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«Hey, ciao mamma, ciao papà» abbracciai i miei genitori. Improvvisamente una forte luce mi abbagliò: i miei genitori si stavano smaterializzando davanti ai miei occhi, come inghiottiti da quella luce. Una mano mi afferrò il polso, mi girai di scatto e vidi Blake. Stava sorridendo, ma i suoi occhi erano rossi. «Blake, tutto bene?» gli chiesi. Non rispondeva. «Blake» lo chiamai «Blake» ripetei, dai miei occhi scesero due lacrime.
Lo strinsi per le spalle.
Il pavimento di legno su cui ero in piedi era diventata sabbia. «Blake» gridai in lacrime. Ad un tratto lui alzò lo sguardo e...

«Trovati!» mi svegliò una voce sconosciuta.
Aprii gli occhi.
Nulla poteva prepararmi a ciò che avrei visto...
Blake era accanto a me, il pugno era chiuso attorno al manico del martello, l'altro braccio era disteso davanti al mio petto.

Attorno a noi c'erano più o meno una decina di uomini.

Indossavano una specie di gonna fatta di foglie di palma e strani copricapi fatti dello stesso materiale.
Uno di quelli uomini, il più grosso, si avvicinò.
Con una manata fece cadere all'indietro Blake.
Poi mi afferrò per un braccio, alzandomi di alcuni centimetri da terra.
Mi voltai verso l'unica persona a cui tenessi in tutto quell'inferno:
Blake era disteso a terra, la guacia era tutta rossa.
«Blake!» gridai «Blake!»
Non rispondeva.
Iniziai a piangere.
«Lasciami! Lasciami subito! Non vedi che sta male!?» mi ribellai rivolta verso l'uomo che mi stava tenendo ferma.
Ma lui non allentò la presa, anzi, si voltò iniziando ad addentrarsi nella foresta.
Altri due uomini presero Blake e ci seguirono.

Mi ritrovai dentro una specie di tenda.
Non aveva nulla a che fare con la nostra: Era altissima e l'interno era ricoperto con cascate di piccoli fiori rosa.

Ero seduta su una specie di sedia, ricavata da rami e piante intrecciate.
Attorno a me alcune donne dai lunghi capelli neri mi stavano legando una coroncina di fiori sul capo.
«Dov'è Blake?» chiesi fermando per un polso una delle donne.
Lei si toccò l'orecchio e scosse la testa facendomi capire che non conosceva la mia lingua.
«I-Io parlo americano un po' bene» intervenne una ragazza.
Mi sembrava la più giovane tra tutte le altre.
«Blake» dissi «Dov'è?»
«Blake?» chiese.
«Il ragazzo, biondo» mimai lui mentre si sitemava quel suo ciuffo di capelli gialli grano.
La donna annuì.
«Il ragazzo è nella tenda accanto a qui, regina» farfugliò.
«Regi-che?» chiesi incredula.
«Grande capo vuole mettere lei come sposa al suo figlio, lui trova lei molto carina.»

Sgranai gli occhi.
Io? Regina?
Avere un 'regno' sarebbe stato forte ma...con uno sconosciuto?
A quattrordici anni?
Non mi pareva il caso.
Non avrei mai accettato ciò che avevano in mente di farmi diventare.
Volevo solo andarmene.
Mi ero cacciata in un guaio più grande di me...avevo paura, e molta.
La mia priorità in quel momento era Blake.

Ecco, questa è la svolta "fantasiosa" di cui vi parlavo.
Ma nulla di che: durerà ancora pochi capitoli, poi tornerà "normale", tranquilli.
Mi scuso anche per eventuali errori nel corso del capitolo...
Ultimamente non ricevo più commenti, quindi non so se vi stia piacendo la piega che ha preso questo libro...quindi se voleste scrivere come vi sembra ve ne sarei veramente grataa♡
A presto!💕🙌

-Alessia💗

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