CAPITOLO 16

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Cabina dei Cavalieri di Caos
Zeus bussò alla porta della cabina, mentre Ade e Poseidone controllavano che Percy si fosse ripreso: il cavaliere non sembrava più sconvolto come prima, apparendo controllato, ma nei suoi occhi si vedeva la paura e il dolore, sempre presenti.
Bianca aprì la porta. "Percy. Padre, Zeus, Poseidone. Entrate." Percy entrò, seguito subito dai tre dei. "Bianca, come sta Talia?" La ragazza esitò, non guardandolo negli occhi. "Zoe e Micheal hanno fatto tutto il possibile. Hanno curato l'emorragia e tolto la freccia. Le hanno ridato il sangue che aveva perso, con quell'incantesimo elfico..." Percy la guardò. Nico entrò. "Percy, Talia potrebbe morire. Il problema non sono i danni fisici, ma quelli interni." Percy fissò il cugino, sconvolto. "Cosa? Dove sono Micheal e Zoe?" Chiese poi, rivolto ad entrambi. "In camera con lei. È molto debole, Percy. Non..." Bianca cercò di fermarlo, ma il ragazzo, senza pensarci due volte, si diresse verso la stanza della cugina. Bianca guardò Nico. "Non avresti dovuto dirlo così." "Invece sì. E chiunque sia stato, deve sperare che lo trovi qualcuno che non sia io o Percy. Perchè altrimenti capirebbe cosa significa essere dalla parte della lama. E non gli piacerebbe scoprirlo." Nico uscì. "Vado a fare un giro. Sono troppo nervoso per stare fermo." Bianca annuì. Ade la guardò. "Lo controlliamo noi. Per evitare risucceda ciò che è accaduto a Talia." Bianca sorrise, con le lacrime agli occhi. "Grazie, padre."
La ragazza salì le scale, mentre gli dei seguirono Nico. Arrivato al laghetto, il ragazzo diede un pugno ad un albero, per poi sedersi a terra, piangendo disperato. Ade chiuse gli occhi per un momento. "Sono disperati entrambi. Nico e Percy, intendo." Zeus annuì. "Colpendo Talia, hanno colpito anche loro."

Nel frattempo, Percy era con Micheal. "Micheal, Nico mi ha detto..." "È interno il problema sì. Funzionano così quelle armi, o meglio, il veleno contenuto in esse. Provoca la morte interna dell'individuo. Non importa cosa facciamo, non possiamo guarirla." Percy spalancò gli occhi. "Non si può fare niente? Tutto ha una cura, è la filosofia elfica." "Sì. Questo può curarlo solo qualcuno che nutre un amore sincero per Talia, o che dovrebbe. Un legame più che un amore." "Aspetta... può curarla solo chi ha un legame stretto con lei. Come... un padre?" Micheal annuì. "Genitori o fratelli. Tu e Nico siete suoi cugini, non potete..." "Lo so. Non siamo molto stretti, secondo la mentalità elfica. Molto bene, allora bisogna fare solo una cosa. Parlerò con Zeus, così Talia starà meglio."

Qualche ora dopo, Nico rientrò, trovando Percy nel salotto, ad attenderlo. "Come stai?" "Alla grande, sono un raggio di sole." "Micheal mi ha detto che qualcuno che può curare Talia c'è. Ma non ti piacerà sapere chi è." "Chi?" "Zeus. È suo padre... può salvarla." "Non se ne parla nemmeno. Lui non è suo padre, è solo un essere insensibile che... preferirebbe..." "Nico, adesso basta. Parlerò con Zeus e gli chiederò di salvare Talia. E basta." "Talia non sarebbe contenta." "Preferirebbe morire, per te?" "Non vorrebbe coinvolgere Zeus!" "Preferisco farla arrabbiare che perderla!" Nico si zittì, guardando Percy con gli occhi spalancati. "Perce..." "Vado a vedere se è cambiato qualcosa."
Percy, dopo la discussione con il cugino, entrò nella stanza di Talia, chiudendosi la porta alle spalle.
"Ehi, Tals. Tutta sola. Ti faccio un po' di compagnia, è un problema?" Si sedette di fianco a lei, prendendole una mano.
"Sono davvero pessimo, eh? Sei stata ferita mentre ero al piano di sotto. E, adesso, per salvarti dovrò parlare con Zeus. Che tu odi. Probabilmente non vorresti dovergli niente, e io ti obbligherei ad averci a che fare. A dovergli la vita. Ma... noi siamo una famiglia, no? Non te la prenderai, vero? Perchè se avessi una qualsiasi altra scelta, la farei. Se potessi trovare un modo diverso... se potessi salvarti lo farei. Ma, io sono inutile. Cavolo, sei praticamente mia sorella e non riesco nemmeno a salvarti."
La mano del ragazzo venne stretta da un movimento improvviso della mano di Talia. Lo sguardo di Percy volò al volto della cugina, sperando di vedere i suoi occhi. Ma la ragazza era ancora priva di sensi. Percy sospirò. Strinse un'ultima volta la mano della cugina. "Vado da Zeus. Lo posso convincere a salvarti."

Fuori dalla cabina, si erano accampati gli dei. Percy, uscito, non dovette fare molta strada per trovare Zeus.
"Zeus... Micheal dice... che..." Zeus lo guardò. "È un problema interno? Solo un..." "solo un parente stretto può salvarla. Sei suo padre. Anche se è una delusione perchè è diventata una cacciatrice e poi è stata ripudiata da Artemide, salvala." Zeus si alzò. "La salverò. E non la reputo una delusione. Le voglio davvero bene." Zeus entrò nella stanza della figlia, seguito da Percy, Ade e Poseidone.
"State indietro. Potrebbe essere pericoloso per voi." I tre fecero un passo indietro.
Dalle mani di Zeus uscirono dei lampi di luce, blu, giallo e verde. Questi lambirono il corpo di Talia, sollevandolo
La ragazza ricadde sul letto. Aprì gli occhi. "Cosa...?"
"Talia!" Percy corse vicino alla cugina. "Stai bene?" La ragazza spostò lo sguardo sul ragazzo. "Perce... io, sì sto bene." Talia fissò il cugino. "Vedi? Sei riuscito a salvarmi." Percy la fissò. "Mi hai sentito?" Talia annuì. "Ogni singola parola. E, non importa. Avrei fatto la stessa cosa per te. Siamo una famiglia, Percy. Noi ci sosteniamo a vicenda." "Non importa cosa accada o contro chi dobbiamo andare." "Ci saremo sempre l'uno per l'altra." Percy sorrise, poi si sporse per darle un bacio sulla guancia.
Si voltò, per ringraziare gli dei. Ma i tre se ne erano andati. "Quando sono usciti?" "Non lo so. Ma quando starò meglio, dovrò ringraziare Zeus. Mi ha salvato la vita." Percy rise. "Non essere così allegra, mi raccomando."
Talia gli diede una spinta. "Ho fame, portami del cibo." "Sì, mia signora."

Angolo autrice
Ehilà, nuovo capitolo!
Alla prossima
By rowhiteblack

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