tutto quello che hai fatto è stato distruggermi.

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ALLISON

Ero incazzata nera con Niall, okay che è Natale e si dovrebbe perdonare tutto, ma quando è troppo è troppo! La sua cuginetta sembra una ragazza uscita da una di quelle riveste di moda. È alta, occhi azzuri e capelli biondi. Ha una carnagione chiarissima, e sembra tanto graziosa. Tutto il contrario di me, insomma. Ad un tratto mi squillò il cellulare, pensai che fosse Niall ma non era così. Era Jennifer! "Pronto?" "Ali! Finalmente riesco a parlarti!" "Jenni! Sei arrivata?" "Proprio ora. Tu non hai idea di quanto sia stancante stare 21 ore in aereo. Non sento più le gambe per quanto tempo sono stata seduta." Iniziai a ridere. "Posso immaginare.." Dissi. "No, non puoi. Tu che fai? Sei con Niall?" "Io sono qui a Dublino, ma non sono con Niall." "Come no? Cos'è successo?" "Ti ricordi che ti avevo parlato di una certa Kate? Di sua cugina?" "Beh? Non dirmi che non è davvero sua cugina!" "Esatto! E per di più sembra una modella. Poi ho scoperto che aveva un'ex di cui non mi ha mai parlato prima di me, e non aveva neanche detto a sua madre che noi stavamo insieme!" "Scherzi?" "No. Ma questa non è la cosa peggiore.." "Ma che cazzo!" "Ascoltami: ero decisa a dirgli tutto quello che provavo per lui, che lo amavo, e sai cosa ha risposto?" "Non dirmelo.." "Non mi ha risposto. Mi ha fatto capire che lui non mi ama, in poche parole." Le lacrime iniziarono a scendere dai miei occhi senza quasi che me ne accorgessi. "Ti prego non piangere.." "Queste vacanze sono appena iniziate e sono già uno schifo. Io non voglio v.." Non riuscì a finire la frase perché mentre passavo la strada, ero talmente presa dalla conversazione, che non feci neanche caso alle macchina, finché non sentì una botta incredibile. "ALI? ALLISON CHE È SUCCESSO?" Sentì Jennifer gridare dall'altro capo del telefono, dopodiché vidi solo le tenebre.


"Allora? Come sta?" Sentivo la voce di Niall rimbombarmi nella testa, ma cosa diavolo stava succedendo? Piano piano aprì gli occhi, ero completamente stordita. "Ma che succede?" Alzai la schiena e notai che avevo addosso il camice dell'ospedale e che il mio braccio era ingessato. Sentivo un dolore incredibile alla gamba sinistra, che però non era ingessata come il braccio. "Oh santo cielo! Stai bene? Come stai? Oddio!" Era Niall. "Niall? Ma cosa è successo?" Chiesi. "Una macchina ti ha investito. Quel bastardo maledetto se ne è anche andato lasciandoti sola. Per fortuna una sinora anziana se ne è accorta e ha chiamato l'ambulanza." "Io.. io non ricordo niente di tutto questo." "È normale, signorina. Dopo la botta è svenuta. Probabilmente non si ricorda niente per via dello shock. Mi dica, qual è l'ultima cosa che si ricorda?" Intervenne il dottore. Cercai inutilmente di ricordare qualcosa di quell'ultimo giorno, ma niente. "L'ultima cosa che ricordo è che ho preso l'aereo per venire qui, in Irlanda. A proposito, che giorno è?" Chiesi. "È la vigilia di Natale. È rimasta a letto due giorni. Non è stata una grandissima botta, ma ha avuto comunque una frattura al braccio." "Mi fa male anche la gamba sinistra.." Dissi. "Si, lo sappiamo, ma ha solo un grande livido e niente di rotto. Guarirà in qualche giorno, per il braccio, invece, ci vorranno almeno 3-4 settimane." "Oh, capisco. E quando potrò uscire?" "Ora ti teniamo per degli ultimi accertamenti per circa un'oretta, se tutto andrà bene, potrai tornare a casa." "Bene." Il dottore mi fece degli ultimi accertamenti, e per fortuna tutto andava bene, quindi dopo un'ora e mezzo tornai a casa di Niall. Eravamo in macchina, Niall guidava senza dire una parola. "Posso farti una domanda?" Chiesi. "Dimmi tutto." Disse. "Cosa è successo quest'ultimo giorno? Non mi ricordo niente." Lui esitò un attimo prima di rispondere. "Hai rivisto mia madre, abbiamo fatto un giro della città e basta.." "Ma se siamo stati sempre insieme come hanno fatto ad investirmi?" Lui sospirò e poi rispose. "Io ero ad un bar e tu in un negozio la vicino, mentre attraversavi la strada eri al telefono, evidentemente non hai sentito la macchina e ti hanno investito. Comunque sia tu stavi sulle strisce, e lui che ha sbagliato. Se solo avessimo la targa di quel mascalzone." Disse infine. Ad un tratto mi squillò il telefono, era Jennifer e risposi. "Jennifer?" "Ali! Stai bene? E da due giorni che non ho tue notizie! L'ultima cosa che ho sentito è stato il rumore di una macchina che ti sbatteva contro! Mi sono preoccupata così tanto.." "Non preoccuparti Jenni, sto bene. Ho solo una frattura al braccio e un livido che mi passerà in pochi giorni sulla gamba.." "Chiamalo niente!" "Ma si, ora sto bene. Sono in macchina con Niall e mi sta portando a casa, è stato dolcissimo a rimanere con me questi due giorni." Guardai Niall e gli sorrisi, lui ricambiò ma non sembrava molto preso dal discorso. "Ci mancherebbe, dopo quello che mi hai raccontato.." "Cioè?" Chiesi. "Come? Non ti ricordi? Tutto quello che mi hai detto su Niall l'altro ieri.." "No, non ricordo niente. Niall mi ha detto che mi ha solo portato a fare un giro della città." "Con chi stai parlando?" Chiese all'improvviso lui. "Con Jennifer." Dissi. "Potresti chiamarla dopo? Siamo arrivati.." "Certo. - dissi a Niall. - Jennifer, ti richiamo dopo, ok? Ora siamo arrivati e devo scendere, e non è proprio facile con questo gesso.." "Va bene, a dopo." Jennifer chiuse il telefono e misi anche io il mio in tasca. Niall mi aprì lo sportello della macchina e iniziò a parlare con un buffissimo accento francese. "Prego, signorina." Disse porgendomi la mano. "Grazie mille, signore." Gli porsi la mia mano funzionante e lui mi aiutò ad uscire. La mia gamba non stava ancora alla grande, infatti zoppicavo un po', infatti Niall mi aiutò. Quando arrivammo in casa c'era la mamma di Niall che ci aspettava d'avanti alla porta. "Ragazzi, finalmente! Come va?" Era la prima volta dopo due anni che rivedevo la mamma di Niall, visto che non mi ricordavo di averla vista il giorno prima. Sembrava invecchiata di almeno 10 anni. Aveva le borse sotto gli occhi, e la schiena si era molto incurvata. Aveva i capelli molto più lunghi di quanto ricordavo, segno che probabilmente non li tagliava da almeno 2 anni. Cosa le era successo per cambiare così? "Tutto bene. Ho solo bisogno di un po'.. Di riposo." Dissi. "Perfetto. Niall, accompagnala di sopra. È già tutto pronto." "Ok, mamma." Salimmo le scale e Niall mi indicò qual era il mio letto. "Devo chiamare Jennifer.." Dissi. "Posso farti una confessione?" Disse Niall. "Certo." Dissi io posando il telefono sul comodino accanto al mio letto. "Quando..quando ti ho visto in ospedale mi sono chiesto una cosa: come sarebbe la mia vita senza di te? E lo so che siamo stati lontani per molto tempo, ma sapevo comunque che tu stavi ancora bene e e che un giorno avremmo potuto rivederci di nuovo. In questi giorni, invece, mi sono chiesto proprio come avrei fatto a vivere sapendo che non ti avrei rivista mai più. Sapendo che non abbiamo ancora fatto un ventesimo di tutte le cose che ci siamo promessi di fare. Sapendo che tu ti saresti meritata qualcosa di molto di meglio. E se ti fosse successo qualcosa di più grave, mi sarei incolpato per sempre per averti fatto venire con me. Mi sono sentito malissimo, perché sei una delle persone più importanti della mia vita e non voglio perderti." Aveva le lacrime agli occhi e non riusciva più a parlare, così intervenni io. "Niall, non lo pensare neanche. Se fosse successo qualcosa di peggio non sarebbe mai stata colpa tua, perché è stata mia le decisione di venire. E sono stata io che non ho fatto attenzione sulla strada, Niall, tu non c'entri niente, e non pensarlo neanche, ti prego!" Mi venne l'impulso di abbracciarlo, ma lasciai perdere quando vidi il mio braccio. Così lo baciai, senza un perché, volevo semplicemente rassicurarlo. Ma lui all'improvviso si staccò da me. "No, tu non lo meriti.." Disse. "Cosa?" Niall si sedette sul letto, piangeva a singhiozzi ed io non avevo idea di cosa gli stesse passando per la testa. Mi sedetti accanto a lui e gli accarezzai la schiena. "Calmati, Niall, e cerca di parlare." Dissi. "È una storia lunga.." Disse lui. "Racconta pure." "Bene - iniziò - inizio col dirti che non ti ho raccontato tutta le verità su un po' di cose.." La cosa iniziava a preoccuparmi. "E non so da dove iniziare.." "Dal principio, Niall." Dissi io. "Ti sei chiesta perché mio padre non c'è?" "Non è a lavoro?" Lui fece di segno di no con l testa. "Due anni fa, verso metà agosto, si ammalò moltissimo e il medico gli disse che aveva pochissimi giorni di vita, ed era così. Perciò, prima di morire espresse solo un desiderio: morire qui, in Irlanda. Tornare nella sua terra d'appartenenza. Così io e mamma non ci pensammo neanche due volte e gli dicemmo di si, volevamo che vivesse al meglio quei suoi ultimi giorni.." Ora capisco perché la mamma di Niall era in quelle condizioni, non si deve essere mai veramente impresa dalla morte del marito. "Comunque, - continuò - io ero devastato. Non volevo che mio padre ci lasciasse, ed inoltre credevo che saremmo tornati in Irlanda per poco tempo, ma non era così. Quando mio padre morì le cose andarono malissimo. Mia madre non si allontanava da letto, non aveva forza per fare niente. Era distrutta, ed io ho dovuto mandare avanti tutto. Mio fratello non era neanche in Irlanda in quel periodo, perciò. Però non te l'ho mai detto per il motivo che già sai. Poi sono tornato in America quando mia mamma ha incominciato a riprendere la sua... Vita." Annuì con la testa. "Niall, mi dispiace così tanto.." "Non ho finito. Ti prego, lasciami finire perché se non dico ora quello che sto per dire non lo farò mai." "Ok, vai.." "Ti ricordi di Kate? Mia cugina?" "Certo." "Bene, lei non è mia cugina." Come no? E allora chi poteva essere? "No, lei è la mia ragazza." Sentì come se un lama mi stesse trafiggendo il cuore. "O meglio, lo era. Perché l'altro giorno, quando ho capito che se avessi perso te avrei perso tutto, ho capito che sei te l'unica che voglio." Sentì le lacrime che iniziarono a rigarmi il viso, non poteva averlo fatto davvero. "Perché? Perché hai fatto una cosa del genere?" Dissi cercando di non piangere a singhiozzoni. "Cercavo di proteggerti da qualsiasi cosa che poteva feriti come avevo fatto io in passato." "Ti prego, smettila!" Gridai. Ormai non ce la facevo più a trattenermi dal piangere. "Questa storia del "proteggermi" è una stronzata! Non ho più 15 anni, Niall. Posso cavarmela da sola! L'unica cosa di cui avevo bisogno era qualcuno di cui potessi fidarmi, ma evidentemente ho sbagliato persona. Non c'è nessuno di cui io mi possano fidare ciecamente. Sono sola!" "Ti prego, non dire così.." disse Niall. "E invece dico proprio così, perché mi sono stufata di tutte le tue bugie! Voglio prendere il primo aereo per l'America e non vederti mai più! Sei un essere mostruoso. Tu dovresti sapere cosa significa soffrire, e allora non avresti dovuto fare quello che hai appena fatto. Perché sto completamente di merda! Uno schifo totale. E dire che cercavi di rendermi forte, questa volta non servirà. Perché piano piano stai facendo solo una cosa: distruggermi. Tutto questo che hai fatto è stato distruggermi! Tutto!" Spalancai la porta di camera sua e corsi in bagno piangendo. Chiusi la porta a chiave e nel frattempo sentì Niall che tirava calci alla porta dicendo "apri!" Ma io non lo consideravo. Cacciai il cellulare che ero riuscita a prendere prima di correre in bagno, e cercai su internet il nome di una qualsiasi agenzia di viaggi irlandese. La trovai è ordinai un biglietto per Los Angeles, anche se a un prezzo allucinante, che sarebbe partito alle 6pm. Aprì la porta e trovai Niall seduto la vicino, a terra. Lo guardai per un istante e notai che aveva un foglio bianco in mano, poi mi incamminai verso la sua camera. "Cosa hai intenzione di fare?" Mi chiese. Io non lo guardavo, ero impegnata a prendere le poche cose che avevo cacciato e rimetterle in valigia. "Torno a Los Angeles. Sono stati due giorni di infernali!" "Ma.." "Niente ma. Ho preso la mia decisione! Dov'è la mia borsa? Ah eccola." Era vicina al letto di Niall. "Addio, Niall." Presi il mio giubbotto e corsi giù, uscì di casa sbattendo la porta. Non ci sarei tornata mai più.

Due oro dopo ero sull'aereo diretto a Los Angeles. Accesi il telefono e notai tutti i messaggi e le chiamate perse da parte di Niall, li ignorai tutti. Feci per prendere le cuffiette dalla borsa, quando notai un pezzo di carta. Era una lettera da parte di Niall, ma non mi importava, non l'aprì neanche e la strappai a metà. Dopo otto ore arrivai, era ancora pomeriggio presto a Los Angeles. Ripensai a i miei due giorni passati in Irlanda: i peggiori di sempre.

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