Mashton n°2

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(Sempre narrato dalla parte di Ashton.)
(Contiene molto linguaggio volgare. Ma who cares.)

Io e Michael rimanemmo soli nella macchina, in silenzio, mentre Les si allontanava di corsa, diretta verso l'atrio.

"Si può sapere che ti prende, Ashton? Ho fatto qualcosa di sbagliato?"

"Sapessi..."

"Almeno dimmi cosa diavolo avrei fatto, e smetti di farmi sentire così in colpa per qualcosa di cui non ho idea!"

"Scusa, ho avuto una reazione esagerata. Non è successo nulla."

"Certo Ashton, ed io sono Obama. Ma che cazzo, dammi una risposta!"

Posteggiai la macchina, e attivai l'antifurto.

Iniziai ad avviarmi verso la scuola, ma Michael mi fermò.

"Ti stai comportando da immaturo! Smetti di essere così offeso, non ricordo niente! È accaduto domenica?"

"Sì."

"C'entro io?"

"Sì."

"Ti ho picchiato? Ho insultato qualcuno? Ho provocato una rissa? Che diavolo è successo? Questa tua cazzo di indifferenza mi sta uccidendo!"

"Come se fosse colpa mia, no?"

"Almeno dimmi in faccia cosa è successo, anziché nasconderti dietro tanti stupidi giri di parole, sii uomo, per una volta!"

"Dici a me di fare l'uomo? Sei tu che sei andato ad ubriacarti perché non avevi un cazzo da fare! Alle dieci sono dovuto venire a recuperarti nel quartiere più malfamato della città! Eri già ubriaco fradicio!"

"Avrò avuto i miei motivi per ubriacarmi, non pensi?"

"Chi volevi dimenticare, l'ennesima ragazza che ti eri scopato?"

"Ma per chi mi prendi? Non scopo da settimane, ed è solo colpa tua!"

Socchiusi gli occhi, puntandogli un dito contro.

"Colpa mia? MIA? Nessuno ti ha mai vietato di scoparti tutte quelle che incontri per strada, cazzo!"

"Va contro i miei principi morali, stronzo! Smetti di farmi passare con il puttaniere di turno, quando sai benissimo che io non sono così!"

"Hai ragione, scusami, me la prendo tanto per qualcosa di inesistente."

Iniziai ad allontanarmi, e a camminare verso il cortile della scuola, ma Michael mi bloccò nuovamente.

"Che c'è ancora?"

"Tu non me la racconti giusta. Cosa non mi stai dicendo?"

"Ti ho detto tutto, Michael. Ti ho caricato in macchina, ho chiamato tua madre, le ho detto che ti fermavi a dormire da me, e appena arrivati a casa tu ho buttato sul letto e tu... ti sei addormentato."

"Chissà perché questa storia non mi convince."

"Tu stai male. E tanto, anche."

Morsi il mio labbro inferiore nuovamente, cercando inutilmente di placare la mia ansia. Non volevo che scoprisse del bacio né di cosa mi aveva detto.
Non aveva senso comunque, dato che era ubriaco e che quelle cose non le pensava veramente.

Sospirai ed entrai nell'atrio, dirigendomi verso il mio armadietto, quando venni interrotto nuovamente da Michael.

"Sei una persecuzione. Cosa vuoi ancora?"

"Tu mi nascondi qualcosa. Devi dirmi cosa diavolo succede, perché altrimenti, continuerai a prendertela con me. Ed io non voglio che tu lo faccia."

Inspirai ed espirai a fondo, cercando di calmarmi. No, non glielo avrei detto. Non avrei rovinato la nostra amicizia per qualche stupida parola detta da ubriachi. No.

"Ashton."

Chiusi di scatto l'armadietto, e Michael si spaventò, indietreggiando velocemente.

"Che diavolo..."

"Vuoi saperlo? Mi hai baciato, hai iniziato a fare uno stupido monologo sul fatto che io non ti vedessi nient'altro che come amico, e poi ti sei addormentato. Sei contento adesso?"

Gli occhi di Michael si illuminarono leggermente.

"Desideravo così tanto sentirtelo dire."

"Cosa?"

How To Be(come) The First Choice: Luke HemmingsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora