Capitolo 14: Litigi

36 5 0
                                    

-...per favore, per favore, svegliati. Non puoi essere morta con così poco. Tu sei la migliore Zero di tutte le Serie, lo so, lo ricordo. Forse non lo sai, ma io morirei per te. Non puoi morire, non puoi lasciarmi da solo. Ti prego, lo so che sono il più grande coglione del mondo ma non voglio che tu muoia per un mio errore. Ti prego, lo so che uno stronzo acido come me non ti merita ma tu non morire perché, anche se forse non sembra, se tu muori piangerò più di ogni persona al mondo.

Cento prende a singhiozzare, la testa poggiata vicino al mio fianco. Inizio ad accarezzagli i capelli e sussurro: -Tranquillo, non morirò.

-Zero?

Alza la testa e, appena vede che sono sveglia, mi stritola in un abbraccio.

-Pensavo...- singhiozza -pensavo che saresti morta.

-Sciocchezze! Per così poco? Ho sconfitto un'idra, diverse catastrofi naturali e ti sopporto tutti i giorni.

Lo allontano senza troppe smancerie e mi tiro a sedere. Mi gira la testa ma lo allontano quando cerca di rimettermi stesa. Quando la stanza smette di girarmi intorno mi rivolgo a Ethan: -Oggi c'è la tua prima lezione con il Signor Brown.

-Cosa? Il Signor Brown ci allena?- esclama stupito e io ribatto: -Ovvio che no, scemo! Ci fa una normale lezione. Italiano, matematica... Hai presente? Tutta quella roba che non ti serve a un cazzo quando stai per morire trucidato brutalmente da una Minaccia.

Non so perché sono così acida. Mi ha praticamente dichiarato il suo amore, ne dovrei essere felice. Ci rifletto sopra: come mi sento? Mi piace Ethan Cento? Assolutamente sì. Lo amo? C'è qualcosa, qualcuno, che mi trattiene dal rispondere a questa domanda saltando letteralmente addosso a quel ragazzo: Robert. Ho paura di dimenticare Robert, ho paura di rimanere di nuovo sola, ho paura di perdere Cento, ho paura di affezionarmici troppo e di soffrire ancora, ho paura di ferirlo. Ho paura di amare e di essere amata.

"Forse non lo sai ma morirei per te."

-E' questo che mi fa paura, Cento.- sussurro senza farmi sentire e alzandomi in piedi. Indosso un orribile pigiama blu a pallini arancioni e, con un tono sottile e voce tagliente, sibilo: -Io di certo non indossavo questo prima.- la mia voce trasuda veleno -Non avrai osato spogliarmi, vero?

Sorride maliziosamente.

-E se la risposta fosse un 'sì, ti ho vista nuda'?- chiede passandosi la lingua sulle labbra come se volesse saltarmi addosso da un momento all'altro.

Dio, quanto è tremendamente sexy!

Mi do uno schiaffo mentale e penso: "Svegliati, Zero!"

Cento mi si avvicina sempre di più, fino ad intrappolarmi tra l'anta chiusa dell'armadio e sé. Posa le sue labbra sulle mie e il mio cervello fa la gloriosa fine di una granita nel frullatore. Mi sbottona il primo bottone del pigiama e mi scopre la spalla sinistra. Lascia una scia di baci umidi sulla clavicola, risalendo con una lentezza straziante lungo l'arteria, passando sul collo fino ad arrivare al mento e di nuovo alle labbra. Mi stacco da lui con uno sforzo di volontà che non credevo possibile e chiedo con voce tremante: -Qual è quindi la risposta?

-Secondo te?- ribatte inarcando il sopracciglio destro con uno sguardo malizioso, per poi tornare a baciarmi con foga. Mi stacco da lui spiccando il volo, faccio una capriola in aria scavalcandolo e gli sferro un calcio all'indietro sulla nuca, mandandolo a sbattere contro l'armadio.

-Secondo me sei un lurido porco pervertito.- sputo tra i denti mentre si tiene il naso sanguinante.

-Cretina!- dice con le lacrime agli occhi cercando invano di fermare l'emorragia tappandosi il naso con una smorfia di dolore e gocciolando sangue scuro sul pavimento -Io non ti ho toccata, non ti ho sfiorata nemmeno con un dito. Ho chiamato Zoe. Ha fatto tutto lei, il pigiama è suo, e io non c'ero nemmeno mentre ti cambiava. Cosa cazzo pensavi?

Gli Eredi di Peter PanDove le storie prendono vita. Scoprilo ora