10.

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Ormai io e Camila ci evitavamo da giorni, ogni tanto in classe, sentivo su di me il suo sguardo, ma niente di più, appena cercavo di guardarla se ne accorgeva ed io abbassavo lo sguardo senza dirle nulla.
Proprio come adesso. Ero qui a guardarla qualche minuto fa, sembrava camminare tranquilla verso casa sua e non accorgersi di nulla, ma quando mi ha visto, ho abbassato lo sguardo, come per vergogna e senza nemmeno salutarla ho puntato gli occhi sul cellulare. Facevo anche la strada a piedi per tornare a casa ormai, così eravamo insieme anche se a qualche metro distante.
A bloccare i miei pensieri fu un'auto nera che iniziò a seguirmi. Così mi fermai e il finestrino della macchina si abbassò. «Perché cazzo mi stai seguendo?» sbottai. «Hei, calmina.» Disse la ragazza all'interno dell'auto. Sbuffai. «Chi sei e cosa vuoi?»
«Eppure dovresti conoscermi.» ammiccò lei. La guardai bene negli occhi e quel viso mi era familiare, ma non sapevo davvero chi fosse. «Instagram ti ricorda qualcosa?» chiese lei.  Inizialmente non capii, poi collegai. «Demi, giusto?» le chiesi. «Sì, giusto.» mi rispose sorridendo. «Almeno dammi un passaggio allora!» esclamai raggiungendo lo sportello opposto. Lei mi guardò spaesata. «Su, accompagnami a casa!» esclamai ancora. «Ehm, primo, non so dove abiti, secondo, ti ci porto ma solo dopo aver pranzato insieme, ci stai?» mi chiese. «È un ricatto per caso?» le chiesi in risposta. «Mi devi ancora un uscita o sbaglio?» mi chiese. «Ho capito, avviso mia madre.» le risposi. Lei mi sorrise e mise in moto l'auto.

***
Uscire con Demi non era stato poi così male, avevamo parlato un bel po' ed eravamo entrate subito molto in confidenza. Però avrei preferito passare il pomeriggio con Dinah, ecco. Mi manca tanto, ultimamente cerca di dividersi tra Kyle, me, il lavoro e la scuola, non passiamo tanto tempo assieme, perché quel poco tempo che ha lo passa a studiare. Erano le 10, ma non mi importava, presi l'auto e andai a casa di Dinah. Appena arrivati un po' mi pentii, ultimamente lavora tanto e dorme davvero poco, ma ormai sono qui. Iniziai a lanciare dei sassi contro la sua finestra sperando di non rompere il vetro. Dopo qualche minuto scese ad aprirmi. «Hei, dormigliona!» esclamai sorridendo. «Lolo, ma cosa ci fai qui? Sono le 10 passate.» Borbottò. «E già dormi, pensa quanto sei antiquata!» esclamai ancora, ironicamente. «No, davvero, ero tanto stanca, alle 8 ho finito di lavorare, il tempo di una doccia e sono crollata.» Disse, chiudendo la porta, dopo avermi lasciato entrare.
«Sì, lo so, bimba.» le sorrisi. Lei ricambiò il sorriso. «Non mi chiamavi bimba da un po'.»
«Ma come mai sei qui?» aggiunse subito dopo. «Mi mancavi.» Risposi.
Lei mi abbracciò. «Anche tu mi mancavi, Lolo.» Mormorò. «Dormiamo insieme?» le chiesi. «Ma certo.» mi sorrise. Sciolse l'abbraccio e insieme andammo in camera sua. Come sempre, nell'armadio aveva lasciato il mio pigiama preferito, era suo, ma sapeva che era il mio preferito e nel caso fossi arrivata all'improvviso, come ora, lei lo lasciava lì per me. Lo indossai e poi mi sdraiai nel letto accanto a lei. Ci intrecciammo abbracciandoci e crollai tra le sue braccia addormentandomi.

***
Ci svegliammo, erano le 9:30, eravamo in ritardo per andare a scuola, quindi decidemmo di saltarla, nonostante avessi diverse assenze. Recuperammo un po' di tempo a parlare, le parlai di Demi, di quello che era successo, di come mi sentivo per Camila e lei mi raccontò di Kyle, a quanto pare quel ragazzo era un tipo apposto e si comportava davvero bene con lei. E questo mi tranquillizzava, almeno quando non era con me, era in buone mani, ero davvero tanto felice per lei.
Mi invogliò a chiedere scusa a Camila, forse era la cosa giusta da fare, perché non parlarci, evitarci, non avrebbe risolto nulla, quindi appena troverò coraggio ci andrò.
Spero di riuscirci presto, così come spero di scordarla.

Contract. | CamrenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora