11.

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Era passato poco più di un mese, io e Camila continuavano ad evitarci, io la evitavo per non pensarla, per lasciarmela alle spalle, ma lei perché mi evitava? Perché le avevo urlato contro dopo il bacio? Ma cosa si aspettava? Che le dicessi grazie, per caso? Le solite domande erano queste ormai, non capivo, non capivo e non capivo. Ma a questo punto, le chiederò scusa e basta, chiudendo per sempre questa storia. Anche perché in questo mese, ho continuato a sentirmi con Demi, veniva a prendermi a scuola, pranzavamo insieme, passavamo il pomeriggio assieme e una notte ho fatto anche la pazzia di scappare di casa e andare a vederla, mia madre non mi avrebbe mai lasciato andare alle 2 di notte in giro, lì mi ha baciato, ringraziandomi di essere andata, così abbiamo continuato a vederci, al momento ci stavamo frequentando per vedere un po' come sarebbero le cose se stessimo insieme e sembrava davvero che Camila fosse ormai qualcosa di lontano.
Insomma mi faceva sempre un certo effetto ma non più come prima. Dinah, era sempre al mio fianco, avevo iniziato ad aiutarla al bar, così aveva meno lavoro e più tempo per stare con Kyle quando ci scambiavamo i turni.
Senza accorgermene, essendo persa nei miei pensieri arrivai a scuola, prima di entrare al cancello qualcuno mi tirò per il polso e mi ritrovai faccia a faccia con Demi.
«Hei» Disse, per poi mordersi il labbro nel vedermi. «Ehi» le sorrisi. «Posso baciartelo quel bel sorriso?» chiese, facendo un ghigno. «Mhh, fammici pensare» Dissi, ma senza neanche avere la mia risposta mi baciò. «A dopo, piccola» Disse, staccando il bacio qualche secondo dopo. «A dopo» le sorrisi. Entrai in classe e presi posto accanto a Dinah. «Sei in ritardo!» esclamò. «Sì, ma il professore non c'è quindi va tutto bene» sospirai. «Fammi indovinare, Demi?» chiese. Le sorrisi annuendo.
«Ragazzi, oggi manca il professore!» esclamò il bidello entrando in classe. In pochi minuti in classe si scatenò il putiferio. «Approfittane per parlare con Camila, dai» mi incitò Dinah. «Ehm, sì...va bene» dissi.
Ero ancora un po' in timore però mi avvicinai a lei, aveva lo sguardo fisso sul cellulare, stava parlando con un certo "Mike" notai sbirciando, feci un piccolo colpo di tosse per farmi notare. Alzò velocemente lo sguardo dal cellulare e nel vedermi bloccò lo schermo, si irrigidì alla mia vista. «Camz, io...volevo chiederti scusa insomma, per quando mi baciasti, avevo reagito male e so che te la sei presa molto per questo, mi dispiace, ma sapevi bene perché.» Le spiegai. «Lo so, cioè ho sbagliato, tranquilla, non è nulla, sto bene e non me la sono presa assolutamente.» Disse, velocemente. Era molto nervosa e non ne capivo il perché. «Mh, va bene...ma allora perché mi eviti?» Le chiesi. «Ma io non ti evito affatto» rispose. «Sì, invece» insistetti. Era stupida o cosa? È un mese che fa solo questo. «Ma no, tranquilla» mi sorrise. Il suo sorriso era falso e si vedeva.
Mi allontanai da lei, tornando da Dinah, era troppo strana, però lasciai stare.

***
Mentre Demi mi riaccompagnava a casa con la sua auto, vidi camminare in lontananza Camila mano nella mano con un ragazzo. Si è fidanzata? Cosa?
Lui era un tipo magro, alto e leggermente muscoloso. "Devo voltare pagina" pensai, riportandomi alla realtà. Feci finta di niente e continuai a guardare fuori. L'auto si fermò improvvisamente. «Cosa fai?» Chiesi a Demi. «A quanto pare siamo senza benzina» sbuffò. «Torno a piedi, capito» Dissi, aprendo la portiera dell'auto. «Ei, no, cosa fai?» mi chiese. «Torno a casa» risposi. «Ehi, no, dai, resta qui con me, ripartirà» Disse. La guardai qualche secondo e poi chiusi lo sportello. «Va tutto bene?» chiese, preoccupata. «Sì, volevo solo tornare a casa.» Risposi.
No, mi era presa un ansia assurda dopo aver visto Camila e avevo solo bisogno di Dinah. «Non ti va di stare con me un po'?» Mi chiese.
Forse dovevo solo non pensarci. «Approfittiamo di questa cosa, restiamo un po' insieme e poi ti riporto a casa, a piedi, ma sì.» Spiegò. Annuii. Si avvicinò e mi baciò. Notò la mia freddezza, proprio nasconderlo era impossibile. «Va be', ho capito, non vuoi dirmi un cazzo, okay, vuoi tornare a casa, vai dai» Sbroccò.
«No, scusami, Demi...mi sento solo un po' strana.» le dissi. «In che senso?» chiese, cercando di capirmi. «In questo senso insomma, io, tu...sta diventando un qualcosa di importante, e non so se sono pronta o meno.» Le spiegai. «Fammici pensare un po', per favore...» aggiunsi. Lei rimase completamente spiazzata. «Tu mi piaci e lo sai benissimo, vuoi prendere una decisione e sono felice, perché se sarà positiva inizieremo qualcosa di importante ed io non vedo l'ora, ma se sarà negativa...insomma, meglio non pensarci. Però non metterci troppo.» Disse, calma. Diversamente da prima sembrava più comprensiva e più con la paura di perdermi. «Ciao, Dem» Le sorrisi, per poi scendere dall'auto.
Lei fece un mezzo sorriso e scese con me. «Vado a cercare un posto dove mettere benzina» spiegò, per poi scomparire alle spalle della sua auto con una latta nella mano sinistra.
Me ne ritornai a casa, i miei non c'erano, non mangiai nulla, andai in camera mia e mi misi a dormire.

Le mie giornate erano queste: tutto iniziava bene, poi dal nulla, anche per cose stupide, finiva così. Ero fottutamente stanca.

Contract. | CamrenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora