With you next to me there's no darkness I can't overcome.

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In quel giorno avrebbero dimesso Zayn e Liam ancora non ci credeva.

Quando si era svegliato aveva pianto come un bambino. Il moro gli aveva stretto forte la mano e gli aveva sorriso, come se lo volesse consolare, come se quello ad essersi fatto male fosse stato lui e non Zayn.

Era stato lì accanto a lui per tutta la settimana, lo andava a trovare la sera così come gli aveva chiesto Trisha, la madre di Zayn.

Ogni tanto aveva incontrato Donya, la sorella che aveva parlato con Ted la sera dell'incidente. Lo salutava con garbo ogni volta che si incontravano, gli sorrideva grata per le cure che stava riservando a suo fratello.

Il fatto che si sapesse destreggiare bene fra i corridoio dell'ospedale gli faceva ricordare quale fosse la sua vera passione. Gli mancava il suo lavoro a Wolverhampton , i suoi pazienti e gli strumenti. Sorrise ricordandosi di quanto fosse impacciato alle prime sedute.

Davanti la stanza di Zayn c'era Donya che stava sistemando dei vestiti dentro la borsa.

"Ciao!" esclamò Liam, la ragazza sorrise non appena lo vide.

"Ehi! Oggi è un gran giorno!"

Il ragazzo annuì, sorridendole felice.

"Io e te non abbiamo mai parlato veramente." Fece la ragazza, chiudendo la cerniera al borsone.

Liam la guardò, un po' timoroso dato i precedenti con la madre.

Probabilmente anche lei era musulmana.

"Non preoccuparti" disse Donya "Non sono come mia madre! Anzi ti prego di scusarla: da quando è morto nostro padre la religione è diventata la sua ragione di vita."

"Tranquilla, è comprensibile!"

La ragazza gli sorrise, poi si sfilò la borsa e la diede a Liam.

"Mi piaci!" esclamò "Zayn ha scelto bene!"

Il ragazzo abbassò lo sguardo arrossendo vistosamente.

"Va a casa sua e dagli tutte le cure di cui ha bisogno." Fece Donya, prima di salutare il fratello e andare via.

Entrò nella stanza del suo ragazzo, contento di vederlo in piedi anche se a fatica.

"Buongiorno." Sussurrò il moro, con quel suo magnifico sorriso stampato in volto.

"Buongiorno!" rispose Liam, avvicinandosi a lui "Come ti senti?"

"Ho ancora qualche dolorino, ma molto meglio adesso."

Il minore sospirò frustrato: si sentiva così in colpa. Se Zayn si trovava in quello stato era per colpa sua, per colpa della sua abilità nel cacciarsi nei guai.

Perché si affezionava maledettamente alle persone, perché non sapeva scegliere.

Il moro gli si avvicinò a fatica, posandogli le mani sulle spalle.

"So cosa stai pensando: non è colpa tua!"

"Sì che lo è!" gli rispose, alzando di poco il tono della voce. "Se non mi fossi cacciato in tutto questo, tu staresti bene adesso."

"Ma io sto bene, Liam, sto benissimo!" Zayn strinse ancora di più la presa sulle spalle del ragazzo "Ho tutto ciò che desidero: te, degli amici fantastici, delle sorelle che si preoccupano per me. Cosa posso desiderare di più?"

Liam abbassò lo sguardo, notando come il moro non avesse nominato la madre. In una frazione di secondo pensò a quello che gli aveva appena detto: aveva ragione.

Riportò gli occhi sul compagno che lo guardava apprensivo. Poi sorrise, annullando quella poca distanza che c'era fra di loro ed unì le loro labbra.

Take Care. |Ziam Mayne|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora