5) Ferite.

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"Ehi, aspetta un attimo... " il mio respiro si fa affannoso e le gambe iniziano a cedere, è da più di tre ore che camminiamo senza sosta.

"Che c'è?" si gira verso di me.

"Sono stanca... Riposiamoci un attimo"

Ci sediamo nei pressi dell'albero più vicino. Finalmente un pó di riposo... Non ce la facevo più a camminare.

"Dove stiamo andando? Non mi sembra sia la strada per la casa sull'albero questa" gli chiedo.

"Infatti non stiamo tornando alla casa sull'albero"

"E dove stiamo andando allora?"

"Dobbiamo uscire dalla foresta e arrivare alla città più vicina, è diventato troppo pericoloso qui"

"Ah" giusto, se i soldati continuano ad attaccarci prima o poi ci lasceremo le penne se rimaniamo qui. Non ha tutti i torti. Comunque... saremo davvero al sicuro in città? E se i soldati ci trovassero anche lì?

"So a cosa stai pensando, e ti posso dire che l'unico modo per non farci trovare è continuare a muoversi: non rimanere mai nello stesso posto troppo a lungo" sospira. Sembra molto stanco... Adesso si sta guardando intorno. "Mmmh... Non va bene" diventa pensieroso.

"Ehi... Che fai?!" scatta all'impiedi e mi prende in braccio.

"Non possiamo stare qui, siamo troppo scoperti" fa un lungo balzo e ci ritroviamo sul ramo di un albero vicino, siamo abbastanza in alto, in più siamo coperti dalle foglie. Non dovrebbe vederci nessuno quassù.

"Adesso va meglio" mi lascia andare, mi siedo e penso di aver trovato una posizione abbastanza comoda, quindi non mi muovo, per evitare di perdere l'equilibrio e cadere giù come un sacco di patate.

-

Dopo una luuuunga notte di dormiveglia, ci prepariamo a ripartire. Anche se è ancora l'alba, prima ci incamminiamo meglio è.

"Ehi ehi, aiutami a scendere!" Kaze è già sceso dall'albero, ma io non riesco nemmeno ad alzarmi senza perdere l'equilibrio...

"Oh scusa" salta nuovamente sul ramo, mi prende in braccio e, con un grande balzo siamo di nuovo giù.

Ci incamminiamo. Per strada troviamo un ruscello, ci avviciniamo e ci rinfreschiamo, poi ripartiamo.

"Quanto è distante questa città, esattamente?" scaccio con la mano un ramoscello che mi blocca la strada.

"Non molto, è a circa due ore da qui"

"Uff... Ci vuole ancora un pó allora" ma più che per me, sono preoccupata per lui, è molto pallido e sta sudando. Sembra debole. "Kaze" mi paro davanti a lui. "Stai bene?" lo guardo dritto negli occhi. Come pensavo, non sta affatto bene.

Annuisce. "Possiamo proseguire" la sua voce dice questo ma il suo corpo afferma tutt'altro. Gli tremano le gambe e non riesce a reggersi in piedi... Gli tocco la fronte e noto che ha una temperatura davvero alta.

"Ehi, fermiamoci un attimo" gli dico.

"Non ce n'è bisogno" continua a camminare.

"Fermiamoci un attimo" ripeto, stavolta più convinta. "Siediti"

"Uff..." sembra si sia convinto, finalmente. Mi dà retta e si siede.

Gli sollevo la maglietta (no, non sono una maniaca, lo giuro!).

"Ehi!" sembra sorpreso, ma io lo sono ancora di più.

"Come pensavo... La tua ferita non è ancora guarita!" gli indico la ferita sul suo stomaco. "È molto grave, non dovresti muoverti con tanta leggerezza!"

"Ehi senti, sto benissimo, è solo un graffio" si rialza. "Possiamo cont-" non fa in tempo a finire la frase che le gambe gli cedono e cade. "Ah..." si appoggia a un albero vicino.

"Visto? Te l'ho detto che non stai bene! Per oggi ci fermiamo" mi avvicino per aiutarlo a mettersi in una posizione comoda, poi mi siedo accanto a lui.

-

Sembra si sia addormentato. Lo guardo: è pieno di ferite. Da quando mi ha salvata ogni giorno lo vedo con nuove ferite... Perché mi sta aiutando? Perché sta rischiando la sua vita per salvarmi? Non ha senso... Non posso permettere che qualcuno si faccia così male solo per proteggermi, non posso più rimanere con lui, altrimenti lo metterò ancora di più in pericolo. Devo andarmene.

Approfitto del fatto che lui stia dormendo e mi alzo lentamente, evitando di muovere le foglie e quindi di fare rumore, per non svegliarlo.

"Grazie" mormoro, osservando i lineamenti delicati del suo viso per un'ultima volta. Sorrido. Mi volto e inizio a camminare.

Ma... Che succede? Qualcosa mi afferra di scatto il braccio sinistro. Confusa, mi giro di nuovo verso Kaze... E vedo i suoi occhi puntati su di me: il suo sguardo è più serio che mai e la sua mano tiene ben salda la presa. Non la lascia scappare.

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