26.

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Camila si svegliò e mi ritrovò in lacrime sul pavimento del suo bagno.
«L-Lauren...» sussurrò, entrando.
Si accasciò sedendosi accanto a me. «Che succede?» Mi chiese.
La guardai. E ricominciai a piangere, stavolta singhiozzando. Io non ci voglio credere che l'ho ridotta così, che l'ho distrutta.
Abbassò lo sguardo. Si rese forse conto del fatto che avessi scoperto tutto.
«Non è come credi...» mormorò.
«Ah no? E com'è?» le urlai.
«Non sono mie queste cose.» Rispose.
«Evita di dire stronzate, Camz.» Dissi, alzandomi.
Mi guardò negli occhi. «Evita di farlo anche tu, questo finto interesse, a scopo di cosa?» Mi chiese.
«Non sto fingendo.» Le dissi.
«Porco dio, Lauren. Va via. La tua presenza mi fa solo venire voglia di tagliarmi ancora di più. Mi fai così schifo, quasi più di quanto me ne faccia già io. Sta zitta, per favore e vaffanculo.» Mi sbraitò.
«Ma cosa dici, Camz...» mormorai.
«Vaffanculo, Lauren.» Urlò.
Mi asciugai le lacrime e presi forza. Non potevo crollare insieme a lei, dovevo darle una mano. Lei aveva bisogno del mio aiuto.
Mi avvicinai e le presi il viso tra le mani, la baciai. Ricambiò per qualche secondo il mio bacio, ma poi mi strattonò via.
«No. Non mi freghi. Vattene.» Sbraitò.
«Parliamone, per favore.» Le dissi. Lei non rispose. «Non vuoi sapere?» aggiunsi.
«I tuoi succhiotti sul collo dicono già tutto.» Rispose freddamente.
«No. Non ne sai niente.» Dissi.
«Senti, ho visto Demi entrare a casa tua l'altra mattina e ho visto che avete scopato. Avete lasciato che chiunque passasse di lì vi guardasse, che chiunque vedesse quanto amavate scoparvi. In modo schifoso. Mi hai fatto così schifo, che anche solo baciarti adesso mi ha fatto rabbrividire. E lo so che, vi siete riempite di succhiotti, che poi lo avete fatto fino a farvi male. Io non sono stupida, ma non ho intenzione di competere con Demi, a chi ti scopa meglio o a chi ti lascia più succhiotti. Hai preferito lasciarmi andare. E sei qui adesso, solo perché hai visto che sto crollando. Ma sto crollando, reggendomi in piedi, con o senza di te. Prima di conoscerti, lo facevo già, mi avevi soltanto dato, senza saperlo, dei motivi per non farlo, dei motivi per stare bene e per non pensare al modo migliore con cui potevo farmi del male. Ma tranquilla, io non voglio morire. Questo è il mio modo di sopravvivere. Magari smetterò da un momento all'altro, ma sai, per una che è stata violentata, che ha abortito, e che nella vita è stata solo abbandonata fin dall'infanzia, non si può pretendere molto. Ho fatto in modo che tu non vedessi mai le cicatrici che ho sul corpo, ma ne ho più di quanto tu pensi. E come vedi, nonostante quelle, sono qui, e vado avanti.» Spiegò, guardandomi negli occhi e senza versare una lacrima. Io avevo gli occhi pieni di lacrime e abbassai la testa. Aveva ragione. Ed io non avevo mai notato nulla, non ero mai stata così attenta a proteggerla, non ero mai stata attenta alle piccole cose, che erano le più importanti.
« te ne vai, per favore?» Mi chiese.
«No, Camz...io...» cercai di dire ma mi bloccò. «Lauren, non sei la prima ad andartene dalla mia vita, non farti problemi, scopa con Demi, fatti riempire di morsi e di succhiotti, mostra al mondo quanto ti renda felice scoparci. Non c'è bisogno di nessuna spiegazione. Io sto bene. Sopravviverò.» Disse, sorridendo.
Quel suo sorriso era così falso ma non voleva darmi soddisfazione di averle fatto del male.
Rimasi in silenzio. Come diavolo le avrei spiegato adesso che non era tutto come lei credeva? In realtà lo aveva già capito, come era andata tra me e Demi, ma è convinta che io voglia Demi adesso.
Ma non è così, o almeno credo. Dio, la mia testa sta sfasando. «Vai via?» mi chiese. Feci di no con la testa. «Lauren, tu vuoi lei. Non ha senso star qui.» aggiunse. «No, Camz...io, non è così.» dissi.
«Insomma, io sono qui, non sapevo nemmeno di tutto questo. Sono qui solo per te, non perché ti autolesioni.» continuai.
«Dinah, ti ha convinto a venire, non è vero?» mi chiese.
«Mentirei se ti dicessi che non è così, ma ancor prima di parlarle, ero già qui. Quando sono venuta a casa tua qualche giorno fa, non avevo ancora parlato con nessuno. Mi mancavi e basta. Perché Dio, mi piace da morire scopare con Demi, ma non c'è secondo in cui non penso a quanto sarebbe bello fare con te quelle cose, non scopo con lei perché mi piace lei, ma semplicemente perché sa scopare bene, Camz. Ed io capisco, che con te non sarà mai uguale.» risposi.
«Perché a differenza sua ti amo, Lauren. Dio, quello non è amore, è solo sesso. Io non riuscirei mai, ma non perché non so farlo, se è questo che credi, perché è bravo chiunque, ma perché con te mi viene dolcemente fare qualsiasi cosa. Evidentemente io ti amo più di quanto lo faccia tu. Nonostante sembrasse il contrario.» Disse.
«Lo so...» cercai di dirle, ma mi bloccò.
«E tanto per ricordartelo, ho subito uno stupro, sono stata violentata, lo capisci? Mi fa schifo anche solo che qualcuno mi tocchi, lo sai questo? No, perché con te ho lasciato perdere tutte le mie paure, nonostante ogni volta che toccavi il mio corpo nudo, avevo in mente quelle immagini orribili, ma mi piaci così tanto Lauren, che sono andata oltre, perché c'eri tu, perché eri tu, ed è grazie a questo che ho scacciato quelle immagini dalla mia testa, perché fin quando c'eri tu, non avevo nulla di cui avere paura, é stato il tuo profumo, il tuo odore, la tua dolcezza a tranquillizzarmi. Perché credevo che mi amassi.» Spiegò. «Ti amo ancora.» Dissi.
Lei mi girò le spalle e scese di sotto. «Camz.» mormorai, per poi seguirla. «Lauren, smettila.» Mormorò. «No, ti prego.» Le dissi, afferrandola per il polso. «Cazzo, Lauren.» Urlò per il dolore, cercando di tirare a sé il braccio.
«Scusami, ma no. Non ce la faccio a lasciarti andare così.» Dissi, per poi baciarla.
«No, cazzo, non mi baci.» Disse, spingendomi via.
«Mi fa schifo la tua bocca, e anche la tua lingua, sapendo che hanno toccato la vagina di quella lurida troia.» Continuò, passandosi una mano sulle labbra, come per pulirsi.
«Ma andiamo, Camz.» Le dissi.
«No, scordatelo, non mi terrò mai le tue corna del cazzo! Soprattutto perché non mi vuoi davvero.» Disse lei, entrando in cucina. Io la seguii.
«Ti voglio davvero, Camz.» Le dissi.
«Oh, sei sicura? Anche se non scopo bene come Demi? Anche se non te la lecco fino a farti venire tre orgasmi di seguito? Anche se non ti faccio morsi sul collo che diventano poi viola? Anche se penso a farti stare bene senza scoparti? Sei proprio sicura di questo, Lauren?» Urlò, stufa e arrabbiata.
«Sì, la lasciai per te, Camz.» Le ricordai.
«Oh sì, certo. Ma è da lei che sei tornata, come se nulla fosse.» disse.
«Beh, sì...ma non per questo la amo. Io non la amo, lo sai benissimo.» Dissi, guardandola dritto negli occhi.
«Basta, vaffanculo.» Mi urlò. «No.» le urlai in risposta. «io ti amo.» continuai. «da morire.» aggiunsi. «Hai saputo solo scoparti un altra senza pensare a me, se è così il tuo amore, non lo voglio.» mi disse.
Non aveva torto, aveva fottutamente ragione.
«Senti Camz, voglio dimostrarti sul serio quello che provo, permettimi di farlo, ricominciamo tutto d'accapo.» Le proposi. «Per favore, Camz, se sono qui è perché sono pentita di quello che ho fatto e perché ti amo ed è te che voglio.» Continuai.
«Sei una cazzona del cazzo, Lauren.» Mi urlò.
«Non voglio più perdere tempo con te, io non voglio tornare con te. Tu fai il cazzo che vuoi, non servirà a niente.» continuò.
«Beh, allora vedremo.» ammiccai.
«Non ti sprecare, non serve. Non mi riavrai.» Disse. «Camz, non mi spaventa di certo riconquistarti. Per il semplice fatto che con tutto l'amore che provo per te, sono capace di dimostrartelo in qualsiasi modo.» Le dissi. «stavolta magari prova a non dimostramelo scopandoti un altra.» mormorò.
«Ci vediamo domani.» Le dissi, uscendo da casa sua.
Potevo solo dimostrarle il mio amore, sempre se lo avrebbe accettato. Ma dovevo riuscirci, dimostrarle che la amo. Con tutta me stessa e con tutta la forza del mondo.

Contract. | CamrenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora