Sunny day.

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New York, 19/06.
Ho finalmente finito il quarto anno di liceo, ed ora inizia un'altra estenuante estate. Ho deciso di non partecipare alla cerimonia di consegna dei diplomi, me lo consegneranno via mail, e dovrò trovarmi un lavoro, possibilmente decente. "Mer!" interrompe i miei pensieri Harry.
Mi giro per trovarlo che corre verso di me, con i suoi jeans stretti neri e la sua t-shirt bianca, due libri in mano e le chiavi della macchina nell'altra.
"Muovi il culo Styles!" grido passandomi una mano tra i capelli, mossi dal vento. Il caldo inizia a sentirsi e non ho alcuna voglia di camminare fino a casa. Mi raggiunge lasciandomi un leggero bacio sulla guancia, che evito leggermente.
"Vieni in macchina con me?" mi chiede mostrando le chiavi e infilandosi gli occhiali da sole.
"Ovviamente, senti che caldo." rispondo afferrandole e dirigendomi verso la sua Range Rover nera. Ha fatto un vero affare l'anno scorso comprandola all'asta, mi chiedo solo quanto durerà con questo deficiente. Apro lo sportello del guidatore e salgo sul veicolo, posando la borsa sul parabrezza. Sento Harry chiudere l'altro sportello e metto in moto, indirizzandomi verso casa mia. Passeremo il pomeriggio da me, credo, deciderà Harry dopo. Lo vedo accendere lo stereo e subito mi muovo per abbassare il volume, ma la mia mano viene catturata dalla sua, ed entrambe si posano sulla sua coscia. Harry tiene forte la presa, e sento la mia mano sudare nella sua, fredda nonostante il caldo. Entro nel garage del mio condominio, parcheggio la macchina e scendo, dirigendomi verso l'ascensore. Sento Harry dietro di me, spingo il pulsante per il nostro piano e aspetto in silenzio, ma lui decide di parlare: "Com'è andato l'ultimo giorno?"
"Di merda come gli altri. Il tuo?"
"Io e Tomlinson abbiano rotto il cazzo a tutti i professori, niente di nuovo."
Decido di chiudere qui il discorso, perchè quel tipo non lo sopporto, così come tutti quelli che girano intorno ad Harry ad eccezione di Malik: lui è l'unico tipo a posto qui, ed anche Haz la pensa come me. Arriviamo davanti alla porta, la spalanco davanti a me ed entro, togliendomi le vans e buttando la borsa all'ingresso. Harry fa lo stesso ed entrambi ci dirigiamo in cucina, dove io mi accendo una sigaretta e lui inizia ad aprire gli scaffali alla ricerca di qualcosa da mangiare. "Perchè non c'è mai un cazzo in questa casa?" sbraita chiudendo il frigo e sedendosi accanto a me. Lo vedo prendere una sigaretta dal mio pacchetto e gli lancio un'occhiataccia prima di rispondere: "Forse perchè i miei passano le giornate a bucarsi e non hanno tempo per occuparsi di stronzate del genere?" chiedo sarcasticamente. Tira fuori il fumo prima di alzare gli occhi al cielo e prendere il telefono in tasca. "Sushi o pizza?" mi chiede, probabilmente già componendo il numero del ristorante giapponese. "Sushi, e chiama anche Zayn, digli di portare da bere." rispondo alzandomi e dirigendomi in salotto. Mi butto sul divano ed accendo la tv, cercando qualcosa di decente da vedere, e optando infine per Teen Wolf su Mtv. Cazzo, adoro questa serie tv, Scott, Stiles, Derek e Isaac sono la mia morte. Vedo Harry raggiungermi e mi accoccolo contro il suo petto, inalando il suo profumo al mentolo e fumo; profuma di casa, di sicurezza. Sto per addormentarmi con la sua mano che mi accarezza i capelli, quando sento bussare. Mi alzo di malavoglia e vado ad aprire, ma non faccio in tempo ad aprire completamente la porta che Zayn già mi ha afferrata e tirata in un abbraccio. Faccio il possibile per scioglierlo, e quando finalmente mi lascia noto la bottiglia di rum nella sua mano. La afferro e subito me la porto alla bocca, bevendone qualche sorso e lasciando fare all'alcool il suo effetto nella mia gola. "Vacci piano piccola, non sono nemmeno le tre del pomeriggio." dice Harry prendendomi la bottiglia dalle mani. "Ha ragione, mangia qualcosa almeno." Parla per la prima volta il moro. "Ma non mi rompete il cazzo tutti e due, non ho undici anni." e con questo mi rimetto sul divano accanto ad Harry. Zayn si siede affianco a me, dall'altra parte, e tutti e tre siamo di nuovo su questo fottuto divano sporco, a bere in silenzio. Niente di diverso, la solita monotonia.

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