Il mio cercare di fare qualcosa per Camila, sembrava funzionare, era più sciolta nei miei confronti, ma continuava a nascondermi i suoi reali sentimenti, stava male, ma preferiva non dirmi niente, tagliarsi era diventata una parte di lei, ne era così ossessionata da farlo tutte le mattine, tutte le sere prima di andare a letto e per lei era diventato normale a tal punto da sorridere mentre lo faceva, non versava più una lacrima, se provavo a fermarla, non chiudeva più occhio, doveva tagliarsi per dormire bene, doveva svegliarsi e tagliarsi per cominciare bene la giornata, per sentirsi meno in colpa, ma allo stesso tempo si odiava, perché il suo corpo stava diventato pieno di tagli, non lasciava mai che io la guardassi, non voleva fare l'amore con me, perché si vergognava dei suoi tagli, era perennemente convinta che io preferissi Demi, credeva che magari facendo l'amore con lei avrei potuto ripensarla. Per quanto poteva perdonarmi, per quanto poteva essere più sciolta, per quanto poteva ritornare a stare con me, una parte di lei le avrebbe sempre fatto pensare che io preferissi Demi.
Ultimamente dormivo da lei, quella mattina infatti mi svegliai nel suo letto, la sentii sbattere violentemente la porta del bagno, corsi da lei, «Camila?» le chiesi, lei nel sentirmi chiuse a chiave la porta, la sentii aprire il solito mobiletto. «No, Camila... Dai, ti prego.» le dissi.
La sentii piangere, era strano, di solito non lo faceva data l'abitudine. «Aprimi! Che succede?» le chiesi. Iniziavo a preoccuparmi.Sentii qualcuno avvicinarsi a me da dietro, era Demi. «Che cosa ci fai tu qui?» le chiesi. Aveva un sorriso malizioso sul volto. «Ho portato delle cose alla tua ragazza.» Rise. «Vuoi vederle anche tu?» continuò. Aveva dei fogli tra le mani, erano delle foto, violentemente le presi. Eravamo io e lei. Due giorni fa. Quando era venuta a casa mia ubriaca e strafatta, mi aveva fotografato mentre la baciavo e la toccavo, ma non si vedeva il fatto che io prima volessi andare via e che non l'ho scopata perché sono scappata, l'ho solo toccata per farla smettere. Le buttai violentemente a terra. Camila nel vedere quelle foto sarebbe stata capace di tutto.
La sentivo ancora piangere. «Cristo, aprimi.» le urlai. Continuavo a sbattere contro la porta sperando che lei aprisse, sentii il suo pianto troncare, sentii il panico in tutto il corpo e diedi un pugno alla porta, riuscii così ad aprirla, entrai, era a terra, piena di sangue, scoppiai in lacrime, il mio cuore sembrava aver perso un battito, un vuoto immenso mi penetrò lo stomaco e il petto. La presi in braccio, non so per quale motivo, ma nonostante io la vedessi ricoperta di sangue e nonostante il mio corpo avesse reagito così, pensai che potesse sopravvivere. La portai in ospedale. Scesi dall'auto urlando. I medici vennero in soccorso e mi dissero che era molto grave, ma che avrebbero fatto di tutto. La portarono con loro, mentre io rimasi lì seduta.
Avevo sangue su tutti i vestiti, guardavo il vuoto in cerca di una spiegazione. Mi sono buttata nella merda più totale, non mi sono resa conto del bene che Camila mi voleva, non mi sono resa conto da quanto fossi importante per lei, non mi sono resa conto di quanto mi amasse, non mi sono resa conto di quanto la sua vita dipendesse da me, non mi sono resa conto di averla distrutta, non mi sono resa conto di abbandonarla, non mi sono resa conto di lasciarla tra le braccia dei suoi demoni. Lei aveva smesso di tagliarsi da quando mi conosceva, da quello che avevo capito, io ero stata il motivo del suo stare meglio, il suo stare bene dipendeva da me, ed io sono stata la stessa stronza che l'ha portata a rifarlo, a ricaderci e a stare male.
Mi sento male.
Forse, sono io che non sono adatta a lei, ma dovevo capirlo prima, ora è tutto complicato, ora è tutto come non doveva essere, ora non c'è tempo per capire se io fossi o meno la persona giusta per lei, o se meritasse di meglio, perché il meglio ero riuscita a darglielo nei primi tempi, da aiutarla a non tagliarsi, ma avevo deciso di non continuare, perché avevo preferito fare le mie solite cazzate.
Mi alzai il cappuccio sulla testa, misi le mie mani sul volto e scoppiai in un ennesimo pianto senza fine.
Avevo paura, paura che lei morisse, paura di perderla, perché lei era qualcosa di bello è sapevo che il male che le avevo fatto non lo meritava. Non sarei andata avanti con un peso di colpa del genere, nel caso succedesse.
Quindi, andrò via con lei, se lei deciderà di vivere in un posto migliore di questo, darò a me stessa una seconda possibilità, la possibilità giusta, quella di fare del mio meglio e darle solo un immensa felicità.
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Contract. | Camren
FanfictionLauren Jauregui; Camila Cabello; Due ragazze un po' diverse tra loro, devono fingere di stare insieme per un po', riusciranno a mantenere la loro storia soltanto una finzione? #1 in #CamilaCabello | 05.07.2018 |