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NIALL

Ero incazzato nero con quella receptionist, ma per fortuna le cose andarono bene: la signora riuscì a trovarci una camera disponibile.

"Apprezzo il fatto che ti sia battuto così tanto per la camera, ma potevi essere più cortese!" Disse Clary cercando di soffocare una risata. "Forse." Sorrisi. "Allora, usciamo? Ho sentito dire che i parchi di questa città sono davvero belli." "Andiamo allora, che stiamo aspettando!"

Così uscimmo. Faceva molto freddo fuori, ed era tutto innevato. Entrammo in questo parco praticamente ricoperto di neve candida. C'erano un mucchio di coppie provenienti da tutte le parti del mondo che si abbracciavano per tenersi al caldo, così mi sedetti insieme a Clary su una panchina. "Hai freddo?" Le chiesi. "Un po'." Rispose, così l'abbracciai per cercare di riscaldarla. I nostri sguardi si incrociarono e per un momento pensai di avere tutto quello di cui avevo bisogno: lei. In quel momento sentivo di stare a casa, e non intendevo una casa "fisica", più che altro il luogo - o in questo caso la persona - che ti fa sentire bene. Perché infondo, la casa è dove si trova il cuore, o sbaglio?

Alla fine non ce la feci a resistere alle sua labbra e la baciai con tanta passione e desiderio, e fu un momento magico fin quando un passante non ci interruppe per dirci "trovatevi un albergo!". Avrei voluto prenderlo a cazzotti, ma mi trattenni. "Forse dovremmo davvero.." Dissi scherzando, anche se in realtà ero un po' d'accordo con quel signore. "Forse, ma siamo appena arrivati. Godiamoci un po' la città. A proposito, qual è la prossima tappa?" Chiese. "Non lo so, vedremo.." Risposi. "Vedremo? Per quanto tempo resteremo in quell'albergo?" "Io ho prenotato per tre giorni, calma." "Oh, okay.. Andiamo?" "Certo." Ci avviammo verso il centro, c'erano molti turisti in quel periodo. "Vuoi qualcosa di caldo?" Mi chiese indicando un chiosco di bevande calde dall'altra parte della piazza. "Si, andiamo insieme?" Chiesi. "Non ti preoccupare, resta qui." Disse. "Va bene, ti aspetto." "Cioccolata calda?" Chiese. "Qualsiasi cosa." Dopodiché si allontanò per raggiungere il chiosco. Io controllai il telefono per vedere se qualcuno mi aveva cercato, e trovai 2 messaggi di mia madre e uno di Harry. "Niall, spero ti stia divertendo. Perché non vieni a trovarci in Irlanda?" E "Niall, se rispondessi non commenteresti un omicidio." Questi erano quelli di mia madre. "Questo posto mi sembra così vuoto senza di voi, ma comunque: vi state divertendo?" Harry. Avrei voluto rispondere a entrambi, ma all'improvviso ebbi uno strano senso di protezione nei confronti di Clary, tanto che mi alzai e quasi senza pensarci la raggiunsi. "Come mai se venuto?" Mi chiese. Ma prima che le risposi, un rapinatore si avventò sulla borsa di una signora dietro di noi. Lo rincorsi e per fortuna riuscì a prenderlo in tempo. Gli diedi un pugno e stranamente lo stesi al primo colpo, riuscì a recuperare la borsa della signora ma lui sparì. Tornai vicino al chiosco, e tutti mi applaudirono per congratularsi con me. "Oh, che Dio ti benedica." Mi disse la signora a cui ridiedi la borsa. "Grazie mille." Disse ancora. "Si figuri." Risposi. Notai che Clary mi stava guardando con un'aria strana, e credetti di sapere quello che stesse per dirmi. "Ma come facevi a saper.." "Non lo so." Dissi prima che riuscisse a finire la frase. "Ti giuro che non lo so." Ridissi. Facemmo la fila e finalmente arrivò il nostro turno. Lei prese una cioccolata calda con i marshmellows ed io un tè caldo. "Che ne dici, torniamo in albergo?" Domandai dopo che avemmo finito di bere. "Si, sta incominciando a fare ancora più freddo." Rispose.

Così rientrammo, erano le 20:00 e decidemmo di andare a pranzare direttamente al ristorante dell'hotel. "Mi sono dimenticato di rispondere ad Harry e a mia mamma, ma con quello che è successo.." Presi il telefono ed inizia a digitare. "Ciao mamma, non so se passeremo in Irlanda, ti farò sapere. Baci." E "Anche a noi manchi. Qui tutto bene, più o meno. Ciao."

Dopo che ebbi finito di scrivere, Clary iniziò a parlare. "A proposito di quello che è successo oggi, - iniziò - credi che abbia a che fare con quello che diceva Jennifer? Con il "potere" speciale?" "Credo proprio di si." Risposi. Pensavo davvero che fosse quello, e come "potere" non era niente male. Sapere quando lei era in situazioni di pericolo mi faceva sentire come il suo angelo custode, e forse lo ero, ma quella situazione era troppo complicata da capire. Appena finimmo di mangiare andammo dritti in camera, la quale era molto accogliente e riscaldata. Sul letto c'era un bigliettino di scuse per l'errore che avevano commesso. Lo presi e lo poggiai sul comodino. Clary si buttò nella parte destra del letto e disse: "Oddio, non so tu, ma io sono piena." Poi si girò di lato. Mi stesi anche io affianco a lei ed iniziai ad accarezzarle i capelli. "Ti ricordi quello che è successo al parco?" Chiesi. Lei annuì. "Il signore che ci ha detto di andare in albergo?" "Posso farti una domanda?" Chiese all'improvviso. "Dimmi tutto." "Perché usi sempre questi giochetti per arrivare dove vuoi arrivare? Non ne hai bisogno!" Dopodiché si mise sopra di me ed ottenni ciò che avevo tanto sperato di ottenere: lei.

La mattina dopo mi svegliai verso le 8. Non avevo molto sonno, così andai in bagno a farmi una doccia.

Una volta uscito dal bagno, tornai nella camera da letto e, mentre osservavo Clary, notai che stava tremando. Mi avvicinai a lei per vedere se non era solo un'impressione, ma oltre a confermare la mia ipotesi notai anche che era bollente. Aprì la valigia e per fortuna notai che avevo portato anche un termometro. Le misurai la febbre e cinque minuti dopo lo tolsi. 39 e mezzo. Ero preoccupatissimo, ed ero realmente angosciato. Cercai di svegliarla dolcemente. "Ehi.." Dissi accarezzandole la guancia. Lei aprì gli occhi e mi guardò per pochi istanti. "Mi sento uno schifo." Disse. "Lo so, ti ho misurato la febbre, hai 39 e mezzo." "Cosa!? Come può essere successo?" "Forse hai preso freddo.." Dissi. "Mh, che palle. Questo viaggio è ufficialmente diventato una catastrofe. Perché tutto quello che cerco di organizzare va a rotoli? Tutto quello che sogno va a rotoli." "Ma non dire così.." Le dissi. "E invece si. Appena mi sento meglio torniamo a casa, non ho più voglia di restare qua!" "Ma che hai? È solo febbre!" "Oh, questa è solo la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Vai a prendere due biglietti aerei per domani, per favore." "Ma.." Cercai di replicare. "E basta con questi "ma"! Voglio tornare a casa, ti prego.." E così, senza un motivo preciso, scoppiò in lacrime. "Clary.." Dissi avvicinandomi a lei. "Che hai, perché piangi?" "Non lo so Niall, ma voglio tornare a casa." Rispose. "Oh, okay. Vado a prendere dei biglietti per domani, ma se non dovessi sentirti meglio?" "Compra delle medicine, o quello che vuoi, voglio solo tornare a casa.." Disse tra le lacrime. "Vado." Le dissi.

Uscì dall'albergo e chiesi ad un taxi di portarmi alla prima agenzia viaggi che avrebbe trovato. Dopo circa 7 minuti arrivai e feci i biglietti di ritorno per Los Angeles. Forse il mio portafoglio avrebbe ringraziato Clary per la sua decisione, ma io sentivo che c'era qualcosa che non andava. Dopodiché mi diressi alla farmacia lì affianco e presi ciò che era necessario per farle scendere la febbre.

Tornai in albergo e diedi a Clary i medicinali ed i biglietti. Lei era in piedi difronte la finestra e si era vestita. "Dovresti stenderti." Le suggerì. "Non ne ho voglia." Rispose, secca. A quel punto andai verso di lei e la tirai a me per il braccio. "Mi dici cosa hai?" Le chiesi. "Lasciami." Disse. Io obbedì. "Allora?" Domandai. "Non ho niente, anzi, mi sentì da Dio!" "Sei sempre così insopportabile quando hai la febbre!?" "Guarda, se non vuoi stare con me puoi anche andartene!" Gridò. "Ma cosa dici? Smettila, e abbassa la voce." Sembrava un'altra persona, non la mia Clary. "Ascoltami: voglio stare sola. SO-LA. Vuoi anche lo spelling?" "Ma perché?" Esitò per un attimo, ma poi rispose. "Perché se stai cercando amore, devi sapere che non vive più qui." Mi disse con uno sguardo rigido, privo di tutto. "Non sai quello che dici, vai a dormire.." "Non sono mai stata più sincera, Niall. Vai via. Cambia anche il tuo biglietto aereo, fai come ti pare. Ma lasciami." In quel momento notai che le stavano per scendere delle lacrime. "Perché fai così? Stai male anche tu, cosa ti ho fatto?" Lei fece segno di no con la testa e poi si mise a piangere. "Ti prego, dimmi cos'hai, non merito una spiegazione?" "Tu meriti qualcuno di migliore - disse - e per questo che te ne devi andare."

E così, dopo che mi ebbe cacciato dall'albergo, se così si poteva dire, andai a cambiare il mio biglietto. Non ne presi uno per l'America, bensì per l'Irlanda, per andare a trovare la mia famiglia. Ero ancora incredulo, perché si comportava così? Perché non voleva spiegarmi niente? Era tutto il giorno che mi ripetevo la stessa cosa, ed io non trovavo una risposta. Non era mai successo da quando stavamo insieme, ed ero davvero angosciato per la situazione. Clary sarebbe mai tornata veramente con me? Perché da un momento all'altro mi voleva fuori dalla sua vita!? E quella frase "meriti qualcuno di meglio", cosa poteva significare?

Una volta arrivato in Irlanda, tornai a casa, ma era vuota. Probabilmente mia madre era uscita, e così feci anche io. Non avevo ancora pianto, e questo era particolarmente strano, volevo scaricare le mie emozioni, in qualche modo, così andai dal mio amico Mark, lui avrebbe saputo cosa fare. Qualcosa che io non avrei mai davvero pensato di fare.

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