Amo Mio Cugino

sette

Guardai in basso e vidi, con mia grande sfortuna, che c'era un evidente rigonfiamento nei pantaloni. Lo guardai e quando incontrai il suo sguardo divertito, arrossii.
"Tranquillo piccolo, è normale" mi sorrise. Accese il motore della macchina per poi partire.
Arrivammo all'aeroporto circa una mezz'ora dopo, ridendo come matti.
Il viaggio era passato ricordando tutto quello che avevamo fatto da bambini. "Ti ricordi quella volta in cui tu sbattesti la testa sul tronco di un albero?" Disse con, ormai, le lacrime agli occhi dal troppo ridere. "Si hahaha"

Facemmo il check-in in circa dieci minuti e poi, mano nella mano, ci imbarcammo sull'aereo alla ricerca dei posti 67-68.

Sei ore dopo

"Benji" dissi scuotendolo lentamente. Niente. "Benjamin" dissi ancora un volta, nessun segno di vita.
Mi slacciai la cintura e gli salii a cavalcioni ignorando la gente che scendeva da quell'aggegio.
Iniziai a strusciarmi su di lui e, improvvisamente, spalancò gli occhi.
Sorrisi, era proprio quello che volevo.
"Che fai? Ma sei matto?" Disse ancora sotto shock, "non ti svegliavi!" Disse per difendermi, ma sapevo pure io, che non lo avevo fatto solo per quello.
Lui mi attirò a se e mi baciò non curandosi di nulla.

"Benjamin! Dobbiamo trovare un hotel! Non possiamo mangiare caramelle tutto il giorno" disse sorridendo divertito dalla sua esclamazione.
"Ti prego Federico comprami le caramelle" mi aveva detto ed io avevo riso. Glie le avevo comprate e lui, una volta finite, ne voleva ancora.

"Vabbene, dai andiamo in cerca del l'hotel" disse prendendo la mia mano.
"Guarda ben! Uno è lí" dissi ma prima che facessi un passo lui mi fermó.
"Andiamo in quello" disse indicando l'hotel di fronte a quello che avevo proposto io. Lo guardi stranito "perché?" Lui mi guardo. " Le camere sono antisonorizzate"  corrucciai la mia fronte. "E allora?" Lui mi guardò serio, "ti voglio Federico"

EHILÀ
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Ciauu