Mashton n°5

45 8 3
                                    

(Ultimo capitolo mashton, scommetto che adesso state ballando di gioia, perché mi odiate perché sto facendo soffrire Ashton.)

(Sempre narrato dalla parte di Ashton. Sto ridendo, okay.)

Avevo fatto sesso con Michael.
In macchina.
In un posto deserto.
E per due giorni non mi ero presentato a scuola.

Ero così dannatamente codardo, avevo solo paura di quello che sarebbe potuto succedere.
In fondo, eravamo amici da tanto, e questo inconveniente avrebbe potuto provocarci solo dolore.

O magari, avrebbe potuto darci la felicità.
L'unica cosa di cui ero sicuro, era che non sarei mai riuscito a saperlo, restando a casa sotto le coperte.

Mia madre si chiedeva se un virus mi avesse colpito, se avessi una malattia contagiosa, ma la mia risposta era sempre la stessa, netta e precisa.

Non avevo niente, se non l'ansia di rivedere Michael.

Avrei ammesso qualsiasi cosa pur di non uscire di casa.
Così, quando per il terzo giorno consecutivo rimanevo a casa, avendo paura del mondo, preparai un cappuccino e iniziai a vedere la seconda stagione di Once Upon A Time.

Il campanellò suonò, e pensai subito a mia madre, che probabilmente aveva dimenticato le chiavi della macchina.
Mi alzai dal divano sbadigliando, e stringendomi nel pigiama a causa del freddo.

Aprii la porta.

"Oh, sei ancora vivo."

"Uhm, sì."

"Posso entrare o devo gelare qua fuori?"

"Perché non sei a scuola?"

"Perché volevo vederti. Ti sei volatilizzato dopo quello che è successo, e la tua scomparsa mi ha destabilizzato."

Lo feci entrare e lo feci mettere vicino la stufetta, dandogli una coperta.

"C'è veramente così freddo, fuori?"

"A momenti il mostro delle nevi viene a farti visita."

"Apprezzo la tua sincerità."

Mi sedetti sul divano, e mi girai in modo tale da averlo di fronte a me.

"Dobbiamo seriamente parlare di quello che è successo, Ashton."

"Per forza?"

"È stato davvero da codardi nascondersi per tutto questo tempo. Ho ancora i succhiotti che mi hai fatto, ciò che è fatto è fatto." Abbassò leggermente la maglia, facendomi vedere una chiazza rossa accanto al collo.

Oh mio dio, che visione eccitante.

"Lo so."

Stetti in silenzio un po', guardandolo negli occhi, sperando di cogliere qualche segno sulle sue emozioni.

"Ashton, ho seriamente paura a dirtelo, ma... penso di essere innamorato di te. So che non è il massimo, anche perché siamo amici da così tanto tempo che magari stare con me non è un'opzione contemplata nella tua mente, ma... volevo dirtelo."

"Michael, pensi che potrebbe durare?"

"Ti sono stato accanto per otto anni, guardando un sacco di ragazze finire a letto con te, mentre io non potevo nemmeno baciarti. Quindi sì, se sono riuscito per cinque anni a non toccarti, e a volerti anche solamente standoti accanto, sì, potrà durare."

Sorrisi, sorrisi così tanto da temere una paresi facciale.

"Penso che tu mi piaccia veramente tanto, Michael."

Sorrise anche lui, avvicinandosi a me, e abbracciandomi forte.

"Saremo amici oltre ad essere... fidanzati?" Chiese lui.

"Oh sì, saremo amici, oltre ad essere fidanzati. Oh, mi piace questa parola."

"A me piaci tu."

E ci baciammo di nuovo, sempre più a fondo.
Ed in quel momento capii, che Michael mi era sempre piaciuto, anche quando era solo un amico.

How To Be(come) The First Choice: Luke HemmingsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora