t h r e e

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«Hey, hey ragazza» mi chiamò una voce.
Io aprii pigramente gli occhi.
«Ancora cinque minuti, papà» borbottai.
Misi a fuoco il volto che avevo davanti e sgranai gli occhi.
«T-Tu non sei mio padre! Dove sono? Oh, santo cielo» dissi guardandomi in torno.
Ero distesa sulla sabbia bianca di un'isola.
Davanti a me c'era un ragazzino biondo.
«Va tutto bene, va tutto bene» mi rassicurò.
«D-Dove sono? I miei genitori dove sono?»
«Siamo naufraghi» mi rispose deglutendo.
«Che è successo?» chiesi.
«Sono state le cucine, hanno fatto esplodere qualcosa. Tipo una bombola del gas: è scritto che è severamente vietato fumare» confessò sedendosi accanto a me «Qualche cretino non avrà rispettato le regole»
In lontananza non si vedeva nulla se non il mare.
Scossi la testa.
«Non può essere» piansi.
Il biondo mi cinse le spalle con un braccio.
«Dobbiamo rimboccarci le maniche per sopravvivere, no?» chiese ad un tratto.
Io annuii.
«Allora? Che stiamo aspettando?» domandò alzandosi da terra.
«Ti fidi di me?» replicò porgendomi la sua mano.
Io annuii dolcemente per poi stringerla, lui mi tirò in piedi sorridendomi.
«Io cercherò dei rami lunghi circa così e spessi così, e tu delle foglie di palma più o meno di queste dimensioni» mi disse mimando delle misure con le braccia.
Dopo un'ora avevamo tutto il necessario.
«Cosa vuoi fare?» chiesi.
«Una capanna» rispose semplicemente.
«Tu...Tu sai come si costruisce una capanna, no?» domandai appoggiando con cura le foglie a terra.
«Certo, ho letto dei libri sull'argomento» rispose nuovamente raccogliendo un ramo.

Mettemmo sei grandi bastoni in modo da formare una V capovolta, riempimmo gli spazi tra essi con rami più piccoli e fango.
Poi ricoprimmo tutto con le foglie.
Il risultato fu una capanna lunga un paio di metri e abbastanza larga da farci stare sdraiati tutti e due comodamente.

Io stavo finendo di ricoprire di fango la capanna quando il ragazzo si avvicinò a me e mi spalmò una manciata di fango in piena faccia.

Io mi lamentai piuttosto arrabbiata.
«Hey, hey. È per il sole. Altrimenti ti scotterai» sorrise toccandomi dolcemente la punta del naso con l'indice.
«Ah si?» chiesi prendendo un'altra manciata di fango «Allora non voglio che nemmeno tu ti scotti» ripresi spalmandogli il fango sulle guancie.
Lui rinaneva lì, a farsi cospargere il fango sulle guancie senza dire una parola.
«Vendetta» affermai non appena il suo viso e il suo collo non furono totalmente marroni.
«Hai avuto la tua vendetta cara...» ridacchiò lasciando la frase in sospeso.
«Cassandra» risposi «E ho avuto l'onore di vendicarmi di...»
«Blake Gray» rispose lui sorridendo.

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