CAPITOLO 4

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Terra, New York, Empire State Building
"Zeus. È una sorpresa vederti qui." Il re degli Dei si voltò verso la voce. Ade gli si era avvicinato. "E tu, fratello, che ci fai qui? Entrare nell'Olimpo ti è proibito, tranne nel solstizio di inverno." "Dovevo allontanarmi da Persefone. Dall'anno scorso, mi guarda con preoccupazione. È snervante." Zeus lo guardò. "Capisco. Anche Era lo fa con me." "Anfitrite invece soffre per ciò che ho causato. Gli si era affezionata." I due fratelli si girarono verso la voce: Poseidone era appoggiato alla ringhiera che bloccava le entuali caduta. Certo, se Poseidone fosse caduto, non sarebbe morto.
"Fratello. Anfitrite ti ha cacciato di nuovo?" Poseidone annuì "Da un anno a questa parte, ogni volta che torno senza sue notizie, Anfitrite non vuole parlarmi. Ritiene che sia stata solo colpa mia. Si chiede come sia possibile tale crudeltà." Ade annuì alla risposta di Poseidone. "So cosa vuoi dire: Persefone sembra essere sempre triste. Adesso capisco che lo è per la sua mancanza. Non credevo ne avrebbe sofferto così tanto. Anche Demetra è triste." Zeus sospirò.  "Era è più preoccupata per me. Di lei non gliene importa poi così tanto. Artemide invece, è disperata. Crede sia solo colpa sua. Che non doveva cacciarla dal suo servizio solo perché l'aveva vista abbracciata al cugino. Ma adesso, sostiene, è troppo tardi. Non si può rimediare al nostro errore. Però è possibile imparare da esso e migliorarci." Ade emise un gemito, soffocato e triste. Poseidone, invece, sembrò farsi forza. "Andiamo a riposare, fratelli. Domani arriveranno i Cavalieri. E risolveremo almeno uno dei nostri problemi." Zeus ed Ade, trovandosi d'accordo con le parole di Poseidone, si separarono, e, mentre i due fratelli più grandi andavano verso l'Olimpo, Ade tornava negli Inferi, pronto ad affrontare la moglie.

Terra dell'eterna estate. Alba
Il giorno dopo, all'alba, i Cavalieri erano pronti nella Piazza ufficiale, di fronte al Tribunale Elfico, a cavallo dei loro draghi, e pronti per l'ennesima avventura. La loro espressione chiariva subito la loro dignità, e ogni elfo, ogni nano e ogni umano lì presente non si azzardò a commentare su di loro. La presenza della figlia di Erlond, entrambe persone rispettate nella società, serviva solo a confermare il potere e la forza dei Cavalieri, che, nonostante presenti in quel luogo da poche settimane, erano onorati oltre ogni immaginazione. Infatti, a riprova della loro importanza, i tre re , Erlond, Toulisier e Aragon, rispettivamente re degli elfi, re dei nani e re degli uomini, si erano affacciati dal Tribunale, pronti a salutare i loro eroi.
"Cavalieri- cominciò Erlond -è con tristezza che vi saluto. Spero che questo sia un arrivederci molto breve. Potremo resistere poche settimane senza di voi, ma alla presa della rocca sarete indispensabili." Re Toulisier Intervenne "Concordò con Re Erlond. Alla presa della Rocca avremo bisogno della vostra consulenza." Il Re Aragon alzò semplicemente il braccio con il suo simbolo, due spade intrecciate, in segno di saluto. I Cavalieri imitarono il gesto, chinando contemporaneamente il capo. Re Erlond riprese parola "Spero inoltre che curerete mia figlia Lysar." Il suo tono di voce incolpava i Cavalieri di provenire da un altro pianeta, oppure la figlia di disobbedienza. Molto probabilmente, però, entrambe le cose. Perseus, chinato il capo, intervenne nella discussione "Mio signore, vi posso assicurare che la Principessa Lysar, vostra figlia, non subirà alcun danno. Glielo giuro sul mio onore e sulla mia vita." Re Erlond, chiaramente rassicurato, dichiarò "Mi sento tranquillizzato dalla vostra promessa, Cavaliere. Conosco il vostro senso del dovere e dell'onore, e il valore che date alla vita. Sono molto più sicuro adesso, sapendo che mia figlia è affidata a voi." Perseus chinò lievemente il busto, non rispondendo alla lusinga del Re.
"Bene, diamoci una mossa!" Tutti i presenti alzarono lo sguardo: li, sopraelevato, si manifestava Caos, il signore dell'Universo. Immediatamente tutti si inginocchiarono, producendo un sollevare delle sopracciglia a Caos. "Sì sì. Muovetevi! Non ho tutto il giorno!" Di fronte all'entusiasmo del loro signore, i Cavalieri ridacchiarono. Perseus si avvicinò all'orecchio del cugino, sussurrando "Ora si mette a saltellare." facendo ridere Nico.
Due elfe, dopo aver chinato il capo dinanzi ai dieci, dissero "Per preservare la vostra forza, apriremo noi il portale. Dovrete essere in forze per combattere contro i vostri nemici." Con un potente sortilegio, apparve un portale, che venne attraversato dai Cavalieri a cavallo dei loro draghi.

Terra, New York, Sera
Nel cielo, prima libero e sereno, apparve una nuvola gigantesca, da cui uscirono nove draghi. Questi atterrarono vicino all'Empire State Building. I Cavalieri scesero dai loro destrieri. "Questa è casa vostra?" Sussurrò, impressionata, Lysar. "Lo era." Rispose, aspramente, Perseus. Talia fece una smorfia amareggiata. "Caos ci ha detto di andare sull'Olimpo. Gli dei, Zeus, Ade e Poseidone, ci attendono li." Nico sospirò "Dobbiamo proprio?" Zoe disse "Abbiamo un dovere da portare a termine. Quindi, si, dobbiamo Nico. Andiamo!"

Terra. New York, Empire State Building  
"Fratello. Bentornato!" Ade venne riaccolto nell'Olimpo dal fratello Zeus. In risposta al saluto, chinò il capo. Poseidone sorrise "Oggi arriveranno i Cavalieri." Zeus annuì "Spero che siano davvero così forti come Caos li ha descritti. Non vorrei avere anche loro sulla coscienza." Mentre i due fratelli concordavano con Zeus, una voce, arrogante e fredda, disse. "Tu non hai una coscienza, Zeus." I tre fratelli si voltarono subito verso la voce. Sulla porta, un ragazzo era appoggiato comodamente, con gli occhi verdi brillanti di ironia, sarcasmo e, seppur nascosto in parte, odio. I tre dei spalancarono la bocca, una volta capito chi c'era dinanzi a loro. "Perseus." Sussurrò Poseidone, fissando sconvolto il figlio. Questo ultimo fece una smorfia. "A quanto pare."
I fratelli non sapevano bene cosa dire al ragazzo, quindi non fiatarono. Il ragazzo, allora, sospirò pesantemente. "Sono uno dei nove Cavalieri inviati da Caos per soccorrervi.  Gli altri otto hanno già occupato un posto dove alloggiare, nei pressi del Campo. Hanno mandato solo me perché vi detestano, non che io non lo faccia, però, se si parla di guerra, devo tenere un atteggiamento professionale. Quindi, quanto è grave la vostra situazione?" Zeus, dopo la premessa fatta dal nipote, spiegò come avevano affrontato in guerra l'esercito avversario. Poi, Concluse con "Ma è molto difficile. Loro conoscono le nostre mosse, quello che noi facciamo." Perseus, dopo un attimo di silenzio, chiese. "Quando avete organizzato queste... difese?" Ade disse. "Un anno fa, più o meno." Perseus sbuffò. "Prima che... prima che John, Marcos e Juliet si rivelassero come traditori?" "Esattamente." Rispose Zeus. Perseus sbuffò. "E voi le avete tenute identiche? Qual è il vostro problema?" Poseidone chiese "Cosa intendi?" "Avete tenuto le vostre tattiche uguali. Marcos, Juliet o John, anche se sono degli idioti, hanno una memoria discreta. Le avranno dette già a Gea. Quindi, ovviamente loro lo sapranno." "Cosa consigli di fare?" Chiese Zeus. Perseus rispose immediatamente. "Prima devo riferire agli altri cosa avete detto. Poi, penseremo a delle nuove tattiche." I tre dei annuirono alla risposta del Cavaliere. Perseus guardò fuori dalla porta. "Oggi è troppo tardi per tornare e riferire. Domani venite al Campo. Così assistete all'allenamento." Zeus riannuì. Ade, invece, chiese. "Percy... ma, Nico e Talia? Sono vivi?" Perseus fece un ghigno. "Adesso te ne importa, Ade? Comunque, certo che lo sono." Poi si avviò verso la porta. Prima di uscire, però, tornò indietro e disse agli dei, abbassando la voce, ridotta ad un sussurro pieno di odio, rancore ed ironia. "Se provate solo a pensare di poterci parlare come se non fosse passato un anno... vi assicuro che scoprirete quanto forti, e quanto letali, possono essere tre Cavalieri." Poi guardò Zeus e Ade. "Se Talia o Nico mi sembreranno anche solamente tristi, giuro che torno qui e vi faccio pentire di non poter morire." Con questo ultimo appunto, Perseus Jackson uscì dalla sala del trono, lasciandosi alle spalle tre dei spaventati. Estremamente spaventati.

Angolo autrice
Sono viva! Keep Calm because.... i Cavalieri sono tornati! (Questo in inglese non lo scrivo)
Non credo debba dire niente di questo capitolo. Nel prossimo... incontro con Caos e tutto il Campo!
By Rowhiteblack

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