s e v e n t e e n

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Appena tornata a San Francisco fui subito invasa dai giornalisti.
Avevo interviste quasi ogni giorno, fui ospite in innumerevoli programmi per la televisione e la mia voce si sentiva in radio praticamente ad ogni ora del giorno.
Una casa editrice mi diede l'opportunità di scrivere un libro autobiografico sulla mia esperienza.
Dopo la pubblicazione, tempo uno o due anni e alcuni registi decisero di girarne alcuni film.
Ebbero un grandissimo successo.
Ogni sera rileggevo alcune pagine del mio libro.
Ogni volta che veniva nominato Blake mi si chiudeva lo stomaco...
Mi faceva male parlarne, anche scriverne.
Ma soprattutto a pensarlo, volevo eliminarlo dalla mia mente.
Ma, come si può cancellare la persona che ti ha salvato la vita più di una volta e con cui hai vissuto in isolamento per un mese intero?
Era stato la mia roccia, forse ero troppo filosofica, ma era così.
Come potevo farlo evaporare dai miei pensieri se era stata la persona più importante della mia vita...
Chiusi il libro, mi alzai dal letto e mi sedetti alla scrivania.
Aprii un cassetto e ne tirai fuori una lettera, presi una penna e iniziai a scrivere.

Caro Blake,
Spero che tu stia bene.
Sono tre anni che non ho tue notizie, più o meno da quando ci siamo lasciati all'hotel.
Volevo solamente sapere come stavi e

Mi fermai.
Non sapevo nemmeno a chi avrei potuto inviarla.
Sapevo solo che Blake era rinchiuso in un qualche istituto lì in America.
Era tutto così...ingiusto.
Una piccola lacrima cadde sull'inchiostro blu, sbavandolo.

Blake aveva ragione: Non bisognava mai arrendersi.

Accesi il computer e digitai il suo nome su Google.
Tra le immagini apparve la copertina del mio libro, poi i vari attori che lo avevano interpretato.
Nessuno era degno di portare il suo nome...
Dopo alcuni minuti che scrollavo le notizie con il mouse mi bloccai.
C'era scritto "Blake Gray: Il ragazzino sopravvissuto"
Velocemente cliccai su quel titolo.
Lessi tutta la notizia.

Blake Gray.
Era un normale quindicenne, due genitori che andavano d'accordo, un fratello, un cagnolino la scuola...
Ma una vicenda lo ha cambiato.
La nave su cui si era imbarcato il 17/06/"16 è affondata il 18/06/"16
Portandosi con lei tutto ciò a cui il ragazzo era legato.
Ritrovatosi naufrago su un'isola strinse amicizia con una ragazzina, anche lei naufraga.
Rimasero isolati per un mese intero finché non decisero di disperdersi nel mare su un gommone da salvataggio.
Li ha portati alla salvezza?
Direi di si.
Può essere definito "L'Harry Potter di Dallas"
Il ragazzino che è sopravvissuto.
Perché il ragazzo ha gentilmente accettato di sottoporsi a un'intervista per il nostro Talk Show, che vi ricordiamo va in onda tutte le mattine alle 4am sul canale 897.

Cliccai sul link e la pagina mi aprì un video su YouTube:
Il conduttore dello show era un uomo sulla quarantina dai capelli neri e disordinati, vestito tutto elegante.
Era seduto su uno sgabello di vetro al centro di uno studio televisivo circolare pieno di neon blu e azzurri.
Dopo aver detto il suo nome e pubblicizzato vari sponsor annunciò l'entrata di Blake.
Il ragazzino entrò: i suo capelli non erano più ordinati e sulla fronte, ma all'insù e di un colore più naturale e biondo.

"Non sono più in stile leccata di mucca" pensai ridendo.

Si sedette sull'altro sgabello, e il conduttore iniziò a fargli alcune domande.
Era la peggiore intervista che io avessi mai visto.

«Quindi hai letto il libro di Cassandra White?»
«Io...Si» fece spallucce Blake.
«Le è piaciuto? Si è rispecchiato in uno dei personaggi?»
«Si moltissimo, ammetto di averlo letto circa sei/sette volte» affermò imbarazzato strofinandosi il dietro del collo «E ovviamente mi sono rispecchiato in uno dei personaggi: sono io uno di quei personaggi» ridacchiò.
«Ummh, già, è vero...» balbettò il conduttore.
Blake sorrise.
Il suo solito sorriso, quanto mi mancava...
«Com'è stata la sua esperienza?» domandò l'uomo.
«Fantastica, mi sono messo all'opera e ce l'ho fatta, anche se devo ammetterlo: senza Cass non sarei mai sopravvissuto...»
«Hai visto i film che sono usciti dopo il libro? Che ne pensa?»
«Mi piacciono, ma non penso che rispecchino molto i fatti»

Le domande continuarono di questo passo.
Le parole di Blake mi rimbombavano in testa, quella sua voce, quanto era cambiata...
Non era diverso solo di aspetto: si notava subito che era cresciuto anche caratterialmente.
Non arrossiva più parlando di se stesso e guardava la gente negli occhi.

Il mattino dopo mi svegliai con la testa sulla tastiera.
Mi guardai allo specchio: mi erano rimasti i segni dei tasti stampati sulla guancia.
Scesi le scale e arrivai in cucina, mia madre era intenta a cucinare.

«Cass, perché hai la guancia a quadretti?» domandò piuttosto divertita.
«Nulla, nulla» risposi coprendomi il volto con la mano.
«Cosa c'è?» mi domandò mia mamma sedendosi sulla sedia accanto alla mia.
«Io...» sospirai «Blake; Mi manca ogni giorno, ma sto bene. Il fatto è che me ne sono fatta una ragione. Ho promesso a me stessa di non piangere, perché odio vedermi piangere e odio stare male. Forse doveva andare così, forse era meglio così...ma non riesco a vivere senza avere notizie di lui...»

E gli raccontai tutto.
Compresa della mia voglia di rivedere Blake.

Il sedicesimo non era l'ultimo capitolo.
Spero che questo vi piaccia, mancano ancora parecchi capitoli alla fine...

Buona giornata💐

-Alessia💗

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