preparava psicologicamente alla discussione che stava per avere. Ma perchè i suoi cavalieri dovevano essere degli adolescenti propensi al litigio? A volte si sentiva come un padre alle prese con un figlio parecchio problematico. "Vediamo di fare in fretta" mormorò, prima di aprire una comunicazione con i Cavalieri, che però mostrò solo una tenda vuota. Caos, sentendo le risate provenire dall'esterno, fece un ultimo profondo respiro. Era il momento. Entrarono Percy, Nico e Talia ridendo, in armatura e con l'elmo sotto il braccio. "Cavalieri." Li chiamò Caos.
Una volta individiata la fonte del rumore, i tre si inginocchiarono, mormorando un "mio signore" sincronizzato. "Alzatevi. Ho una cosa da dirvi."
"Una nuova missione?"
Chiese Nico
"Una nuova guerra?"
Rilanciò Percy
"Un nuovo mondo?"
Concluse Talia.
"Sì, sì e no."
"Un mondo dove siamo già stati?" Chiese Percy. "Torniamo a Ylos? I giganti si sono ancora ribellati?" 'Magari' fu ciò che pensò Caos, prima di rivelare la missione.

Nella tenda dei draghi, erano appena arrivati Zoe e Micheal, che avevano curato i loro draghi, premiandoli per la battaglia appena conclusasi. Quando sentirono le grida dei tre Cavalieri più temibili. Si guardarono, e, subito dopo, cominciarono a correre verso la tenda. Sapevano chi erano gli autori delle urla. E sapevano che per far urlare quei tre, doveva essere successo qualcosa di molto grave. All'entrata della tenda, trovarono gli altri quattro Cavalieri, anche loro accorsi al suono delle grida. Si fermarono tutti nello stesso momento, creando un effetto domino.
"Nel nome delle foreste gelide, si può sapere cosa cavolo vi prende?" "CHE CI PRENDE? CHE CI PRENDE?" Urlò Percy. "Ci prende che ce lo avevi promesso Caos! E ora ci dici che dopo quello che ci hanno fatto, noi dobbiamo andare lì e salvarli ancora una volta?" Gli altri Cavalieri rabbrividirono: dopo l'urlo iniziale, la voce del ragazzo era diventata inespressiva e fredda, come se avesse deciso di distruggere ogni emozione che possedeva. "No." Disse Talia, piano. "Non ho alcuna intenzione di aiutarli." "Mi dispiace ragazzi, ma ho già detto che ci sareste stati. Domani partirete." "CAOS ABBIAMO DETTO DI NO!" Ma il Signore dell'Universo era già sparito. "Dannazione!" Urlò Percy, prima di rovesciare un tavolino ed uscire, praticamente correndo. Poco dopo, uscì anche la cugina, borbottando maledizioni che avrebbero fatto tremare anche il più potente e grande mostro. "Ma che succede?" Chiese Bianca al fratello, l'unico dei tre cugini rimasto nella stanza. "Preparatevi. Domani si torna ad aiutare quei meschini dei nostri genitori contro il lato malvagio della famiglia."

Talia era uscita di corsa dalla tenda, dirigendosi verso la tenda dei draghi, dove andò da Atma, il suo dragone.
"Cosa ti turba, Cavaliere?" "Caos ci ha assegnato una nuova impresa. Dobbiamo tornare sulla Terra. Ancora una volta dobbiamo combattere per loro." Il dragone annuì. Lei e la ragazza avevano un legame empatico. E poi, non c'era bisogno di quello per capire come si sentisse. Sola, triste, stanca. "Quando dovete partire?" Chiese "Domani all'alba." "Non dovresti fare i bagagli?" "Dovrei. Ma non voglio lo farebbe diventare reale. E io voglio pensare che sia tutto un brutto sogno." Il dragone annuì di nuovo, pensando a quanto potesse essere testarda quella ragazza. Alzò un'ala, invitandola ad addormentarsi di fianco a sé. Talia, non facendoselo ripetere, si fece scivolare di fianco al dragone, addormentandosi.

"Mia signora!"
"Talia! Hai infranto il giuramento!"
"Non è vero, mia ...."
"Ti ho vista io stessa abbracciare il figlio di Poseidone!"
"Lo stavo consolando. E poi è mio cugino."
"Hai infranto il giuramento. Questo è quanto."

"Padre..."
"Talia mi hai molto deluso. Prima diventi una Cacciatrice per scappare al tuo destino. Poi infrangi il giuramento. Sei una delusione continua. Sarebbe stato meglio se fossi rimasta un pino per sempre."

Talia emise un urlo soffocato, mentre si alzava a sedere di scatto.
Si girò verso il cielo. Era quasi l'alba.
"Tra poco ci vediamo. Purtroppo."

Angolo autrice
Salve a tutti.
Secondo capitolo per voi. Secondo voi la reazione dei Cavalieri è esagerata? Comunque adesso vi mando una lista dei nomi dei draghi
Percy: Yarell (Verde-Azzurro)
Talia: Atma (Blu)
Nico: Rastaban (Nero)
Luke: Aldibah (Verde)
Bianca: Rekla (Bianco)
Silena: Eltanin (Viola)
Charles: Chazore (Rosso)
Zoe: Idhunn (Argento)
Michael: Kuma (Oro)
I nomi dei luoghi sono completamente inventati e inutili. Quando imprecano indicano un luogo dove sono già stati.
Al prossimo capitolo

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