15.

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«Demi, Demi, Demi, oh Dio» Ed eccomi qui, ansimare per l'ennesima volta il suo nome. Ormai passavamo così le giornate, in camera mia, a scopare, scopare e scopare, mia madre si era abituata alle mie urla e anche alle sue.
Era distesa accanto a me, mentre io mi rivestivo e lei continuava a fissarmi. «Ho qualcosa per te, piccola» Mormorò alzandosi dal letto. Prese dal suo giubino qualcosa, si avvicinò al mio letto e sedendosi, mi mostrò quello che aveva. «Ma è cocaina, Demi?» Chiesi nel vederla, sconvolta. «Eh già» Fece un mezzo sorriso. «Tieni, è per te» aggiunse. Cosa? Non avevo mai fatto uso di quella roba.
«Ehm, no» dissi. Dalla sua tasca cacciò poi una bustina e una cannuccia. Mise quella polverina bianca sulla bustina da cd, e con la cannuccia la tirò su per il naso. «Dai prova, starai bene» Mi disse, sorridendo. Me la passò ed io provai sul serio, poggiai la cannuccia sotto il mio naso e tirai, poi ancora ed ancora, faceva strano sentirmi qualcosa nel naso, ma la sentii come salire dritto al cervello.
Mi sentivo bene, ma non sentivo quasi nulla attorno a me.

***
Ero a casa di Dinah, avevamo deciso di passare la notte assieme, come raramente facevamo ormai.
«Dinah, io...ho fatto uso di cocaina ieri pomeriggio» Le confessai. «Cosa cazzo dici? Sei seria?» chiese, scioccata. «Sì, io non sapevo ne facesse uso» Risposi. «Lo sapevo che c'era qualcosa, sembrava troppo perfetta, ma tu non dovevi, okay? Quella roba ti brucia il cervello e inizi a dipenderne, cazzo» Mi urlò. «Hei, Dinah...lo so. Ma non ne farò più uso, ho provato con lei, ma basta, finisce qui» La rassicurai. Lei iniziò a tremare, a sudare; stava avendo un attacco di panico. «Dinah, non fare così, ti prego...scusami» mi scusai, avevo toccato un tasto dolente per lei.
Qualche mese fa, ha perso suo cugino, per un overdose di cocaina ed eroina, per lei, lui era un fratello maggiore, gli cadde praticamente il mondo addosso nel perderlo. Era l'unica persona che le voleva veramente bene e che si era sempre preso cura di lei, quando nemmeno i genitori facevamo qualcosa per lei.
«Non finire come lui, ti prego, Lauren. Promettimi, anzi, giurami, che non toccherai mai più quella roba. Non voglio perderti, non voglio tu finisca a dipendere da quella roba» Disse, con la voce tremolante e tra le lacrime.
«No, Dinah, scusa, davvero...ti giuro.» Le dissi.
Lentamente si calmò e riuscii a farle pensare ad altro. Vederla così, mi aveva fatto stare davvero male.

***
Ero a lavoro come sempre, il venerdì erano poche le persone che venivano, quindi c'era ben poco da fare. «Un caffè, grazie» Sentii pronunciare dal bancone. Ero di spalle e stavo sistemando le tazzine, mi voltai nel sentire questa voce, abbastanza familiare, trovandomi Camila davanti a me. «Sì, o-ora arriva» Le dissi. Preparai velocemente il caffè e glielo porsi. «Grazie» disse, in un sussurro. La guardai dare un'occhiata al tavolo in fondo a sinistra e sorridere. «Ehm, perché sorridi?» le chiesi. «Uhm, nulla» Mormorò. «Ah, il nostro tavolo» ricordai. Era seduta lì quando andai a parlarle. «ti ricordi?» chiese. Annuii. «Come dimenticarlo...eri bella, quasi quanto adesso.» Dissi. Lei mi guardò e mi sorrise. Ci guardammo per diversi secondi. Nessuna di noi due aveva il coraggio di staccare lo sguardo. «S-sto morendo dalla voglia di baciarti» sussurrò. «Ehm, no, scusa, cioè volevo solo pensarlo, non dirlo» si scusò subito. «E perché non lo fai? Vuoi baciarmi? Fallo» le dissi. Mi guardò ancora «E Demi?» chiese. «Mh, che ti importa? Segui ciò che ti dice il cuore» le dissi. Lei staccò i suoi occhi da me, poggiò una moneta sul bancone e fece per andarsene. «Sappi solo che non posso, che i disastri, come me, non posso catapultare nessuno nella propria vita, o quel qualcuno è rovinato» Disse, per poi chiudere la porta alle sue spalle.

Ero senza parole. Io, non sapevo davvero cosa fare. Inutile negarlo, mi piaceva da morire, e quando stavo con lei, Demi non sapevo neanche chi fosse.

Contract. | CamrenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora