Decisions.

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Quando mi sveglio sono da sola sul divano, la bottiglia di rum per terra vuota, una coperta addosso e intorno a me nessun rumore. Cerco con gli occhi il mio telefono e lo trovo sul tavolino di fronte a me; lo afferro e lo accendo, ma tutto ciò che vedo sullo schermo è il simbolo della batteria scarica ed i miei occhi azzurri assonati riflessi. Impreco mentalmente e mi alzo, notando solo ora che fuori è notte fonda; entro in camera mia e trovo Harry a petto nudo coperto a metà da un lenzuolo. Lo sento respirare pesantemente mentre metto in carica il cellulare, dopo di che controllo l'ora sul suo telefono: sono appena le 4. Sbuffo facendomi spazio sul letto a forza, finchè le mie spalle non coincidono con quelle di Harry, il quale poggia il suo braccio intorno alla mia vita, facedomi caldo. Chiudo gli occhi e dopo quella che mi sembra un'eternità riesco a dormire.

"Meredith, dove sei?" sento urlare in lontananza. "Jacob, sei tu? Sono qui!" urlo in risposta a mio fratello. Non riesco a vedere nulla, quando all'improvviso una luce si accende ed illumina uno specchio di fronte a me. Odio il mio riflesso, sono in intimo, e posso vedere ogni centimetro del mio corpo: i capelli rossi arruffati, gli occhi bagnati dal pianto e le mie curve quasi inesistenti. Pallida come sempre, con qualche lentiggine sul naso. All'improvviso lo specchio va in frantumi, e posso sentire Jacob urlare il mio nome; quella che era la sua voce si trasforma in quella di Harry, così con un balzo mi sveglio.

"Va tutto bene Mer, sono qui." lo sento sussurrare mentre mi avvicina al suo petto. Mi asciugo il viso mentre lo stringo forte, il suo cuore batte all'impazzata ed odio vederlo così. "Mi dispiace, mi dispiace davvero." Sussurro. "Hei, zitta, non è successo niente." mi dice in risposta. Cazzo eccome se è successo, ho avuto un altro dei miei insensati incubi, e ti sto trascinando giù con me; a te, Harry, così duro e forte da resistere ad ogni intemperia, ma che si mette a piagnucolare se non lo coccolo la mattina. Così diverso da me, catastroficamente stronza, che ti tratta una merda sempre per poi girarsi e trovarti ancora là, accanto a me, pronto alla prossima batosta. Sono così grata di avere una persona così nella mia vita, che spesso ho paura di rovinare tutto, di far traboccare il suo vaso e mandare tutto a puttane. La cosa che mi viene meglio, insomma.
"Stai bene?" mi chiede, facendomi risvegliare dal mio stato di trance. "Sì, pensavo che gli incubi se ne fossero andati davvero, mi dispiace." rispondo, scansandomi un po' da lui. "Smettila di scusarti e alza il tuo culo, andiamo a fumare." dice, tornando al suo tono da duro ed alzandosi, direzione cucina.
"Ti sei mai chiesta perchè praticamente fumiamo solo qui?" mi chiede, prendendo il pacchetto di Marlboro dalla mia borsa. Mi accendo una sigaretta e prendo un tiro, mentre dico "Forse perché i tuoi genitori quando eravamo piccoli si chiudevano in cucina a fumare, perché come dice tua madre 'il fumo passivo rovina i polmoni ai bambini'". Finisco di parlare mimando le virgolette, mentre Harry sorride al ricordo. Eravamo dei bambini stravaganti e siamo diventati degli adolescenti altrettanto strani, ma non abbiamo avuto bisogno di nessuno prima e non ne abbiamo nemmeno ora. "Ricordi quando la signora Claire ci rincorreva per il giardino con la sua mazza da polo?" mi domanda il riccio mentre tira dalla sua sigaretta. Ridacchio al pensiero e aggiungo "Vi prenderò brutti marmocchi". Mimo la voce della nostra storica vicina, ricordando com'era diverso ad Holmes Chapel, e venendo colpita da un'idea. "Che ne dici se tornassimo a casa, qualche giorno?" domando, non rendendomi conto di quanto quella domanda suonasse strana nella mia bocca. Vedo Harry pensare lo stesso, cazzo, quella cittadina è piena dei nostri fantasmi, ma anche della nostra infanzia. E poi le nostre famiglie sono qui a NY, quindi saremo anche lontani da loro. Come se Haz stesse pensando alla stessa cosa, mi risponde "Andata cazzo! Sarà una figata, io, te e quel fottuto paesino." Lo vedo entusiasta dell'idea, ed in fondo saranno solo pochi giorni.
Passiamo il resto della mattinata a discutere del nostro viaggio, e verso l'ora di pranzo abbiamo deciso: partiremo per cinque giorni sabato stesso.

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