Capitolo 11: Incubi (di nuovo)

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Quella sera io e Cento ci comportiamo normalmente, come se non fosse successo nulla. Quando lo vede ritornare coperto di frustate grondanti sangue, Zoe urla. Io, per nulla impressionata, lo porto in casa e gli medico le ferite con dolcezza, passandogli delicatamente la spugna bagnata sulla pelle. Mentre gli ricucio un taglio particolarmente profondo sul braccio, mi chiede, accennando alla frustata: -Perché sai medicare ferite del genere?

Sorrido amaramente tagliando il filo e rispondo semplicemente: -Robert non ci andava piano con me. Ho ancora alcune cicatrici.

Sgrana gli occhi.

-Non me l'hai mai detto. Lui ti ammazzava di botte di giorno e la sera ti baciava? Ed eravate fidanzati?! Perché non l'hai mollato subito?

-Non mi ammazzava di botte. Mi insegnava il dolore e mi faceva restare viva. D'altronde, ero comunque una stupida Cento mentre lui uno Zero esperto. Dopo che sono arrivata io, ha resistito alle Minacce più a lungo di chiunque altro. E' uno degli Zero più abili che il mondo abbia mai visto.- mi accorgo di aver usato il presente e, con tristezza, mi correggo: -Era uno degli Zero più abili che il mondo abbia mai visto.

Mi mordo il labbro, fa male pensare al passato.

-Non ne devi parlarne se non vuoi.- mi rassicura abbracciandomi. Gli sorrido e ricambio l'abbraccio. Appoggio la testa sul suo petto, il battito del suo cuore che echeggia nelle orecchie, e chiudo gli occhi. Mi accarezza i capelli e mi lascia un bacetto sulla fronte. Seduta sulle sue gambe, tra le sue braccia, con gli occhi chiusi, tutto sembra andare bene. Non sono un numero in un mondo sbagliato, controllato da mostri umani senza volto; sono semplicemente Hannah tra le braccia di Ethan.

Poi Aurelia ci viene a chiamare per la cena e l'incanto finisce.

Durante il pasto non racconto dell'addestramento e sono stranamente silenziosa. Gli altri, che sono abituati al mio essere lunatica, non se ne curano troppo. Anche Cento non parla e questo mi preoccupa un po'. Ha un'espressione a metà tra lo schifato e lo spaventato; rimesta nel piatto con la forchetta senza mangiare nulla, lo sguardo perso nel vuoto e sorride appena quando Susanne annuncia che non ha paura degli occhi di Ethan.

-Stai bene?- gli sussurro posandogli una mano sul braccio ma lui si scansa e borbotta un 'sì' poco convinto.

Dopo cena, vado direttamente nella mia stanza dicendo che ho sonno ma non mi addormento subito e, dopo essermi rigirata da una parte e dall'altra, quando finalmente riesco a chiudere occhio, il mio sonno è tormentato.

Robert è davanti a me, bello come non mai, a portata di mano e allo stesso tempo irraggiungibile. E' circondato da un alone di luce azzurra, sembra un angelo. E' un angelo: il mio.

-Cos'hai fatto, Hannah?- la sua voce è densa di una straziante tristezza insopportabile -Ti è bastato lui a dimenticarmi? Mi hai sostituito con Ethan Cento? E di me cosa ne è stato? Hai cancellato i nostri meravigliosi baci colmi d'amore, gli attimi insieme che collezionavamo come perle di una collana? Io ti amo ancora, Hannah Zero. E tu?

Un urlo lacera il buio, svegliandomi. Balzo a sedere, i capelli un nido di vespe in testa e il cuore che batte all'impazzata. Spalanco la porta e volo dritta dritta nella camera di Ethan. Lui è rannicchiato ai piedi del letto, le gambe strette al petto circondate dalle braccia tremanti. Il mento sulle ginocchia e si dondola avanti e indietro ripetendo, più a se stesso che a chiunque altro: -E' solo un sogno, è solo un sogno.

Strizza gli occhi inondati di lacrime e fissa lo sguardo su di me.

-Un incubo.- sussurra e riprende a dondolarsi avanti e indietro, gli occhi chiusi come se volesse cancellare un ricordo ma ce l'avesse impresso a fuoco sotto le palpebre.

Mi siedo accanto a lui e lo abbraccio, facendolo sobbalzare.

-Va tutto bene.- gli sussurro -Ci sono qua io. Non ti devi preoccupare, ci sono qua io.

Lo faccio stendere e mi metto accanto a lui, la testa poggiata sul suo petto ad ascoltare il rumore del suo cuore che batte forsennatamente. Lentamente, il suo respiro riprende a farsi regolare. Faccio per alzarmi e andarmene ma lui mi afferra il polso e, con il panico scritto negli occhi, mi chiede di restare. Gli sorrido e lo abbraccio.

-Vuoi raccontarmi dell'incubo?- sussurro nel buio, lui mi stringe più forte e si morde il labbro inferiore scuotendo la testa.

Rido piano e commento: -Sei carino.

Mi solleva un po' e rotola su un fianco, mettendomi stesa su di lui.

-Solo carino?- chiede facendo il finto geloso -Io sono bellissimo.- poi aggiunge, dolce: -Ma tu sei più bella, Zero. Sei più bella di chiunque altro.

-Sei bellissima, Cento, sei la mia principessina.- Robert.

Gli sorrido ma dietro il mio sorriso sono fragile e triste; lentamente, con Cento che mi accarezza i capelli, mi addormento e nessun incubo torna a visitarmi.

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