CAPITOLO 18

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Campo Mezzosangue, mattina, cabina dei Cavalieri
Annabeth Chase si sistemò i capelli nervosamente, mettendo qualche ciocca dietro le orecchie, per avere il viso libero.
La figlia di Atena era davanti alla cabina dei Cavalieri, spostando il peso del corpo tra le due gambe, cercando il coraggio per entrare.
Una volta trovato, apri la porta, senza bussare.
Nel salotto, vide l'elfa Lysar, seduta sul divano con un libro aperto sulle gambe.
"Salve, come posso aiutarti? Cerchi qualcuno in particolare?" La bionda annuì. "Vorrei parlare con Percy. È qui?" "È con la cugina. Talia sta molto male. Adesso, lui e Nico passano tutto il tempo libero con lei, alternandosi per allenare voi semidei." Annabeth annuì, consapevole della cosa. "Sulla Terra, l'anno scorso, ero amica di entrambi... vorrei parlare con Percy. Devo chiedere come sta Talia, di persona. Posso salire?" Lysar scosse la testa. "Perseus non permette a nessuno di entrare nella camera della ragazza, eccetto lui e Nico. Nemmeno gli altri Cavalieri possono. Mi dispiace, ma non posso proprio farti salire. Magari, dopo potrai parlargli. Come ti chiami? Così gli dico che sei passata." "Sono Annabeth."
Lysar annuì, ricordandosi dai racconti di Perseus chi fosse la ragazza.
"Io posso anche dirgli che sei passata. Ma non penso vorrà vederti lo stesso. Non l'hai tradito con il fratellastro?" Annabeth arrossì. "Non parlare di cose che non conosci, Lysar. Io non avrei mai tradito Percy. Lo amo. Ne parlerò con lui. Tu stanne fuori." Lysar sorrise. Prima che Annabeth uscisse, disse. "Io sono la ragazza che ha curato il suo cuore infranto. Forse gli dei con voi non parlano, ma io e Perseus ci sposeremo. Siamo destinati, per sentimenti e per volontà superiori alle nostre. Mi dispiace, figlia di Atena, ma hai perso la tua occasione l'estate scorsa. Una volta persa la fiducia di qualcuno, non la recuperi più. Soprattutto se quel qualcuno è Perseus."
Appena la bionda si chiuse la porta alle spalle, cominciò a piangere, sperando di poter parlare con Percy, il suo Percy, prima che fosse troppo tardi.

Campo Mezzosangue, mattina, arena
Percy si voltò. "Rac! Ma mi pedini?" Rachel sorrise. "Mi hai beccato, Percy. Andiamo a fare un giro? Mi stai trascurando, da un po'." Percy abbassò lo sguardo. "Certo. Andiamo." "Non sei con Talia?" "No, ora ci doveva stare Nico. Io... avevo bisogno di allontanarmi un momento. Non riesco a vederla in quelle condizioni." Rachel annuì. "Per quel che vale, mi dispiace molto." Percy le sorrise. "Grazie, Rac. Lo apprezzo. Andiamo, madame?"
L'oracolo accettò il braccio che il Cavaliere le porgeva.
Dopo un po' che camminavano, in silenzio, Rachel disse. "Poseidone mi ha detto che ha parlato con Lysar." "Lo so, ero presente anche io." "Al falò?" Percy si voltò confuso. "Al falò? C'era anche Lysar? Non pensavo volesse venire. Lo trovava inutile." Rachel alzò le spalle. "Era lì. Posso chiederti una cosa?" Percy annuì. La ragazza, sospirando, chiese. "Cosa succederà ai Cavalieri, dopo queste guerre?" "Ci saranno altre guerre. Il mondo non tende all'ordine e all'equilibrio. Ci sono sempre delle forze che cercano di rendere instabile il cerchio dell'esistenza. Noi Cavalieri rimarremo per sempre Cavalieri. Pronti a servire il nostro signore, per quei valori a cui abbiamo dedicato la vita. Perchè me lo chiedi?" "Lysar ha detto che tu e lei vi sposerete." "Cosa? È impossibile. Per sposare Lysar non dovrei più essere un Cavaliere. Cosa le salta in mente?" Il ragazzo rimase in silenzio un po'. "Devo andare. Ci vediamo dopo pranzo, va bene?" Rachel annuì, guardando il semidio allontanarsi. "Chissà cosa gli è preso..."

Campo mezzosangue, cabina dei Cavalieri, mezzogiorno
Percy entrò improvvisamente nella stanza della cugina, richiudendo la porta subito dopo. "Non crederete a quello che sto per dirvi." Talia lo fissò, indifferente. "Hai finalmente compreso di essere un idiota, e ti stai deprimendo?" Percy fece una smorfia offesa. "Io non sono un idiota! No, comunque. Ho scoperto una cosa. Lysar ha parlato con Poseidone, Zeus ed Ade. Ha detto loro che presto io e lei ci sposeremo." Nico fece una faccia disgustata. "Che schifo! Perchè dovresti sposarla?" Percy scosse la testa. "Non lo so. Comunque... cosa ne pensate? Perchè dire una cosa del genere? Cosa ci avrebbe guadagnato? Lo sa benissimo che non la sposerò. Non quando il mio dovere è di servire Caos. Non voglio diventare un elfo, perchè dovrei? Ho tutto quello che voglio." "E sarebbe?" "Voi. La mia famiglia. A me non serve altro." Talia sorrise. Si alzò dal letto e abbracciò il ragazzo. "Ti adoro, Perce. E scopriremo perchè Lysar ha detto quelle cose. Adesso vai, passa un po' di tempo con Rachel. Bianca ha detto, passando davanti alla stanza, che lei sente la tua mancanza." Percy annuì. "Nico, se ci sono problemi, chiamami pure. Qualunque cosa, okay?" Nico annuì. "Salutami Rachel. Nel frattempo, io spettegolo con Talia. Su di te." Percy sorrise. "Allora saranno argomenti interessanti. Parlate delle mie imprese?" "Pensavamo più alle figure terribili che hai fatto. E ne hai fatte parecchie." Percy rise, uscendo dalla porta.

Sulle scale, incrociò Lysar. "Perseus." "Principessa Lysar. Come si sente oggi?" Lysar sorrise mestamente. "Io bene, grazie. Oggi è passata una ragazza... Annabeth." Percy si bloccò sulle scale, mentre continuava a scendere. "Annabeth?" "Sì. Mi ha chiesto di riferirtelo. A dopo, Perseus. Ti auguro una buona passeggiata. Che possa rischiarare il tuo umore nero." Percy annuì distrattamente.

Fuori dalla cabina, il Cavaliere fece un altro incontro inaspettato: Lord Miraval lo aspettava, sorridendo leggermente. "Perseus. Sono venuto. Non ti tormenterò più per quella storia. Stai affrontando un brutto periodo. Nonostante le mie numerose minacce; non avrei mai fatto niente contro Talia o Nico. Sono enormemente dispiaciuto per le condizioni in cui versa tua cugina. Qualche cosa che posso fare per allievare il dolore che prova?" Percy scosse la testa. "Come facevi a sapere di Talia?" "L'ho percepito. Vi ho addestrato, tengo a voi. Ho sentito il suo dolore e il tuo. Non so quale sia stato il più forte. Il tuo era molto intenso. Anzi, lo è ancora. Spero solo che Talia si possa riprendere e che catturiate il responsabile di tale atto." "È quello che speriamo noi tutti, Miraval. Devo andare, adesso. Spero che riuscirete a risolvere il vostro problema ugualmente. Se scoprirò qualcosa, vi informerò." Perseus si allontanò velocemente, sbuffando per l'incontro fuori programma.

Campo mezzosangue, bosco pugno di Zeus, pomeriggio
Zeus indicò l'altura ai due fratelli. "Andiamo lì, fratelli?" Poseidone ed Ade annuirono. Mentre si camminavano, Ade diede di gomito ai fratelli, indicando loro due figure poco lontane. I tre, dopo un rapido scambio di sguardi, andarono più vicino alla coppia di amici, sperando di sentire qualcosa.
Rachel stringeva un braccio di Percy, ridendo forte. Percy aveva un sorriso dolce in volto, come quello prima della sua improvvisa partenza dalla Terra, un anno prima.
"Allora, Percy. Sei contento di essere di nuovo qui?  Il ragazzo non rispose subito, guardando il lago. Poi sospirò. "Talia mi ucciderebbe per quello che sto per dire... il Campo mi è mancato. Tantissimo." Rachel sorrise, vedendo di nuovo nel ragazzo lo stesso eroe conosciuto tre anni prima. "Sono felice di sentirtelo dire. "Ho paura, però." "Di cosa?" "Di non riuscire ad aiutarvi. Non sono più come prima. Forse è meglio, non dovevo essere così grandioso, visto quello che è successo..." "Percy. Lo sai che..." "Cosa? Pensavo di aver trovato una ragazza che mi amava, e la becco a baciarsi con il mio fratellastro! Lo stesso che mi ha reso la vita un inferno! Grover, il mio migliore amico, mi dice che gli facevo pena, Tyson che si era sempre vergognato di avermi come fratello, che Marcos era dieci volte meglio. Mio padre.... Poseidone che quando cerco di metterlo in guardia da Marcos, per farmi star zitto, mi da uno schiaffo. Ho fatto di tutto per lui! E... perchè avrei dovuto mentire! Ho anche paura di restare qui troppo tempo! Io... non riesco a far finta di niente! Sono..." si lasciò ricadere su un sasso, guardando finalmente la ragazza in volto. Gli dei poterono vedere il suo viso, senza maschera: gli occhi erano distrutti, pieni di lacrime. "Sono stanco di far finta di non soffrire, Rac. L'unica cosa che vorrei fare è andarmene da qui, con i Cavalieri. Tornare alla nuova vita. Io... pensavo di averlo superato. Ma alla fine Annabeth aveva ragione. Sono un codardo. Sono scappato un anno fa, e adesso vorrei farlo un'altra volta. Senza nemmeno pensarci due volte." "Non sei un codardo, Perce. Sei umano. Non c'è niente di male nell'avere qualche timore. Qualche paura. Ti rendono migliore." Percy la guardò e sorrise, tra le lacrime.
"Io... agli altri Cavalieri non l'ho detto. Ma penso di sapere chi sia stato ad attaccare Talia. Sono solo dei sospetti... ma, ho paura anche per quello." "Perchè? Lo conosci?" Percy annuì. "E averne la conferma mi distruggerebbe definitivamente. E sono stanco di soffrire. Sai... io, Nico e Talia, un anno fa, ci siamo promessi che saremmo stati una famiglia. Più che cugini..." "Fratelli, sì. Lo sembrate." Rachel, vedendo il ragazzo così fragile, lo strinse forte. "Si risolverà tutto, Percy."
Percy, nascondendo il viso nel collo della ragazza, ricambiò l'abbraccio con la stessa forza.

Angolo autrice
Alla prossima gente!
By rowhiteblack

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