Capitolo primo.

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E' tutto bianco.

Sono circondato da quelli che sembrano miei coetanei o almeno credo. Non riesco a vederli chiaramente, i loro volti sono sfocati. Forse sono dei miei compagni di scuola... o forse no. Si radunano intorno a me quasi soffocandomi e mi guardano tutti. So che lo stanno facendo anche se non vedo le loro espressioni. Mi stanno osservando e giudicando.

"Jeon Jeongguk, sei un perdente" dice una voce maschile che non riconosco.

"Sei disgustoso!" Proclama qualcun altro e questa volta è una ragazza a parlare.

L'adolescente accanto a lei, che dev'essere sicuramente una sua amica, ride a quell'affermazione. "Sì, ripugnante" aggiunge poi.

Un ragazzo mi spinge e io inciampo finendo rovinosamente a terra. Tutti si accalcano per guardarmi come se fossi un fenomeno da baraccone e io cerco invano di allontanarmi da loro.

Una ragazza sogghigna. "Sei così carino... E' un vero peccato che ti piacciano gli uomini."

Sbarro gli occhi e scuoto la testa impercettibilmente. Vorrei dirle che non è così. Vorrei spiegare a tutti loro che non mi piacciono i ragazzi, che non sono gay ma non riesco a parlare.

"Kookie." Qualcuno pronuncia il mio nome e io riconosco all'istante quella voce calda e familiare.

La folla che mi torreggia intorno si apre proprio davanti a me, rivelando la figura di un ragazzo che conosco fin troppo bene. Appena vedo il suo viso, tutti gli altri sembrano scomparire.

Sono salvo.

"Jimin hyung" sussurro il suo nome.

Lui mi guarda dall'alto e mi sorride teneramente ma in un attimo il suo sorriso svanisce diventando d'un tratto serio. Il suo sguardo è gelido, la sua espressione impassibile. Si avvicina e si accovaccia di fronte a me che sono ancora seduto per terra. Jimin sembra deluso e mi guarda scuotendo la testa con disapprovazione. Vorrei chiedergli a cosa è dovuto quel repentino cambio d'espressione, cosa c'è che non va, cosa ho fatto di male ma ancora una volta non riesco ad aprir bocca.

"Davvero pensavi che non l'avrei scoperto?" mi accusa Jimin. "Non posso piacerti in quel senso. Siamo due ragazzi" continua.

E io lo so, lo so che siamo due ragazzi, maledizione! So che agli occhi di tutti risulta come una cosa oscena, disgustosa e schifosamente sbagliata ma cosa posso farci?

"Jeon Jeongguk, mi fai ribrezzo" afferma ed è a quel punto che la mia sanità mentale si sgretola insieme al mio autocontrollo e a tutto quel che fa parte di me.

A quelle parole i miei occhi si riempiono di lacrime. Cerco ancora di darmi un contegno, di fermarmi prima di rendermi ulteriormente ridicolo davanti a lui e a tutti gli altri ma non ci riesco. Vorrei alzarmi e correre via, nascondermi da qualche parte e rimanere da solo a piangere, ma non ci riesco. E' come se qualcuno mi tenesse incollato al suolo. Le lacrime, rimaste sospese per così tanto tempo, si riversano sulle mie guance. Comincio a singhiozzare forte e mi porto le mani sul volto.

Dovevo saperlo.

E' la fine.




Mi risveglio di soprassalto con il fiato corto e le lacrime agli occhi, sudato e con i capelli umidi appiccicati alla fronte. Sono avvolto nel buio della mia stanza e mi aggrappo al mio letto per essere sicuro che quello che ho appena fatto sia soltanto un sogno o, per meglio dire, un incubo. Sempre lo stesso da settimane ormai.

Save me {jikook}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora