Capitolo quarto.

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Sto di nuovo per addormentarmi, questa volta in macchina, quando Jimin accosta l'auto davanti casa mia. Scatto sul sedile e faccio per aprire lo sportello ma Jimin mi chiama, così mi volto verso di lui.

"Passo a prendere qualche schifezza al conbini" m'informa.

Per un lungo istante rimango a fissarlo senza spiccicare parola. Cibo spazzatura al conbini? Adesso? Cosa mi sono perso? Sto per chiedergli spiegazioni quando improvvisamente ricordo della nostra mensile serata tra amici, così annuisco animatamente.

"Okay, ti aspetto."

Scendo dall'auto e guardo Jimin ripartire prima di entrare in casa.

Te ne eri davvero dimenticato, Jungkook? Sì e me ne vergogno infinitamente...

Da un po' di anni a questa parte è nostra tradizione, mia e di Jimin, organizzare una serata completamente dedicata a noi. In realtà non facciamo nulla di particolarmente eclatante durante queste serate, semplicemente ci rilassiamo e cerchiamo di dimenticare tutto il resto, anche se solo per poche ore. Tutto quello che facciamo è starcene comodamente stravaccati sul divano in soggiorno a guardare un film e rimpinzarci di cibo spazzatura.

Mi richiudo la porta alle spalle sbattendola accidentalmente. Lancio le chiavi sul tavolino all'entrata ma queste cadono sul pavimento, così sono costretto a raccoglierle per poggiarle nuovamente e con più delicatezza sul ripiano; mi lamento ad alta voce del mio mal di schiena dopo essermi piegato e aver afferrato il mazzo di chiavi. Mi sfilo il giubbotto, il quale finisce per essere lanciato sull'appendiabiti all'ingresso, e poi corro in soggiorno a riordinare il caos che ho creato questo pomeriggio. Appena termino il mio lavoro, accendo il termostato alzando la temperatura di qualche grado e comincio a spogliarmi. Ancor prima di arrivare in bagno sono già nudo con una scia di vestiti dietro di me a tracciare il percorso. Mi fiondo sotto il getto bollente della doccia e rimango per un attimo -un attimo si fa per dire- a godermi quel tepore piacevole prima di cominciare a lavarmi sul serio.

◊ ◊ ◊

Sono per metà riverso nell'armadio intento a scovare il pantalone della tuta più comodo che ho, quando sento la porta d'ingresso sbattere e subito dopo Jimin chiamare il mio nome.

"Mi sto vestendo" lo informo urlando dalla camera da letto.

Nella mia testa quel 'mi sto vestendo' suona come un 'aspettami in soggiorno', ma evidentemente Jimin non afferra la mia richiesta sottintesa e piomba nella stanza. Riesco a vestirmi almeno per metà, infilando alla svelta la biancheria e i pantaloni, un attimo prima che entri.

Ancora con il giubbotto ben chiuso e alcune buste in mano, porta immediatamente il suo sguardo su di me. "Sono arrivato appena in tempo" dice sollevato.

"In tempo per fare cosa?" gli chiedo confuso.

"Per cambiarti la medicazione, quella è praticamente andata a farsi benedire" mi indica.

"Hyung, lascia stare" borbotto rituffandomi tra le ante del guardaroba per recuperare una maglietta qualsiasi.
"Poso queste cose e vado a prendere le garze" annuncia ignorando completamente la mia affermazione.

"Sul serio, non ce n'è bisogno" insisto sperando che ceda.

Trovo finalmente un capo che mi soddisfa, così sguscio fuori dall'armadio richiudendone le ante.

"Jungkookie" mi chiama e io mi costringo a guardarlo negli occhi "ascolta il tuo hyung almeno per una volta."

Sbuffo e lancio la canotta bianca sul comò mentre Jimin sparisce dalla stanza.

Save me {jikook}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora