Mi sveglio con Cento che mi accarezza dolcemente una guancia abbracciandomi da dietro. Mi volto verso di lui e gli sorrido. Ethan arriccia le labbra nel suo modo particolare di sorridere e mi sento realizzata.
-Pronto per ammazzare la tua prima Minaccia?- chiedo a mezza voce lasciandogli un bacino sul naso.
-Buongiorno anche a te, Zero.- dice come tutta risposta e mi abbraccia, rotolando finché non me lo ritrovo sopra a quattro zampe. Mi aggrappo a lui con braccia e gambe e mi bacia.
-Sai, Zero- mormora sulle mie labbra -quando ci sei tu gli incubi sono solo un lontano ricordo.
Il mio sorriso sparisce.
-Soffrivi di incubi, vero?- chiedo staccandomi da lui e passandogli un dito sotto gli occhi, dove si notano visibili occhiaie violacee.
Annuisce e si alza. Si passa una mano tra i capelli, nervoso, e inizia a camminare avanti e indietro per la stanza.
-Non so neanche perché te l'ho detto!- esplode buttandosi sul letto a faccia in giù. Prendo a giocare con i suoi capelli, arrotolandomeli intorno alle dita.
-Lo so io.- Ethan si volta a guardarmi -Sei il mio Cento e io sono la tua Zero.
-Non credo che i miei incubi rientrino nell'addestramento.- commenta amaramente sollevando appena la testa per permettersi di respirare.
Prendo a disegnare arabeschi immaginari sulle sue spalle nude, facendolo rabbrividire.
-Se non riesci a dormire poi non sei vigile durante l'addestramento e non riesci ad imparare nulla. E io, per svegliarti, ti devo dare un bacio.- poi aggiungo, con un sorriso malizioso: -Non che la cosa mi dispiaccia troppo...
Sorride appena, ma torna subito serio.
-Quindi...- mormora mordendosi il labbro inferiore, come fa quando è nervoso, triste o preoccupato. Uffa, io e solo io posso mordergli le labbra.
-Quindi...- ripete -Quindi... fra noi cosa c'è? Addestramento?
-Questo quindi è solo addestramento?- chiedo voltandolo con un gesto brusco e baciandolo sulle labbra.
-Tu mi farai impazzire, bimba.- sussurra sulle mie labbra e il suo dolce profumo di menta mi avvolge.
-Mi spieghi come fai ad essere sempre così attraente?- mormoro ricoprendolo di baci.
-Sapessi...- risponde con aria accattivante mordicchiandomi il labbro. Sorrido e mi allontano da lui. Lo prendo per mano e apro la porta. Lewis sgrana gli occhi vedendoci uscire dalla stessa camera insieme e balbetta: -Per... perché mi sembrate due amanti che si baciano in segreto?
-Perché hai bisogno di un paio di occhiali, Tre.- rispondo lasciando la mano di Ethan e precedendolo al piano terra. Durante la colazione gli sussurro: -Oggi la giornata sarà più lunga del solito. Preparati al peggior allenamento che tu abbia mai fatto.
Mi guarda preoccupato ma annuisce.
Dopo essermi lavata e vestita, mi armo, prendo un libro e volo verso l'edificio abbandonato in cui Ethan ha svolto il suo primo allenamento. Appena atterro e Cento, che era già arrivato, nota il libro, chiede: -Perché?
-Sei tu quello che deve allenarsi.
-Ma sei tu quella che deve allenarmi.- mi fa notare senza troppa gentilezza.
-Appunto.- mi siedo per terra, apro il libro e inizio a leggere -Fai cinquecento flessioni.- aggiungo senza neanche guardarlo, e lui mi fissa strabiliato.
-Non mi hai sentito? Oppure sei scemo? Fai cinquecento flessioni.- ordino lanciandogli un'occhiataccia.
Lui continua a non fare nulla. Mi alzo in piedi, abbastanza seccata, e gli urlo in faccia: -Che hai, Cento, non sai contare fino a cinquecento? Non è un mio problema. E ora inizia. Subito!
Lui inizia.
-E conta sottovoce che sto leggendo.- lo apostrofo sedendomi di nuovo.
Tra flessioni, addominali, piegamenti, corsa e stretching Cento arriva a fine giornata distrutto e con un odio verso di me indescrivibile.
-Può bastare.- dico quando non riesco più a leggere per il continuo ansimare di Ethan. Tenendo conto del fatto che non gli ho dato un attimo di tregua, ha un'ottima resistenza. Lui si alza in piedi e barcolla.
-Piano, piano.- esclamo lasciando cadere il libro e sorreggendolo. Non volo tornando indietro, lo accompagno via terra fino a casa camminando lentamente per tenere il suo passo stanco.
Appena arriviamo nel grande prato privo di alberi o cespugli antistante la casa gli dico con voce atona: -Tu vai a farti una doccia, dopo ti porto qualcosa da mangiare. Cerca di dormire.
Volo via e entro in cucina dalla finestra. Sento il Signor Brown e Petunia parlottare nella stanza accanto: -...sera prepara gli spaghetti.
Inizio ad aprire un cassetto dopo l'altro alla ricerca di qualcosa da portare a Cento. Petunia mi ammazzerebbe se mi vedesse, non vuole che mangiamo fuori pasto. Se vedesse la scorta segreta di cioccolato che ho nascosto nel doppiofondo dell'armadio... Apro un cassetto e finalmente trovo qualcosa: prendo una bottiglia di spremuta d'arancia rossa, mi riempio le tasche di cioccolatini e arraffo anche qualche biscotto. Sento aprirsi la porta della stanza accanto e volo via in tutta fretta. Lascio tutto il 'bottino' sul davanzale della finestra che Cento ha coscienziosamente lasciato aperta e me ne torno in camera mia a leggere finché Aurelia non ci chiama per la cena. Scendo le scale senza neanche volare e mi lascio cadere sulla sedia. Cento non c'è ma la cosa non mi sorprende.
-Ethan?- chiede Susanne mentre Michelle Sessantasei le riempie il piatto di spaghetti al pomodoro.
-Dorme.- rispondo iniziando a mangiare.
-Allora, Hannah- inizia il Signor Brown -non ci hai più raccontato dell'allenamento. Come procede?
-Discretamente.- non è una vera risposta ma non me ne frega nulla.
-Discretamente?- ripete l'uomo -Mi aspetto il massimo da voi due, Zero.
Zero? Mi ha sempre chiamata Hannah, anche quando mi sgridava. Qua sta per succedere qualcosa di strano: Gralichi che attaccano senza motivo, un Erede che non sa volare, il Signor Brown che mi chiama per numero...
-Ci impegneremo di più.- mormoro abbassando il capo. Ho caldo. Sono restata tutto il giorno a leggere sotto il sole rovente senza neppure un goccio d'acqua. Un refolo di vento entra dalla porta superando l'inutile zanzariera. Mi godo l'aria fresca e il mio respiro caldo che fruscia unendosi ad essa.
Mi alzo di scatto, quasi rovesciando la sedia, e mi volto per andare di sopra ma Petunia mi ferma: -Dove pensi di andare, delinquente?
Per un attimo mi irrigidisco e temo che abbia scoperto il mio piccolo furto. Comincio a sudare freddo. Non può mettermi in punizione, stanotte Ethan dovrà combattere la sua prima Minaccia e devo aiutarlo, non sa nemmeno volare...
-Voi mi fate cucinare come una matta e poi neanche mangiate!- strilla la donna in preda ad una crisi isterica e io tiro un sospiro di sollievo.
-Finisco io la pasta di Hannah!- si offre la piccola Susanne, il nasino rosso di sugo al pomodoro. Le rivolgo un sorriso e le faccio l'occhiolino, con il risultato che la bambina prova ad imitarmi ma non ci riesce, quindi strizza tutti e due gli occhietti castani e tuffa la testolina ricciuta nella pasta.
Salgo le scale e torno in camera mia. Senza accorgermene, mi addormento.
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Gli Eredi di Peter Pan
FantasyTratto dal testo: Apro la finestra che dà sul giardino posteriore delimitato da una recinzione di ferro arrugginito dipinto di bianco dalla vecchia vernice che si scrosta e, oltre, il bosco. Nero, minaccioso, proibito. Il bosco nasconde molti peri...