Capitolo 15: Lezioni e gelosia

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Torniamo indietro camminando normalmente, fianco a fianco come se stessimo tornando da una passeggiatina. Dopo una colazione veloce (più che altro per evitare domande di Mrs. Olimpia), saliamo al secondo piano e il Signor Brown inizia a farci una noiosissima lezione sull'importanza della salvia. Sì. La salvia. C'è qualcosa di più odioso, noioso, inutile e vomitevole di economia domestica? A cosa cazzo mi servirà sapere 'i cento usi della salvia in cucina' quando un Gralichio cercherà di ammazzarmi?! Nulla!!!

Cento mi passa un bigliettino: 'Ma come fa a parlare ininterrottamente? Credevo che avesse bisogno di respirare.'

Rido piano, senza farmi sentire dall'uomo che, in effetti, non fa che parlare senza nemmeno prendere fiato, scrivendo sulla lavagna il settantaduesimo uso della salvia.

-Non sono del tutto sicura che sia umano.- sussurro facendolo ridere. Il Signor Brown si volta verso di noi, furente, e ordina: -Ethan Cento, recitami il tredicesimo uso della salvia in cucina.

-La salvia ha proprietà digestive e balsamiche...- e si mette a snocciolare tutti e cento gli usi di quelle due foglioline striminzite.

-Hannah Zero?- chiede poi il Signor Brown.

-Ehm... sì. La stessa roba che ha detto lui.- balbetto facendo scoppiare a ridere Ethan. Appena l'uomo si volta verso la lavagna, io e Cento ci scambiamo un veloce bacio sulle labbra.

Finita la lezione, dopo una cena a base di passato di verdura che assomigliava a frittata di uova di Gralichio, mi ritiro in camera mia e, come di norma, mi preparo per dormire. Mi sono appena infilata sotto le coperte, che qualcuno bussa alla finestra.

-Apri.- dice Cento, accovacciato sul davanzale, a petto nudo, picchiando le nocche sul vetro. Lo faccio entrare e lui si siede sul letto sussurrando: -Cazzo, che freddo!

-Dici così perché hai freddo- domando sedendomi accanto a lui -o perché vuoi che ti abbracci?

-Tutte e due.- risponde con un sorriso lasciandomi un bacio a stampo sulle labbra.

-Si può sapere perché sei qui?- chiedo stendendomi, subita seguita dal ragazzo.

-Dormo con te.- dice con un sorriso, abbracciandomi.

-Sei impossibile.- esclamo stringendomi a lui, circondandomi del suo fresco profumo di menta. Ethan mi posa un bacio sulla testa e sorrido.

-Domani.- sussurro -Domani ci sarà la tua iniziazione.

-Iniziazione?- ripete irrigidendosi e staccandosi da me -Che tipo di iniziazione?

-Tranquillo, non è nulla di difficile.- lo rassicuro avvicinandomi -E' una specie di prova che mi permette di capire se sei uno di noi o se stai dalla parte dei Programmatori.

Sembra preoccuparsi e, spontaneamente, mi viene da chiedere: -Non se una loro spia, vero?

-No, ma...- dice con aria preoccupata, come se cercasse invano di far riaffiorare un ricordo -Zero, non me lo ricordo. E' strano. Ricordo precisamente secoli di storia ma ricordo pochissimo della vita che avevo prima di arrivare qui. Mia madre, mio padre, i miei amici, la mia casa, la mia scuola... non li ricordo. Ho delle sensazioni a proposito, ma non ricordo nient'altro.

Accenno un sorriso malinconico e mi mordo il labbro per impedirgli di tremare.

-Noi passiamo tutta la vita con quella sensazione.- la mia voce stilla tristezza.

-Robert, non ci puoi fare nulla!- urlo al ragazzo steso a terra, tremante.

-Tu non capisci, Hannah!- grida a sua volta lui -Vivere senza passato... è come non avere un futuro. Come si fa a costruire qualcosa senza fondamenta?

