5.

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Mi svegliai al suono della mia maledettissima sveglia, mi alzai dal letto ed andai a lavarmi i denti e la faccia. Tornai in camera e mi vestii, misi un paio di skinny, una felpa nera e delle vans nere su piedi. Non mi truccai e scesi di sotto. «Uhm, sveglia in orario, non sei in ritardo e stai sorridendo come una stupida; questo vuol dire solo una cosa, Camila.» Rise mia madre, nel vedermi entrare in cucina. Risi anch'io con lei, in fondo aveva ragione. «Mangi qui o compri qualcosa al distributore?» Mi chiese, cambiando argomento. «No, dammi pure i soldi, compro qualcosa al distributore.» Le dissi. Lei mi diede i soldi, ed io uscii di casa. Stavolta non avevo voglia di comprarmi le solite sigarette, ma volevo tenerli per me. Avrei tanto voluto andare a scuola in macchina, ma i miei ancora non me la lasciavano del tutto, tra qualche giorno potrò averla anche per andare a scuola, credo.
Arrivai a scuola e Dinah era lì fuori ad aspettarmi. «Camila? Dov'è?» Le chiesi, dopo averla salutata. «Non lo so, ancora non è venuta. Farà tardi o forse non verrà.» Disse. «Lolo, lo vedi quel ragazzo?» chiese, indicando un ragazzo poco più grande di noi. «Sì, è carino.» Risposi. «Be', indovina. Mi ha chiesto di uscire.» Disse, esultando. «Ma come? Cioè, sono felice per te, ma come è successo tutto questo?» Chiesi. «Lavora al bar con me, è un mio collega. Ieri parlavamo e poi, mi ha chiesto di uscire, ieri siamo usciti, e penso usciremo ancora. Dopo tutto lavoriamo insieme, quindi possiamo stare insieme quanto vogliamo.» Disse, sorridendo.
Ero davvero felice per lei, me lo presentò e sembrava davvero un tipo apposto, si chiamava Kyle ed era un tipo scherzoso, simpatico e gentile. Proprio come Dinah. Penso che starebbero bene insieme. Ma Camila ancora non si vedeva, ero preoccupata per lei. È un tipo molto casa-scuola/scuola-casa, perché non era lì?

***
Uscii da scuola, Dinah andò via con Kyle, il tizio di questa mattina, io andai a casa di Camila. Lei venne ad aprirmi, in pigiama, con le occhiaie e il viso completamente rosso. «Camz, che ti succede?» le chiesi, entrando. «Solo un po' di febbre.» Rispose, tossendo. Le toccai la fronte con la mano per sentirle la temperatura e dire che la sua fronte era bollente era poco. «Mettiti subito a letto, Camz. Hai la febbre molto alta.» La rimproverai. «Ma i tuoi genitori? Insomma, non sono venuti qui?» Le chiesi. «No, è solo una febbre e di certo non è la prima volta che mi capita.» rispose. «Intanto, vai a letto, ti preparo qualcosa.» le dissi. «Ma non preoccuparti, non è nulla.» Mormorò. «Ho detto vai a letto.» Le ordinai. «Okay, okay» disse, andando in camera sua. Era bellissima anche con le sembianze di uno zombie. Le preparai un po' di latte caldo e glielo portai. «questo dovrebbe aiutarti.» Le dissi, porgendole il latte. Lei si alzò di poco, sedendosi. «Grazie, ma non dovevi.» Disse, facendomi un mezzo sorriso. «Sh» le dissi. Lentamente bevve il latte ancora caldo. Quando finii, presi la tazza. «Ora ti lascio dormire, ti farà bene, vedrai che poi ti sentirai meglio. Se hai bisogno di qualcosa, sono qui.» Le dissi. Lei annuì e mi sorrise, sussurrando un «Grazie». Mandai un messaggio a mia madre: "Oggi resterò da Camila, ha la febbre molto alta e sono preoccupata per lei, i suoi non ci sono e voglio starle accanto. Se ce ne sarà bisogno domani non andrò nemmeno a scuola." Poco dopo mi rispose: "Se è per Camila, va più che bene, stalle vicino e prenditi cura di lei. Fai la brava. Xx"
Posso il cellulare e accesi la televisione, stavo per sedermi quando sentii Camila urlare, corsi in camera sua e la trovai seduta sul letto, sudata, che continuava ad urlare «No, smettila Shawn, per favore, non farmi questo» Aveva appena avuto un incubo su quello che le era successo con il suo ragazzo. «Hei, hei. Camz, sono Lauren. Era solo un incubo, va tutto bene.» Le dissi, abbracciandola. Lei mi strinse forte a sè. «Lolo, per favore, non lasciarmi. Resta qui con me.» Mi pregò. «Sì, Camz. Io sono qui.» La strinsi più forte. Mi distesi accanto a lei e la tenni stretta a me, la sua testa poggiata sul mio petto, le sue mani intrecciate alle mie, era tutto così bello. Non mi sarebbe piaciuta per sempre, no? Prima o poi, mi sarebbe passata questa cotta. E speravo che quel momento arrivasse il prima possibile.

Contract. | CamrenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora