Capitolo terzo.

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"Avanti, cambiati" mi esorta Jimin, infilandomi una mano tra i capelli e scompigliandoli.

Esce dal bagno, dopo avermi spettinato abbastanza, e mi lascia lì da solo a fissare il vuoto mentre cerco di interpretare quello che ha appena detto.

"Adesso?" chiedo confuso. Mi decido ad alzarmi e lo seguo tentando invano di risistemarmi i capelli. "Andiamo da qualche parte?" domando ancora, impaziente.

Il ragazzo, che ora mi dà le spalle, si gira verso di me guardandomi negli occhi e poi sorridendomi. "Kookie, fai troppe domande. Sbrigati e basta."

"Hyung, dammi almeno un indizio" insisto non riuscendo a placare la mia curiosità.

"Andiamo in un posto."

Diamine, che indizio... penso arrendendomi.

◊ ◊ ◊

Sono ormai dieci minuti che sono comodamente stravaccato sul sedile dal lato del passeggero, impegnatissimo a giocare con il cellulare di Jimin, quando il ragazzo al mio fianco rallenta e va in retromarcia parcheggiando l'auto. Spegne il motore, si caccia le chiavi nella tasca del giubbotto e infine mi tira via il cellulare dalle mani senza preavviso.

"Ehi!" strillo in segno di protesta.

Jimin ride della mia reazione facendo esplodere la sua risata contagiosa in tutto l'abitacolo e io mi lancio verso di lui, riuscendo a stento a trattenere le risate, per riprendermi il suo cellulare.

"Avevo quasi finito il livello!" dico ad alta voce mentre cerco di raggiungere le sue mani per riappropriarmi del suo cellulare.

Quando sono ad un soffio dall'impadronirmi nuovamente dell'apparecchio, Jimin riesce ad infilarselo in tasca. Esibisce un sorriso a trentadue denti e io mi ritrovo a guardarlo dal basso, mentre sono poggiato con il mento sul suo sterno. Il cambio preme sul mio fianco destro facendomi male, eppure rimango in quella posizione a contemplare il suo viso raggiante come uno stupido.

"Ho vinto" annuncia. Mi guarda dall'alto e mi fa la linguaccia. "Sei comodo?" mi chiede poi ironicamente, cambiando discorso e cercando di trattenere una risata.

"Per niente."

Mi scosto da Jimin abbandonando quella scomodissima posizione e aprendo lo sportello. Mi fiondo fuori dall'auto e respiro a pieni polmoni. Mi guardo un attimo intorno e immediatamente capisco dove ci troviamo: siamo al parco. Era da così tanto tempo che non ci venivo ma è bello essere qui, anche se non so ancora perché Jimin abbia deciso di venire proprio in questo posto. Sento i suoi passi smuovere la ghiaia sul terreno così mi giro nella sua direzione.

"Hyung, perché siamo al par-" cerco di domandare ma, prima di poter terminare la frase, Jimin mi scaraventa una coperta in faccia ammutolendomi momentaneamente.

"Reggi questa" afferma e comincia ad avviarsi -ridendo sotto i baffi- senza aspettarmi.

"Jimin hyung!" protesto afferrando l'oggetto appena lanciatomi. "Dì la verità: sei nato solo per urtarmi il sistema nervoso, eh?" dico ad alta voce per farmi sentire dal diretto interessato. "Ehi! Hyung! Jimin hyung!" urlo nella sua direzione quando mi rendo conto di essere stato lasciato indietro.

Corro verso di lui e gli regalo una vigorosa pacca sulla spalla appena lo raggiungo. Jimin si piega in avanti per colpa dell'impatto rischiando di perdere l'equilibrio e io inizio a ridere, lui fa lo stesso non riuscendo più a trattenersi.

Ha una risata così pura e cristallina, sentirla mi rallegra e mi fa sentire bene. In realtà però non è solo la sua risata a piacermi. Il fatto è che con Jimin mi sentirei a casa anche se fossi dall'altra parte del mondo, senza soldi e senza un tetto sopra la testa.

Save me {jikook}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora