venti

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Ricominciammo a baciarci ma fummo interrotti dal suonare del telefono della limousine, segno che eravamo arrivati.
Infatti pochi istanti dopo l'autista ci venne ad aprire e, dopo aver fatto mettere la camicia a Federico, scendemmo dall'auto e ci dirigemmo al nostro hotel.

"Dai Benjamin, non riesco ad aprire se fai cos..aaahh" disse gemendo.

Federico

Finalmente, dopo aver detto a Benjamin di finirla di toccarmi lì sotto, siamo riusciti ad entrare. Chiusi la porta, Ben mi prese per la camicia e me la strappò, rompendo i bottoni. Si inginocchiò velocemente e mi tirò giù la lampo dei jeans che finirono sul pavimento pochi secondi dopo, seguiti poi, dai boxer.
Respiravo affannosamente, lo feci alzare e inizia a spogliarlo. "Federico ah" disse quando gli levai i boxer. Mi trascinò sul letto, mi si mise a cavalcioni  e, senza preavviso, inizó a strusciarsi, nel vero senso della parola, su di me. Sbarrai gli occhi e attaccai le mie mani alle piccole sbarre dietro, che costituivano la parte anteriore del letto. "Ahhh Ben, vengo" gemetti ma lui non mi ascoltò, anzi.
Senza smettere di strusciarsi, apri il cassetto e estrasse del lubrificante. Lo aprì e se ne mise in pó su due dita della mano destra. "Federico sei un dio" infiló tutte e due le dita insieme e io, per qualche secondo, persi il fiato. Iniziò a muoverle e, quando gli dissi che stavo per venire, le tolse. "Benjamin voglio venire stanotte" dissi affannosamente. Lui rise e mi girò a pancia in giù. Mi aprì le natiche e inizó a lubrificare la mia apertura con la sua saliva. "Benjamin Cristo" gemevo oscenamente, mentre lui continuava il suo "lavoro".
Ad un certo punto, mi morse, ed io urlai di piacere.

EHILÀ
Spero vi piaccia.
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