-Noi abbiamo futuro. Scapperemo.

Mi siedo accanto a lui e lo abbraccio. Mi stringe a sé e mi bacia, il mio primo bacio. O, almeno, il primo che io ricordi. Le sue labbra morbide sulle mie, non ho bisogno di altro.

-Non ci serve il passato.- sussurro senza smettere di baciarlo -Bastiamo noi due.

-Noi due.- ripete -Insieme?- chiede e io, come al solito, rispondo: -Per sempre.

Ethan cerca di abbracciarmi ma io mi allontano.

-Zero...- mormora, facendo qualche passo indietro.

-Scusa, io...- io cosa? Io non sono ancora completamente innamorata di te perché mi manca quel magnifico angelo del mio Zero, il ragazzo che mi ha insegnato ad amare? No, approccio sbagliato.

-Robert?- chiede indovinando. Alzo lo sguardo: -Si vede così tanto?

-Te lo si legge negli occhi che ti manca qualcuno.- risponde, per poi mordersi il labbro -E quel qualcuno non sono io.- aggiunge sottovoce.

-Cento...

-Tranquilla, ti capisco.- mi interrompe sorridendo amaramente -Il primo amore è lento a morire. D'altronde, ho una sensazione a proposito. Probabilmente, prima che i Programmatori mi mettessero qui e mi facessero avere questi occhi inquietanti, avevo anch'io una ragazza.- chiude gli occhi e, quado li riapre, aggiunge con aria soddisfatta: -Credo si chiamasse Marika.

Incrocio le braccia al petto.

-Scommetto che non sa fare l'avvitamento carpiato in aria.- dico con una smorfia di disapprovazione -Probabilmente non sa nemmeno volare. Che te ne fai di una gallina, anzi, di uno struzzo, che non sa volare?

Sorride e mi si avvicina, cingendomi la vita con le braccia.

-Uno struzzo, Zero?- chiede senza smettere di sorridere, facendo sfiorare i nostri nasi -Uno struzzo?

-Tu sei mio. Solo mio.- sussurro per poi avventarmi sulle sue labbra.

-Solo tuo?- chiede con un sorriso prendendomi i fianchi (e il cuore) e gettandomi sul letto. Annuisco aggrappandomi a lui con braccia e gambe in stile koala e poggiando le mie labbra sulle sue.

-Come sei possessiva.- mi sussurra all'orecchio succhiando il lobo. Inizia a baciarmi il collo per poi lasciarmi un succhiotto sulla clavicola.

-Scoprirai che anche io posso esserlo.- aggiunge tra un bacio all'altro -Molto.

Gemo quando mi mette le mani fredde sui fianchi, sotto la maglietta, ma non va oltre. Con le dita, disegno dei cerchi immaginari sulla sua schiena, facendolo rabbrividire. Quando torna a baciarmi sulle labbra, intrufola la lingua nella mia bocca e uno stormo intero di Waluci inizia a ballarmi nella pancia. Le nostre lingue iniziano una danza tutta loro, intrecciandosi e facendomi perdere la testa.

-Sono pazzo.- ansima appena ci stacchiamo, stendendosi accanto a me -Sono completamente pazzo di te.

-Ed è una cosa positiva?- chiedo mettendomi su un fianco, la testa appoggiata su una mano, accarezzando con lo sguardo i suoi magnifici addominali scolpiti. Cacchio, quanto è bello!

-Se non lo fosse farei così?- ribatte, e mi bacia. Un semplice bacio a stampo sulle labbra che però non ha proprio nulla di casto.

-Non credo.

Mi avvicino a lui, raggomitolandomi contro il suo petto e chiudendo gli occhi. Mi accarezza la nuca, provocandomi una scia di brividi lungo la spina dorsale. Lentamente, dolcemente, mi addormento e il mio ultimo pensiero e che anch'io sono pazza di lui.

Gli Eredi di Peter PanDove le storie prendono vita. Scoprilo ora