NIALL
Non avrei mai pensato di vivere un'emozione come quella. Vedere la mia bambina per la prima volta dopo cinque anni. La mia bambina. Non avrei mai pensato di avere una figlia, e non avrei di sicuro perdonato Clarissa per avermelo nascosto. "Quel Luke sa che sono il padre?" Chiesi. "Si.. L'ha scoperto sta notte." "Cosa? E non gli è cambiato niente?" "Oh si, ma vuole fingere solo per la bambina. Appena torneremo in Montana lui chiederà il divorzio." "Ti ho detto che per non finire in tribunale una doppia volta devi restare qui con la bambina!" "Non ti preoccupare, appena finite le pratiche tornerò qua." "Ma queste cose durano un'eternità!" Sbottai. "Niall, è inevitabile!" "Sai cos'è inevitabile? Che se non mi farai vedere mia figlia, io chiamo un avvocato." "Ma allora non senti! Brittany la potrai vedere quando vuoi, a partire da quando torneremo qui!" "Forse tu non hai capito: già è tanto che sopporto che lei non sappia che io sono suo padre. Dopo cinque anni in cui non l'ho mai vista, non voglio perdere neanche un giorno in più, ok?" "Dimmi cosa posso fare!" "Questi sono fatti tuoi." "Non ci sono altre soluzioni, mi dispiace. Ma se mi ami come dici di amarmi prova a capirmi.." "Ci provi gusto in questa cosa, vero? Ti piace vedermi soffrire come un cane perché sai che io non riuscirò più a ricostruirmi una cazzo di vita?" Mi fermai visto che tutte le persone presenti nel bar avevano iniziato a fissarmi. "Non è questo il posto buono per parlare. Capitolo chiuso, queste sono le mie condizioni. Vieni con me.." Le presi per il polso, quanto mi mancava.. Ma non era il momento giusto per pensarci. La portai con me fuori dal parco, vicino a dei grossi camion parcheggiati. "Perché mi hai portata qui?" Chiese. "Voglio sapere qualcosa su.. Brittany. E non voglio che nessuno senta o pensi male. Ti prego." "Tre minuti fa minacciavi di mandarmi in tribunale e ora vuoi che ti racconti di mia figlia?" "NOSTRA figlia." La corressi. "Come puoi? Se tu mi darai la possibilità di tornare in Montana a svolgere tutte le pratiche, ti dirò tutto quello che vuoi sapere." "Mi stai ricattando?!" "Tu mi stai costringendo a farlo!" Ci pensai su e giunsi alla conclusione che, anche se avessi dovuto aspettare un po' di più, avrei fatto la scelta giusta: avrei dato a Clary il tempo che le serviva per sistemare le cose. "Non più di due settimane." Precisai. "Davvero?!" "Si.." Sospirò. "Grazie. Hai lo stesso cuore che avevi 5 anni fa." "Già, adesso parlami di Brittany, voglio sapere tutto.." Così iniziò a parlarmi della bambina e mentre parlava provavo tanta invidia per Luke, perché aveva vissuto quelle cose al posto mio, ma infondo non era colpa sua e tutti sappiamo la verità. "Non saprei che altro dire, giuro.." Rise. "Sembra una bambina adorabile." Dissi. "Lo è." Mi rispose. Mentre smettevamo di ridire per una vecchia vicenda divertente che mi aveva raccontato, i nostri sguardi si incrociarono, ma non fu come tutte le altre volte in cui avrei voluto dirle tutte le cattiverie di questo mondo per quello che mi aveva fatto, questa volta nei suoi occhi vidi solo amore.
E non ce la feci più a trattenermi, tanto che la bacia. La baciai con tutta la disperazione che mi ero portato dentro per questi cinque anni. All'inizio pensai che non le avesse fatto piacere quel gesto ma, al contrario, ricambiò anche lei quel bacio. Sapevo che era sbagliato, era dannatamente sbagliato. Ma la volevo così tanto che per un attimo il resto del mondo scomparve. "Stai cadendo nella sua trappola un'altra volta, lei ti farà del male." Questo era ciò che il mio cervello continuava a ripetermi, ma poco importava. La baciai ancora con più passione, tanto che per poco non finimmo per terra. Lei scoppiò a ridere e così feci anch'io, dopodiché il silenzio assoluto. Eravamo entrambi super-imbarazzati. "Beh.. Io devo tornare da.. Brittony.. Cioè Brittany!" Disse Clary. "Ah, o-ok." Risposi. "Allora ci sentiamo in questi giorni, tanto il numero tuoi ce l'ho.." "Ok, perfetto." E se ne andò. Io mi voltai per andare via, ma ebbi una sensazione tremenda, come quella che sentì a Stoccolma. Mi voltai e notai che stava attraversando la strada e che una macchina enorme stava per venirle incontro senza che lei la vedesse. "Attenta!" Gridai prima di mettermi a correre e successivamente spingerla via da quella strada con tutta la forza che avevo. Per fortuna finimmo su un mucchio di foglie, e la caduta non fu particolarmente dolorosa. Almeno non per me. "Il mio sedere.." Si lamentò. "Dio Niall, non so come ringraziarti. Io non avevo proprio visto quella macchina.." "Io neanche, però l'ho sentito. Mi sono girato e l'ho vista arrivare, come a Stoccolma.." Dissi. "Il tuo.." "Potere." Finì la frase. "Da cinque anni a questa parte ho avuto pochissime volte questa sensazione. E se l'ho avuta, era molto debole. Non ti sei mai trovata in situazioni di pericolo, immagino.." Dissi mentre iniziammo ad alzarci da terra. "Effettivamente no, non puoi trovati in chissà quali situazioni di pericolo quando vivi in montagna isolata da praticamente.. Il resto del mondo." "In montagna, eh? Prima hai detto che devi tornare.. In Montana?" "Esatto. Perché?" "Sei tornata nel posto da cui sei scappata?" "Non esattamente, sono molti km da Helena." - (per i lettori: Helena è il capoluogo del Montana.) - "Ah, capisco.." "Bene, allora vado." Disse mentre si toglieva delle foglie dai capelli. "Aspetta." Le feci io. "Te ne è rimasta una qui.." Le dissi togliendogliela. Ci guardammo per un nano secondo negli occhi, e dopo lei tornò da Luke e Brittany.
ALLISON
Erano passati i giorni di vacanza a Los Angeles e appena tornati a casa Luke andò immediatamente da un avvocato. Brittany aveva cercato in tutti i modi di convincerci a non farlo e, anche se le sue lacrime avevano spezzato il cuore ad entrambi, divorziammo. Così, due settimane dopo, ero pronta per partire e tornare a Los Angeles insieme a mia figlia. Le pratiche durarono meno del previsto e Luke aveva detto che potevo fare ciò che volevo, bastava che gli permettersi di vedere la bambina ogni volta che avrebbe voluto. Prima della nostra partenza in macchina, osservai Brittany che salutava quello che lei pensava fosse il suo papà. Era così dolce. "Papà, perché non vieni con noi?" Continuava a ripetergli. "Non posso - diceva lui - ma sono sicuro che ti troverai benissimo a Los Angeles con la mamma." "Mi mancherai tanto." Gli disse buttandosi tra le sue braccia. "Ti voglio bene amore mio." Disse Luke dopo che l'abbraccio si sciolse. "Ora vai, mamma ti aspetta." Lei annuì e si diresse verso di me. Salì in macchina e a quel punto toccò a me salutare Luke. "Mi dispiace che sia finita così." Furono le uniche cose che riuscì a dire. "Non sai quanto a me." Disse lui. Dopodiché salì in macchina e indossai gli occhiali da sole per nascondere le lacrime. Io volevo davvero bene a Luke, ma ero riuscita a perderlo, a farlo allontanare da me. Sono bravissima a fare allontanare le persone, a quanto pare.
Per almeno un'ora di viaggio Brittany non disse una parola. "Vedrai che ti troverai bene a Los Angeles, è una città grandissima, conoscerai un sacco di gen.." "Zitta!" Gridò. "Non mi interessa niente di Los Angeles, non mi interessa che ci sia Disneyland o tutto quello che dici tu! Tutto ciò che voglio è stare con papà, avere una famiglia unita, come quella di qualche settimana fa. Ora invece vi siete lasciati da un momento all'altro senza mai dirmi il motivo e non mi avete mai chiesto se per me andasse bene o se comunque stessi bene! Beh, te lo dico io se sto bene: No! Odio te per non essere riuscita a trattenere papà e odio papà per aver.." Scoppiò a piangere. Io fermai la macchina in uno piccolo spaziale. "Ti prego non piangere." Ma lei continuò. "Non credevo fossi così saggia, sai? E comunque a me e papà importa tantissimo di come stai, tu sei la cosa più importate per noi due.." "Ecco perché papà non ha detto niente sul fatto che ce ne andiamo, perché ci tiene, come no.." "Ma no, perché sa che potrà venire quando vorrà per vederti. E non pensare che questa cosa sia dolorosa solo per te, lo è stata anche per noi due, non volevamo finisse così." Dissi. "Ma io lo voglio vedere adesso.." "Adesso non si può, ma potrai chiamarlo o video chiamarlo quando vorrai!" "E se avessi bisogno di un suo abbraccio o del suo bacio della buonanotte?" "A quel punto interverrò io che ti darò non UN bacetto, ma due, tre o quanti ne vuoi. Farei di tutto per vederti sorridere." "Davvero?" Disse mentre un sorrisetto nasceva tra le lacrime. "Davvero." E l'abbracciai. "Comunque non è vero che ti odio, io ti voglio tanto bene mamma." "Lo so amore mio, lo so." "Toglimi una curiosità: dove andremo a vivere?" Chiese mentre mi rimettevo al volante. "Un amico di mamma, tesoro." "Uno dei tuoi amici di Los Angeles?" "Si, ovviamente." "Come si chiama?" Sospirai. "Niall Horan."
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best thing i never had
FanfictionDopo tutto il dolore che aveva provato, Clary, o meglio Ali, aveva cambiato totalmente stile di vita. Finché la persona che ha segnato il suo passato non ritorna, questa volta però, è tutto diverso.