Capitolo quinto.

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 "Maledizione!" strillo in preda ad un attacco di rabbia.
E' da più di dieci minuti che, seduto sul pavimento a gambe incrociate, continuo ad armeggiare con il lettore dvd ma questi non ne vuole proprio sapere di funzionare come si deve. Quell'aggeggio malefico funziona –o meglio: aveva funzionato- perfettamente per anni e quando decide che è il momento di andare a farsi benedire? Ma ovviamente questa sera!
"Che hai da strillare tanto?" mi chiede Jimin, o almeno ci prova dal momento che ha la bocca piena di cibo.
"Non dà segni di vita." Indico l'apparecchio che ho momentaneamente abbandonato sul pavimento, per poi riprenderlo tra le mani non riuscendo a darmi pace. "E' praticamente andato!" strillo sbattendo il lettore per terra un paio di volte prima di lanciarlo dall'altra parte del soggiorno facendolo finire da qualche parte dietro uno dei divani.
Jimin ride della mia eccessiva reazione. "Sei impazzito?" mi domanda e per poco non sputa quel che ha in bocca per chiedere ciò che ormai è già assodato.
Sospiro frustrato prima di stendermi sul lastricato con le braccia e le gambe aperte.
Per un attimo la mia mente vaga, dimenticando tutto il resto, e mi sento come un bambino pronto a fare un angelo nella neve... Già, peccato che io non abbia mai fatto nulla del genere con quelli che, legalmente e biologicamente, sono i miei genitori. Sono sempre stati impegnati a lavorare, a ignorarmi e a prendersi cura di mio fratello maggiore. Se avessero potuto, gli avrebbero persino masticato il cibo prima di farglielo mangiare per non farlo stancare troppo. Che razza di stronzi...
"Jungkook, mi stai ascoltando?"
Porto la mia attenzione su Jimin fissandolo dal basso e anche lui mi guarda aspettando una mia risposta che però non arriva. Decido d'introdurre un nuovo discorso prima di ritrovarmi a parlare con lui della mia famiglia.
"Non dovresti smetterla d'ingozzarti in quel modo?" chiedo vedendolo immergere la mano nell'ennesimo sacchetto di patatine, il quinto per la precisione, per poi estrarne un intero pugno e cacciarselo in bocca.
Delle volte mi chiedo come faccia a piacermi una persona del genere. Okay che è una bella persona dentro quanto lo è fuori e tutto il resto ma, diamine, a volte riesce ad essere davvero disgustoso.
"Perché?" mi chiede con l'innocenza di un bimbo.
"Davvero vuoi buttare al vento mesi di lavoro in palestra per quelle?" indico il pacchetto di patatine dal quale non sembra avere la minima intenzione di separarsi.
"Da quando ti preoccupi per il mio aspetto?" mi chiede sedendosi accanto a me, incrociando le gambe e continuando a mangiare.
"Saranno tutte le tue innumerevoli spasimanti a preoccuparsi quando, al posto degli addominali, si ritroveranno a passare le loro mani sulla tua ciccia" gli dico picchiettando una mano sul suo addome.
Rallento i miei movimenti fino a fermarmi completamente quando tutto quello che riesco a percepire attraverso il tessuto della canotta sono i suoi addominali e sì, sono piuttosto pronunciati.
Dopo aver mandato giù il boccone mi sorride in modo sfacciato. Poi sussurra: "Vuoi vedere?"
Jungkook, dì di sì! Chiedigli se puoi toccarli!
Perdo un battito. Jimin ride divertito e si porta una patatina alle labbra, mentre io ritraggo immediatamente la mano rendendomi conto di quel che sto facendo.
"No, grazie!" quasi strillo ignorando la vocina nella mia testa che non fa altro che suggerirmi idee malsane e mi rialzo in piedi; non voglio cedere a quella cattiva tentazione ma non voglio che qualche pezzo di patatina insalivata sfugga dalla sua bocca per trovare posto sulla mia faccia.
Appena sono in piedi mi lamento nuovamente del mio mal di schiena e Jimin mi richiama. Mi volto verso di lui aspettando che parli.
"Stenditi" mi dice alzandosi in piedi e indicando il divano.
Io rimango immobile a guardarlo cercando di capire ciò che mi ha appena detto, mentre Jimin abbandona il pacchetto di patatine ormai vuoto sull'isola e, dirigendosi verso il lavello per lavarsi le mani, mi ripete quell'ordine. Il mio sguardo è ancora confuso quando si riavvicina a me e Jimin, leggendo l'espressione interrogativa che ho evidentemente impressa in volto, risponde alla mia domanda non posta.
"Hai mal di schiena, no?" chiede senza aspettarsi una risposta, infatti continua. "Ti faccio un massaggio" mi dice con tutta la naturalezza del mondo.
"Non è necessario-" ma non riesco a finire la frase che Jimin mi spinge sul divano facendomi ritrovare seduto su di esso.
"Invece sì" replica. "E adesso zitto" mi ordina puntandomi un dito contro.
Non ho il coraggio di replicare così mi stendo sul divano. "Okay... V-va bene" dico in un sussurro e, per la prima volta da quando conosco Jimin, incespico nel parlargli.

Save me {jikook}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora