Ho bisogno di te

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Cammina veloce per i corridoi cercando di calmarsi mentre attende notizie dalla sala operatoria, dove suo padre sta lottando tra la vita e la morte.

Il chirurgo gli appare davanti dopo 4 ore di attesa.
Tony gli si avvicina supplicante, sperando che non sia finita.

"Lei è il figlio di Anthony DiNozzo, giusto?"
"Si. Mi dica che sta bene, la prego!!"
"Suo padre ha avuto una cardiomiopatia associata a tachicardia causata da insufficienza cardiaca, si è sviluppata in seguito ad una lesione cardiaca con un importante infarto del miocardio.
Non so dirle con certezza se supererà la notte... gli abbiamo impiantato un micro bypass di ultima generazione, impedirà al suo cuore di fermarsi di nuovo e lo aiuterà a pompare il sangue velocemente in tutti gli organi.
Tutto questo ha causato danni importanti ma curabili a polmoni, reni e fegato.
Dalla sua cartella clinica abbiamo scoperto che lei e suo padre avete lo stesso gruppo sanguineo... avrei bisogno del suo consenso di prelevarle il sangue necessario alla sopravvivenza di suo padre... purtroppo abbiamo esaurito le scorte di sangue con cinque pazienti gravi che questa notte hanno avuto un grave incidente dopo un rave party... questi ragazzi di oggi...!"
"Non c'è nessun problema, Dottore... faccia quello che deve fare, se mio padre ha bisogno del mio sangue ne avrà finche gliene posso dare..."
"La sua generosità è lodevole, di solito non vedo molti figli disposti a sacrificarsi per i propri genitori... credo che lei sia il primo che vedo in tutta la mia carriera, e sono ben quarantacinque anni che faccio questo lavoro!!!"
"La ringrazio molto..."
"Mi segua, la accompagno nella stanza di suo padre... è in Terapia intensiva, se dovesse passare le prime tre notti senza problemi lo sposteremo in una camera normale.
Potrà rimanere qui quanto vuole, se qualcuno fa delle storie per l'orario di visita dica pure che io le ho dato il permesso. Me ne assumo tutta la responsabilità!"
"Io... non so come ringraziarla..."
"Non mi deve niente, sono pochi quelli altruisti come lei... glielo devo. Se volesse far entrare amici, parenti o conoscenti può farlo, a patto che si mantenga il silenzio."
"Certo! Grazie, di cuore..."
"Grazie a lei... suo padre è un uomo fortunato!"

Sorride per la prima volta in quella mattinata infernale, sorride per la bontà di quel chirurgo che in quel momento gli appare quasi come un angelo venuto a regalargli una seconda possibilità con suo padre.

Accompagnato dal Chirurgo entra in Terapia intensiva, passeggiano lungo tutto il corridoio fino ad arrivare ad una stanza semi oscurata da dove può vedere suo padre riposare dall'ampia vetrata.

Entra titubante nella stanza, un'infermiera lo fa accomodare su una poltroncina accanto al letto, gli slaccia i polsini della camicia e gli arrotola la manica per prepararlo al prelievo. Col cotone disinfetta la pelle e subito dopo lo fora con l'ago, riempiendo in pochi minuti quattro sacche di sangue.

Si sente sfinito ma cerca di stare ancora sveglio, gli viene dato qualcosa da mangiare per riprendersi ma lui lo rifiuta, lo stomaco chiuso non gli giova.

Si fa medicare il braccio all'altezza del gomito dove è stato forato, poi viene lasciato solo con suo padre.

"Papà... ho bisogno di te... svegliati...!"

Sente la sua testa diventare leggera e gli occhi chiudersi da soli.

Piano piano perde i sensi, accovacciato su quella poltrona.

Da fuori, Gibbs assiste alla scena, preoccupato.

"Mi scusi, lei è un parente?"
"No. Sono un amico di famiglia... come sta?"
"Beh... come dicevo al Sig. DiNozzo... sarà davvero dura che riesca di nuovo a svegliarsi... purtroppo il suo cuore ha ceduto, polmoni, reni e fegato sono molto compromessi... ha avuto davvero grossi problemi di cuore.
Insufficienza cardiaca, infarto del miocardio, ... non so se si riprenderà, non posso attualmente dare garanzie, nemmeno per questa notte.
Il Sig. DiNozzo ha dato consenso di prelevargli tutto il sangue di cui suo padre ha bisogno... gli abbiamo già prelevato quattro sacche di sangue. L'unica mia preoccupazione è che non ha toccato cibo ed ha bisogno di riprendersi. Non è da tutti donare tanto sangue tutto in una volta... non credevo esistesse ancora gente altruista come quel ragazzo...!!"
"Per stare con suo padre ha dovuto lasciare a casa la compagna e il figlio nato appena cinque giorni fa... ha davvero ragione, non è da tutti!"
"Allora sarà davvero orgoglioso di lui! Io, che lo conosco da appena 10 minuti lo sono già!"
"Dottore? Posso fargli compagnia?"
"Certo, a patto che sia silenzioso. È ancora una fase critica..."
"La ringrazio."

Entra piano nella stanza cercando di non fare rumore chiudendo dietro di se la porta.

Si china davanti a Tony, lo guarda in maniera molto dolce e comprensiva, nonostante sia molto preoccupato per la sua salute. Si rialza e si fa posto seduto sulla stessa poltrona su cui dorme Tony, lo solleva leggermente sentendolo fragile e debole, lo fa sedere sulle sue gambe e lo stringe a se, di nuovo come ore prima a casa sua.

"Non sei solo, Tony... ci sono io qui con te...!! Non vado da nessuna parte, promesso!"

Lo sente sospirare leggermente, come se lo avesse sentito e si fosse fidato delle sue parole.
Gli bacia la fronte come farebbe un padre, gli accarezza i capelli dolcemente e lo culla come per tranquillizzarlo, per fargli capire che ciò che gli ha promesso è reale.

Rimane li a cullarlo per ore, fino al suo risveglio.

"Hei, Tony! Buongiorno!" sussurra come se parlasse ad un bambino, in fondo è quello che gli sembra di avere tra le braccia...
"Ciao... quando... sei arrivato...?"
"Ore fa..."
"Perchè mi hai... preso in braccio?"
"Perchè sapevo che ne avevi bisogno..."
"Allora... grazie..."
"Non devi ringraziarmi, per te questo ed altro! Il Dottore che ha in cura tuo padre mi ha detto cos'hai fatto per lui... sono davvero orgoglioso di ciò che hai fatto. Sei stato bravo..."
"Non ho fatto niente..."
"Gli hai dato una piccola e remota possibilità di sopravvivere... non è niente!
In più... so che non hai toccato cibo..."
"No. Non riesco a mangiare nulla e ti prego di non insistere anche tu... l'infermiera voleva imboccarmi a forza... le ho detto che posso spararle un colpo in testa senza che se ne accorga nessuno... non so perchè sia poi scappata!"
"Stare troppo tempo con Ziva ti fa male... Hai preso le sue abitudini da minaccia naturale...!!"

Tony si lascia sfuggire una piccola risata, quello che gli serviva a ricaricarsi per andare avanti.

"Tony... Ziva ha bisogno di te ora... vai da lei, io resto qui. Se ci sono novità ti chiamo, altrimenti ti vengo a prendere dopo pranzo... e vedi di mangiare oppure ci penso io, sono stato chiaro?"
"Sisi! Con quel tono di voce non posso che obbedirti, altrimenti me ne andrò prima di mio padre e, visto che voglio veder crescere Alex da vivo... mi conviene darti ascolto!"

'Bene- pensa Gibbs- il vecchio Tony è tornato!'

Se Si Potesse Non Morire 2 - Un Arrivo InaspettatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora