Non ho mai visto un'espressione così seria sul suo volto.
"Ehm... " mi sta fissando. "E-ecco... Come posso spiegare... " cerco di evitare il suo sguardo, sono nervosa. "Non voglio metterti ancora di più in pericolo, per questo ho deciso di andarmene... Insomma, sono solo un peso per te e-" Si alza. La pressione che la sua mano provoca sul mio braccio aumenta e vengo spinta verso di lui: mi abbraccia.
Ok adesso sono confusa...
"E-ehi, lasciami" gli dico, invece lui mi stringe ancora di più a sé. Rimaniamo così per almeno un minuto, sono confusa e non so che dire. Devo ritrarmi? Devo rimanere così? Non so che fare...
"Tu..." la sua voce è bassa, un sussurro, e la sua testa appoggiata sulla mia spalla. "...davvero non ti ricordi di me?"
Cosa? Ci siamo già visti? Non capisco...
"Chi... sei?" chiedo esitante.
Kaze molla la presa e mi allontana da lui, le sue mani adesso sono appoggiate alle mie spalle. I suoi occhi sono puntati sui miei.
"Voglio rivederti presto, Fiore" quelle parole, come recitate, mi aprono gli occhi e mi torna in mente l'esatta situazione in cui le ho sentite, nove anni fa.
"Jun... " lo guardo scioccata. "...sei tu?"
Annuisce.
Nello stesso istante in cui pronuncio queste parole, mi viene in mente quel giorno, il giorno del mio nono compleanno... I fiori, le fragole e mio padre, i momenti felici che non torneranno mai più.
Una lacrima mi riga il viso. Penso a mio padre, che mi ha lasciata da poco e non posso fare a meno di nascondere l'amarezza che provo. Una persona che è morta per me, per colpa mia, e non ho potuto fare niente per evitarlo: non deve succedere di nuovo, assolutamente no.
Nonostante la mia vista sia appannata dalle lacrime, che non accennano a fermarsi, noto che la sua espressione adesso si è addolcita. I suoi occhi sembrano guardarmi quasi con tenerezza... O forse è solo pietà. Mi abbraccia di nuovo, stavolta più dolcemente, stavolta lo ricambio. Affondo il viso nella sua maglietta larga e scoppio a singhiozzare: non riesco più a fermarmi, ho perso il controllo delle mie emozioni... Dopo la morte di mio padre non ero mai riuscita ad accettare la realtà, era come se non mi fossi realmente resa conto di quello che era successo... O forse non volevo rendermene conto. Sta di fatto che grazie a Kaze, sono uscita da questo stato di paralisi mentale e ho finalmente accettato la situazione in cui mi trovo. Certo questo non significa che non farò niente per abbandonarla, anzi: sono determinata a scoprire cosa si nasconde dietro a tutto questo e, soprattutto, sono determinata a vivere. Ce la farò.
-
Sono passati ormai venti minuti da quando sono scoppiata in lacrime, adesso siamo seduti sotto l'ombra di una grande quercia.
"Aspetta... Quindi, quando mi hai aiutata la prima volta che ci siamo visti, mi hai riconosciuta?"
Scuote la testa. "A dir la verità, ti conoscevo già da prima"
"In che senso? Che mi conoscevi perché ci siamo incontrati quella volta che ti ho salvato? "
Sorride. "No. Quella volta, dopo che mi hai salvato la vita, ti ero talmente grato che, quando te ne sei andata, ti ho seguita"
"Ehi! Sei un maniaco per caso?" mi ritraggo. Inconsciamente mi ero avvicinata a lui.
Scoppia a ridere. "Non ti spiavo, l'ho fatto per proteggerti: non volevo ti accadesse niente di male. Per questo da quel giorno ti ho sempre tenuta d'occhio e non ti ho mai persa di vista" raccoglie una foglia secca da terra e inizia a osservarla mentre la fa girare fra le dita.
Mi vengono in mente alcuni episodi della mia infanzia. Come quando stavo raccogliendo i fiori nella foresta e un serpente stava per attaccarmi, ma all'improvviso è scappato via. O come quando stavo bevendo dal ruscello e ho perso l'equilibrio: proprio quando stavo per caderci dentro ho sentito qualcosa afferrarmi la schiena e subito dopo mi sono ritrovata sdraiata a terra. Ma all'epoca non facevo molto caso a quegli strani fenomeni... Anche perché in passato avevo visto una persona fluttuare proprio davanti ai miei occhi, quindi non ci prestavo attenzione. E invece avrei dovuto farlo... È stato al mio fianco per tutto questo tempo... Come ho fatto a non accorgermene? Le sue abilità sono davvero straordinarie, non c'è che dire.
"A proposito... Gli Yokai non possono usare la magia, vero? Perché tu invece ci riesci? "
La foglia gli cade dalle mani. Sembra che la mia domanda lo abbia colto alla sprovvista: "Beh... Ecco... " esita. "La situazione è un pò-" il suono di un ramoscello secco che si spezza attira improvvisamente la nostra attenzione. Kaze... Ehm volevo dire Jun, si gira di scatto verso la direzione da cui proviene il suono.
"Dobbiamo andarcene" si alza "è troppo pericoloso qui, siamo stati fermi troppo a lungo" afferra la mia mano e mi fa alzare.
"Andiamo" ci incamminiamo.
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The Green Rose
FantasyE se... un semplice incontro, avvenuto nel passato, potesse cambiare il tuo destino? Hana ha 18 anni. È una ragazza gentile, sensibile e ama la natura. Il padre rappresenta una delle figure più influenti del regno, ma della madre l'unica cosa che sa...