il racconto.

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ALLISON

Dopo aver parlato con Niall corsi nella mia stanza senza aprire bocca. I ragazzi mi avevano fatto alcune domande, ma non riuscivo a capire niente. Volevo solamente essere lasciata in pace, per una volta.

Stava succedendo tutto così velocemente, Niall poteva davvero essere tornato nella mia vita così? Da un giorno all'altro? Non poteva davvero essere tanto presuntuoso da pretendere che dopo tutto ciò che mi aveva fatto passare, io tornassi a parlargli, anche se avrei tanto voluto sapere perché se ne era andato.

Ho aspettato tanto a lungo una sua telefonata in attesa di una spiegazione, e ora che finalmente ero riuscita a "dimenticarlo" eccolo di nuovo qui. Però lui non si merita niente, tanto meno le mie scuse, qualunque cosa gli sia successa.

Mi addormentai per circa un'oretta, e quando mi risveglia notai circa 12 chiamate perse, 7 da Zayn e 5 da Jennifer. C'erano anche una decina di messaggi da parte loro, nella metà però c'era scritto solo "rispondi" o cose del genere. Gli scrissi di lasciarmi stare, che ero solamente stanca. E diciamo che non era del tutto falso, la mia mente aveva davvero bisogno di riposo. Troppe emozioni che non saprei neanche decifrare nello stesso momento.

Ero decisamente stressata, così decisi di andare in un bar, visto che erano le 14:10 e non avevo fatto né colazione, né avevo tantomeno pranzato.

Arrivata al bar, mi sedetti e ordinai un calzone. Appena lo finii mi feci portare un caffè espresso, e nel frattempo mi accesi una sigaretta. Sinceramente non mi piaceva fumare, non so neanche perché lo facevo. Anzi, forse lo so, per compiacere Zayn. Visto che in quel gruppo tutti lo facevano, non mi andava di rimanere esclusa. Mi portarono il caffè e ne bevvi un po', giusto per togliere quel saporaccio che avevo in bocca. Mentre stavo per spegnarla, per poco non sputai tutto il caffè che avevo in bocca.

"Da quando questa novità, Clary? Non dicevi che non avresti mai fatto una cosa del genere?" Disse indicando la sigaretta. "Ancora tu!? - risposi - Quando la smetterai di importunarmi? Io non ho niente da dirti." "Hai ragione, tu no, ma io ti devo una spiegazione." Aveva ragione, me la doveva, ma avevo troppa paura di essere ingannata ancora. "E io non la voglio sentire." "Ma dovrai. Ti prego Clary, ci metto 5 minuti." Alla fine spensi la sigaretta e cedetti, mi succedeva sempre così con lui, anche dopo due anni. "Ok. Però ad una condizione." "Dimmi tutto." "5 minuti. Non uno di più." Ero seriamente decisa. "Va bene, perfetto. Non un minuto in più." Detto questo, Niall incominciò a raccontare la sua storia. "Voglio fare una premessa, tutto quello che ho fatto, l'ho fatto per te." "Certo" lo interruppi. "Possa parlare? Non mi interrompere, per favore." "Ok, vai." Ricominciò a parlare. "Due anni fa, i primi giorni di settembre, mia madre mi disse che saremmo dovuti tornare in Irlanda. Io non sapevo come dirtelo, non volevo lasciarti sola, non volevo dirti addio. Così, per due settimane, feci finta di niente, come se tutto stesse andando come al solito. Ma non era così. Io ero intenzionata a dirtelo, però, quando vidi che senza di me non riuscivi neanche a mandare indietro un piatto disgustoso (quella lasagne, ricordi?) pensai che forse stavo facendo tutto tranne che proteggerti. Ti stavo rendendo solo più debole, perché tu magari pensavi che io potessi difenderti da tutto, ma non era così.

A quel punto, decisi che la cosa migliore da fare era andarmene. Andare via senza dirti niente, e non mi inventerò scuse del tipo "ho perso il tuo numero perché ho cambiato telefono", no, io l'ho cambiato perché tu non riuscissi a trovarmi. Lo so che può sembrare una cosa meschina, Clary, ma tutto quello che ho fatto, l'ho fatto per far si che tu diventassi forte, coraggiosa. Prima eri una bambolina di porcellona, crollavi alla prima spinta. Guardati adesso, invece, sei esattamente il contrario. Sei diventata potente, non ti lasci shiacciare da nessuno. Io credevo che solo così saresti riuscita ad allontanarti dalla tua vecchia vita, ad essere capace di andare avanti. E ti prego di non odiarmi per questo." Quando Niall smise di parlare non riuscivo neanche a guardarlo negli occhi. Le lacrime stavano rigando il mio viso, e non sopportavo che qualcuno mi vedesse così. Niall aveva torto, e il suo ragionamento era da stupidi. Aveva sbagliato in tutto ciò che aveva fatto. "Hai finito?" Chiesi. "Si.." Mi rispose. "Bene, perché voglio dirti anche io una cosa: tu non mi hai reso più forte Niall, sei stato capace solamente di una cosa." Lui mi guardò impaziente di sapere cosa stessi per dire. "Sei stato solamente capace di rendermi senza cuore. Io non riesco più ad amare nessuno. Non riesco più a fidarmi davvero di qualcuno, grazie a te." Detto ciò, presi la mia borsa, lascia cinque dollari sul tavolo per pagare, e me ne andai.

Mentre correvo per raggiungere gli alloggi dell'università, deviai per una delle stradine che facevano da traversa alla strada principale. Per fortuna in quel momento non c'era nessuno. Mi sedetti per terra ed iniziai a piangere. Pensai a Niall, a tutto ciò che avevamo fatto insieme, a quante volte mi aveva difeso e quante volte io ho lasciato fare gli altri aspettando che lui venisse ad aiutarmi. Ciò che aveva detto alla fine non era del tutto sbagliato: io ora non mi facevo più mettere i piedi in testa da nessuno. Ma questo non cambiava il dolore che mi aveva fatto passare.

Mi girava forte la testa, non capivo se lui avesse ragione o no. Alla fine, decisi di dargli anche io una spiegazione.

Tornai indietro al bar, sperando di trovarlo ancora lì. Mi asciugai le lacrime, ma quando arrivai lui se ne era andato. Probabilmente era un segno del destino, e noi due dovevamo rimanere lontani.

PS: scusate se questo capitolo è un po' più corto dell'altro, il prossimo sarà molto più lungo, prometto!

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