Andare via

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Sotto gli occhi vigili di Gibbs mangia quello che riesce ad ingoiare, nonostante sia forte la nausea, Gibbs gli sembra più pericoloso.

"Ti prego! Non chiedermi di più... mi viene da vomitare al solo pensiero di ingoiare qualcos'altro..."
"Va bene... per ora. Torna a casa e rimani con la tua famiglia. Gli altri credo ti stiano aspettando per saperne di più... li ha chiamati Ziva per non rimanere sola e gli ha detto a grandi linee cos'è successo. Sono preoccupati per te..."
"Capisco. Allora vado. Per qualunque cosa, chiamami subito!"
"Agli ordini!"

Sorride divertito all'esclamazione di Gibbs, capisce che l'ha detto solo per tirargli su il morale. Gli lancia uno sguardo d'intesa ed esce dall'ospedale, raggiungendo casa.


Ancora distrutto per la mattinata movimentata, si appresta a tornare a casa.

Col dolore nel cuore spera vivamente di non essere invaso da inutili domande di rito che sicuramente lo aspettano, apre la porta di casa in silenzio, guarda davanti a se, trovandosi Ziva corrergli incontro con le lacrime agli occhi. Lo abbraccia forte per fargli sentire che lei è li per sostenerlo ad oltranza, sempre.

Gli rimane incollata addosso, forse più per se stessa.

Tony rimane in silenzio, freddo come il giorno che celebrarono il 'funerale' di Gibbs, le lacrime cominciano a scendere dal viso di Ziva, non ha bisogno di risposte, non vuole sapere. Gli basta avere l'uomo che ama accanto, finalmente a casa.

"Tesoro... va tutto bene?"

non risponde.

Ziva solleva gli occhi sul suo viso pallido, accorgendosi di quegli occhi spenti, vuoti di ogni sentimento, stanchi.

Sente una fitta al cuore nel vederlo in quello stato. Tony la guarda un secondo, uno sguardo che in un attimo le fa capire che lui non ne vuole sapere di parlare di suo padre. Lo scioglie dall'abbraccio mentre Tony si scosta da lei per entrare in camera da letto, dove Alex sta dormendo.

Gli altri, nel frattempo, hanno osservato lo strano comportamento dell'amico.

"Ziva... cosa succede..."
"Io... non l'ho mai visto cosi... assente, perso! Mi fa stare male..."
"Vuoi che ci faccio due parole?"
"No, McGee... vuole essere lasciato in pace... ha passato un brutto momento. Sarà meglio aspettare che torni Gibbs per sapere cosa succede..."

Entra nella sua stanza e si avvicina alla culla dove suo figlio dorme.

Lo prende delicatamente in braccio quando lo vede svegliarsi e si siede sulla sedia a dondolo accanto alla finestra che Gibbs ha costruito per lui e Ziva quando lei era ancora incinta.

Inizia a dondolarsi piano tenendo stretto a se quel piccolo angelo indifeso e innocente. Apre i suoi occhioni verdi e lo guarda intansamente, come se si fosse accorto che suo padre non sta bene. Tony sorride, rassicurando Alex che gli sorride a sua volta.

Sente nel suo cuore che deve dare sfogo ai suoi pensieri , così parla a suo figlio come se potesse capirlo.

"Oh, piccolo mio... spero che quando sarai grande non dovrai avere preoccupazioni per il tuo vecchio come ne ho ora io per il nonno... non è mai stato facile stargli dietro, è sfuggente e pericoloso, riesce sempre a mettersi nei guai, poi chiama me per tirarlo fuori... mi sembra di essere io ad occuparmi di lui come se tra noi due fosse lui il figlio. Sai, non credo di farcela questa volta, non posso preoccuparmi sempre io di tutto ciò che succede... forse ne ho passate troppe in questi anni. Vorrei tanto riuscire ad occuparmi solo di te e della mamma, vorrei non dovermi sempre preoccuparmi di tutto e tutti... vorrei una vita più tranquilla per noi tre.

Se Si Potesse Non Morire 2 - Un Arrivo InaspettatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora