Papa can you see me?

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Tornare a lavorare dopo quello che era successo non era semplice per Zayn.

Liam gli aveva dato la conferma dell'avvenuto licenziamento di Sean e questo lo doveva tranquillizzare. Tuttavia rimettere piede in quell'edificio gli aveva scatenato una serie di ricordi che inglobavano il forte dolore provato a causa delle percosse ricevute dall'ormai ex collega.

Le porte dell'ascensore si aprirono sul piano in cui si trovava il suo ufficio. Iniziò ad incamminarsi lungo il corridoio quando la sua vista venne offuscata da due mani.

"Chi sono?"

Il moro sbuffò impercettibilmente: odiava quei giochetti.

"Niall!" esclamò qualche secondo dopo "Riconoscerei l'odore di salsa ai mirtilli di Nando's a miglia di distanza!"

"Non sei divertente!" fece il biondo " Ricordati che sono sempre il tuo capo!"

"E tu ricordati che ti conosco da dieci anni ormai!"

L'irlandese rivolse un sorriso all'amico, poi gli chiese come si sentisse.

"E' ... strano." Rispose subito il moro. Erano appena arrivati davanti l'ufficio di Zayn, quest'ultimo stava per entrare quando Niall lo prese per un braccio trascinandolo nel suo ufficio.

"Aspetta, devo farti vedere il grafico degli giapponesi!"

Il moro annuì seguendolo ma quando entrarono nell'ufficio del biondo del grafico transoceanico nemmeno l'ombra. Piuttosto un insieme di colori, coriandoli, cappellini e festoni riempivano una delle stanze più grandi dell'intero edificio.

Sembrava che il carnevale di Rio fosse stato spostato a New York.

"Bentornato!" urlarono una parte dei suoi colleghi. Sorrise grato: c'era sempre quest'atmosfera familiare, probabilmente era quell'ingrediente segreto che mandava avanti parte dell'azienda.

Immediatamente gli occhi del moro furono catturati da iridi ambra, splendenti com'era splendente la persona che a cui appartenevano.

Liam gli si avvicinò sorridendogli, felice di vederlo sano.

"Sorpresa" gli sussurrò, venendo abbracciato qualche secondo dopo da Zayn.

"Ammetto che l'idea è stata di Liam!" esclamò Jess, che indossava uno di quei cappellini conici e colorati "Ma buona parte del lavoro l'abbiamo fatta anche noi!"

"Grazie!" fece il moro, con un sorriso in volto, rivolgendosi ai suoi colleghi.

Jess gli sorrise di rimando, poi esclamò "Su! Mangiamo che la giornata è ancora lunga!"

Zayn era riuscito a convincere Niall ad anticipare l'uscita sua e di Liam.

"Solo per questa volta moretto!" gli aveva detto l'irlandese "Ricordati che ..." ma non riuscì a finire la frase perché l'amico lo precedette "Sei sempre il mio capo!" poi fece per andarsene ma non prima di aver aggiunto un "Ma sei sempre il mio migliore amico!"

Bryant Park non era grande come Central Park, ma lo aveva sempre affascinato e voleva portarci Liam.

Così, approfittandone della bontà di Niall e anche della giornata che sembrava essere iniziata bene, prese la sua moto ed il suo ragazzo e raggiunse il parco.

Il Bryant Park non distava molto dal luogo in qui lavoravano, si trovava a Manhattan ed era uno dei punti d'incontro principali per chi abitava in quella metropoli.

Era molto famoso anche per i turisti ed era conosciuto per il fatto che proprio lì organizzavano ogni anno la settimana della moda.

"Io e mio padre venivamo spesso qui." Disse Zayn, dopo essersi seduto in una panchina con Liam che lo seguiva a distanza di pochi secondi. Gli alberi che incorniciavano le due figure, un piccolo angolo di paradiso in quel caos di città.

Take Care. |Ziam Mayne|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora