Message.

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"Harry sei sicuro di ciò che dici? Voglio dire, anche io sento di provare qualcosa per te, solo che è tanto che ci conosciamo, e ora che abbiamo quest'età potremmo facilmente confondere quello che proviamo. Per me sei come un fratello lo sai, credo tu sia la cosa più importante della mia vita, e come hai detto tu non voglio mandare tutto a puttane." Dico quando ci stacchiamo dal bacio, fissando le mie mani intrecciate alle sue. "Ho capito, va bene." dice lui, lasciandomi. "Non è vero invece, non hai capito niente!" ridacchio, riprendendo le sue mani. "Ho appena ammesso che mi piaci riccio, non so se l'hai afferrato." dico, guardandolo negli occhi. "Ma hai anche detto che sono come un fratello per te." Ribatte lui. "Dannazione Styles, cosa vuoi da me? Non sarò io a mettermi in ginocchio e chiederti di sposarmi, quindi fai l'uomo." Sbotto facendogli capire che voglio vada fino in fondo. "Oh, cazzo, potevi dirlo subito." Inizia, togliendo lo sguardo dai miei occhi in maniera troppo impacciata. "Ecco insomma, ti andrebbe di approfondire la nostra amicizia? Non sessualmente parlando eh, oddio certo che voglio fare sesso con te, no non sesso, scusa, l'amore, ma non solo quello ecco, voglio fare anche altre cose. Tipo coccolarti, o uscire con te e poterti offrire da mangiare senza che tu faccia scenate, e voglio andare a pattinare, o al mare, e guardarti ridere di me tutto il tempo, perchè amo il tuo sorriso così tanto, che potrebbe essere la causa del mio tutte le volte. Insomma, voglio qualcosa di più di quello che ho avuto da te fin'ora. Ecco insomma, ti andrebbe?" conclude finalmente il suo discorso un po' sconclusionato. Ridacchio e annuisco con la testa, abbracciandolo; penso di essere fottutamente felice in questo momento, e non vorrei finisse mai.
Dopo tutta questa mattinata litigiosa e piena di smancerie allo stesso tempo, decidiamo di andare a mangiare fuori, una sorta di primo appuntamento, dice Harry. Mi apre lo sportello del taxi, e anche la porta del ristorante in cui andiamo, e mi accompagna la sedia al tavolo, così dopo aver ordinato mi sento in dovere di dirgli: "Sono la tua ragazza, non impedita, posso ancora aprire le porte e sedermi." Dico ridendo e facendolo sorridere: "Era un gesto galante, si vede che non te ne intendi proprio di galateo." Risponde, e gli faccio la linguaccia in risposta. "Dillo di nuovo, che sei la mia ragazza." bisbiglia, come se fosse qualcosa di segreto. "Sono la tua ragazza Harry, e tu il mio ragazzo." sussurro in risposta sorridendo e sentendo le farfalle nello stomaco. Mi sento una quindicenne alle prese con il primo ragazzo. Lo vedo sorridere e vorrei perdermi in quelle fossette; quando arrivano i nostri ordini, mangiamo i silenzio evidentemente affamati, e una volta diviso il dolce, da coppietta vomitosa che si rispetti, mi faccio offrire il pranzo da Harry, rendendolo evidentemente felice di spendere soldi per me. Mi prende la mano mentre usciamo, e prendiamo il taxi per tornare; durante il viaggio mi dice che domani prima di andare in aeroporto deve passare in un posto per vendere quelle cose. Rispondo con un cenno mentre mi segno mentalmente di fare la nostra prima litigata proprio su questo argomento; mi vibra il telefono e lo prendo, leggendo il messaggio che mi è appena arrivato.
Non ti libererai facilmente di me piccola.
Sta volta il numero c'è ma non è nella mia rubrica, quindi lo faccio vedere ad Harry chiedendogli se lo conosce. "No, non l'ho mai visto prima, e non è nei miei contatti. Ma voglio andare in fondo a questa storia, dammi qua." Afferra il telefono e lo vedo scrivere:
Chi diamine sei?
Gli sorrido ringraziandolo per averlo fatto, non sarei probabilmente stata così gentile. Quando rientriamo, ci accorgiamo che la porta è accostata, ma noi l'avevamo chiusa; subito Harry mi si mette davanti, come per proteggermi, anche se io voglio entrare e vedere cos'è successo. Lo lascio andare per primo e subito ci accorgiamo che non c'è nessuno, ma che ci deve essere stato perchè la finestra della cucina è spalancata, e potrebbe essere colpa mia. Harry mi lancia uno sguardo assassino e mi maledico mentalmente per averla lasciata così; controlliamo il resto della casa, ma è tutto in ordine e niente sembra essere stato portato via. Improvvisamente noto un pezzo di carta sul letto dei genitori di Harry, quello dove dormiamo, lo afferro chiamando il riccio e ad alta voce lo leggo:
Sto arrivando, e vi stravolgerò. xx
Io ed Harry ci guardiamo per un attimo, e sembra essere per la prima volta davvero spaventato.

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