Sono debole, forse in fin di vita. Mi sono praticamente uccisa da sola, che idiota. Un martirio inutile.
La porta si apre con un clangore angosciante e fantasmi bianchi mi si avvicinano. Un frusciare di voci mi sfiora appena le orecchie, eppure una tempesta di suoni mi perfora dolorosamente i timpani, persino i loro respiri freschi, che io sento bollenti, fanno male. Mi caricano su una barella e le loro mani infuocate mi bruciano la pelle debole e pallida. La luce mi lambisce le ciglia e gli occhi lacrimano senza pietà.
Un ago mi perfora la pelle, iniettandomi veleno puro nelle vene, un fiume incandescente che mi brucia il corpo e mi affumica il cuore. Urlo, urlo con tutto il fiato che il medicinale non mi ha mozzato ma dalle mie labbra esce solo un patetico rantolo. Mi divincolo e sfuggo alla loro presa, mi prendono polsi e caviglie e mi immobilizzano ma io mordo loro le dita e la mia lingua secca e ruvida sembra sgretolarmi. Gorgoglio parole senza senso, ormai sto perdendo le ultime forze che mi erano rimaste.
"Ecco, è arrivato il momento. Muoio..."
E, più delicato di una carezza di Walucio, il lieve velo dell'incoscienza cala su di me, chiudendomi con dolcezza le mie palpebre. Mi abbandono a me stessa, ma lo faccio sorridendo, perché il mio ultimo pensiero è rivolto ad Ethan, il ragazzo che ho amato come non ho mai amato nessun altro e che amerò per sempre.
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Gli Eredi di Peter Pan
FantasyTratto dal testo: Apro la finestra che dà sul giardino posteriore delimitato da una recinzione di ferro arrugginito dipinto di bianco dalla vecchia vernice che si scrosta e, oltre, il bosco. Nero, minaccioso, proibito. Il bosco nasconde molti peri...