Ventotto

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Federico
Avevamo cercato in tantissimi hotel ma ognuno era pieno, mi facevano male le gambe dal camminare ma non volevo dirlo a Ben per non risultare un bambino. "Quanto manca?" Chiesi solamente. "Non ci sono più hotel in questa strada ma c'è una piccola capanna abbandonata più in là, stanotte rimarremmo là" mi disse e mi prese la mano. "Sei stanco?" Mi chiese. "Un pó" dissi abbassando lo sguardo imbarazzato. "Vieni" mi senti sollevare da terra e, in pochissimi secondi, mi ritrovai in braccio a lui con la testa sulla sua spalla. "Ti peso Ben" dissi ma lui scisse la testa e rise. "Federico sei più magro di uno stecchino, cosa vuoi pesare?" Disse e io sorrisi baciandoli la fronte.

La camminata, per Benjamin, durò più di dieci minuti, dopo i quali, la capanna ci si presentò davanti. Mi mise giù e mi prese la mano, "Vieni piccolo" disse e io lo seguii.  Era vecchia e il freddo si faceva sentire molto bene. "C'è freddo vero?" Disse e io annui fiondandomi fra le sue braccia "amore" disse. "Dimmi" chiesi con la voce bloccata per via del petto di Benjamin. "Sei felice?" Chiese. Lo guardai negli occhi "Quando sono con te sono sempre felice. Tu mi rendi felice" dissi e gli lasciai un bacio a stampo su quelle labbra che tanto amavo.

Amo Mio CuginoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora