Epilogue -I'll take care of you.

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Aprì la tenda della camera di Jack, i raggi del sole colpirono immediatamente il murales di Batman che campeggiava sopra il letto del bambino come fosse un capezzale.

"Jack" lo chiamò Liam, il bambino mugugnò qualcosa senza però aprire gli occhi "Jack" ripeté di nuovo il ragazzo, scuotendolo leggermente.

Poco dopo il piccolo si svegliò, lamentandosi.

"Posso stare a casa oggi?" gli sussurrò , sbattendo ripetutamente le ciglia e cercando di corrompere Liam.

Jack ci tentava ogni mattina a saltare la scuola "perché voglio stare con te e Zaza a giocare" era la motivazione.

"No, piccolo, sei stato a casa l'altro ieri. Non puoi saltare di nuovo la scuola!"

Jack si mise seduto e poggiò i piedini sul pavimento, poi sospirò affranto.

Liam gli si avvicinò, piegandosi sulle ginocchia e -sapeva che non avrebbe dovuto farlo!- "Domani starai a casa!"

Allora Jack esultò, abbracciandolo ed il ragazzo sorrise dolcemente.

"Forza! Adesso corri in bagno prima di Zayn."

Il bambino ubbidì e lasciò la cameretta.

Zayn stava finendo di preparare la colazione. Non si sarebbe mai immaginato di cucinare per qualcuno: di solito prendeva qualcosa da Starbucks e si recava a lavoro, senza rientrare in casa prima di sera inoltrata. Perché la sua voglia di vivere era inesistente: forse per la perdita prematura del padre, forse per i rapporti conflittuali con la madre o forse semplicemente perché non aveva trovato la sua ragione di vita.

Poi era arrivato Liam: uno scontro improvviso a Central Park ed un rincontro, per mano del destino, in azienda ed il moro vide concretizzarsi quella ragione, sentì fluire la vita nelle sue vene.

"Cosa c'è per colazione?" fu la voce pimpante di Jack a riportarlo a quella bellissima realtà.

"Pancakes" rispose il moro mentre passava il piatto al bambino "I tuoi preferiti!"

Jack annuì sorridendo per poi iniziare a mangiare.

"Ma non abituarti!" esclamò Zayn serio puntandogli contro un cucchiaio, il bambino lo guardò preoccupato.

Poco dopo scoppiarono entrambi in una fragorosa risata.

A raggiungerli, qualche minuti dopo, Liam che immediatamente circondò il moro con le sue braccia. Zayn si rigirò in esse e si perse nelle iridi oro del castano. E allora quest'ultimo sorrise prima di unire le loro labbra in un bacio.

Jack sbuffò nel vedere quella scena: era contento quando Liam e Zayn non litigavano ma, al tempo stesso, odiava essere trascurato. D'improvviso si ricordò ciò che gli aveva detto il moro qualche settimana prima e sorrise: non sarebbe stato più da solo.

Tossicchiò attirando l'attenzione dei due.

"Devo o non devo andare a scuola, Lili?"

Quello guardò immediatamente l'orologio appeso alla parete centrale della cucina- un regalo di Nora- ed esclamò: "Oddio siamo in ritardo! Forza Jack prendi lo zaino e andiamo!"

Poi salutò Zayn con un bacio e gli ricordò di andare a prendere il bambino a scuola. Ed il moro sorrise.

Zayn si recò a piedi verso scuola di Jack, dopo aver comprato un paio di sandwich per il pranzo. Non appena la campanella suonò, il moro si recò all'entrata dell'istituto seguito da altri genitori. Il bambino si buttò fra le sue braccia una volta rintracciato il ragazzo, poi Zayn chiamò un classico taxi giallo newyorkese.

"Amo i taxi!" urlò Jack, mettendo la testa fuori dal finestrino e godendosi il meraviglioso skyline "Dove andiamo?" continuò, avanzando la domanda al moro.

"A Central Park!" rispose quello.

"Liam lo sa?" chiese, ancora, il piccolo mentre Zayn annuiva. Il moro gli aveva mandato giusto un sms qualche ora prima informandolo della sua idea del pranzo in famiglia- così lo aveva chiamato.

Non appena arrivati a destinazione Zayn individuò il castano, che si trovava già sul posto, ed insieme si diressero verso una panchina per condividere il loro pasto.

Un'ora dopo, quando i jeans di Jack erano ormai definitivamente sporchi di terra ed erba, Zayn estrasse una busta gialla dalla sua giacca di pelle nera, che attirò immediatamente l'attenzione di Liam, poggiandola sulla panchina .

"Cos'è quella Zayn?" fece, immediatamente allarmato, il castano.

"Questa?" chiese il moro, prendendo la busta in mano mentre Liam annuiva sempre più preoccupato.

Allora il moro sorrise: amava vederlo agitato a quel modo, era adorabile. L'aprì lentamente, estraendone una serie di documenti. Li guardò ancora una volta, annuendo sicuro, poi li passò al ragazzo.

La prima cosa che Liam vide fu una foto di una dolcissima bambina dalla pelle ambrata- proprio come quella di Zayn- e dagli occhi grandi e profondi. Aveva un sorriso stampato in volto ed un'espressione allegra.

Il castano aggrottò la fronte non capendo: non vi era nessuna indicazione.

"Si chiama Ahava" prese allora parola il moro "Significa amata in arabo."

Liam alzò gli occhi scontrandosi immediatamente con lo sguardo di Zayn.

"Viene dal Pakistan ed ha più o meno l'età di Jack e.." sospirò prima di continuare "E' nostra figlia, Liam!"

Quest'ultimo strabuzzò gli occhi, prima di portarsi una mano sulle labbra che si erano, inevitabilmente, schiuse.

Una lacrima scese sulla sua gota destra mentre Zayn lo guardava confuso.

"T- tu.." iniziò a balbettare il castano "C- come ci sei riuscito? E' bellissima.. ed è nostra! Mio Dio!"

Allora abbracciò il moro come se non vi fosse un domani e "Grazie!" aggiunse prima che Jack irrompesse dividendo i due.

Il bambino guardò Zayn sorridendo: aveva mantenuto la sua promessa, non sarebbe più stato da solo.

Poi strinse a sé i due ragazzi sentendo che non era mai stato così felice.

A distanza di un anno Liam si trovava su un aereo verso Wolverhampton, teneva per mano Ahava mentre rimproverava Jack perché si era allontanato dalla fila del check-in.

"Jack se continui a fare così non ti faccio andare a pesca con Nonno Jeoff!" esclamò, allora il bambino tornò ad ubbidirlo diligentemente.

"Io posso cucinare i cupcakes con Nonna, vero?" fece la bambina, sorridendo verso il castano.

"Certo che puoi!"

Una volta sull'aereo i due bambini, seduti fra i due ragazzi, si addormentarono inevitabilmente.

E Liam guardò fuori dal finestrino ed iniziò a pensare a come la sua vita fosse cambiata in un semplice anno, a quanto dolore aveva sofferto. Dolore che era stato riscattato con tutto l'amore del mondo.

Si voltò di nuovo verso Zayn che, prontamente, gli sorrise.

New York non gli aveva regalato solamente una nuova casa, ma anche l'amore, una nuova vita e, soprattutto, una nuova famiglia.

Una famiglia di cui prendersi cura.

"Perché se mi lasciassi fare, ecco cosa farei mi prenderò cura di te."


Take Care. |Ziam Mayne|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora