7) Agnes.

22 1 0
                                    

Siamo arrivati ad Agnes, la città più vicina. È pieno di vita qui: bambini che giocano e si rincorrono, carrozze che passano e lunghe file di persone davanti ai negozi, è una vista meravigliosa. Così tanta vitalità!

"Vieni con me" Jun mi prende la mano e inizia a camminare.

"Dove stiamo andando?" procediamo a passo lento, come se si trattasse di una passeggiata. Mentre camminiamo osservo i negozi e la gente che ci passa di lato.

"Eccoci" ci fermiamo davanti a un negozio di abbigliamento. Si gira verso di me, è eccitato quanto un bambino davanti a un negozio di caramelle. "Entriamo"

"Per caso, sei già stato qui?" sembra come se conoscesse già la città.

Annuisce. "Ci venivo con mio padre, quando ero piccolo" il suo sguardo diventa pensieroso "sembra che questo posto non sia cambiato affatto" varca la soglia e io lo seguo.

"Jun! Da quanto tempo... Sei cresciuto tanto!" il tipo alla cassa lo abbraccia. "Come sta tuo padre? È da molto che non lo vedo"

Un momento di silenzio da parte di Jun, il suo volto si rabbuia.

"Ah" il tipo si è probabilmente accorto del disagio che si era creato fra loro e decide di interrompere il silenzio "abbiamo tanti articoli nuovi, vuoi dargli un'occhiata?"

"Mi piacerebbe"

"Vieni con me"

"Non per me, ma per lei" Jun si gira e mi indica con il dito. Probabilmente il signore non si era accorto di me perché sono stata ferma tutto il tempo sulla soglia, dietro Jun.

"Oh! Entra, entra pure!" adesso che lo guardo meglio mi accorgo che si tratta di una persona anziana, dall'aspetto semplice e umile: potrebbe essere suo nonno.

"Lei è Hana" Jun inizia le presentazioni. "Hana, questo signore è un vecchio amico di mio padre, mi conosce da quando avevo sette anni"

Terminate le presentazioni, l'anziano ci porta in una stanza piena di vestiti femminili.

"Se avete bisogno, chiamate pure!" se ne va.

Dò uno sguardo intorno mentre Jun analizza attentamente i vestiti uno per uno.

"Prova questo" mi porge un abito color pesca a maniche lunghe che arriva fino alle ginocchia.

"Non ho bisogno di vestiti"

"Sicura? Vieni qua" mi indica la posizione  di fianco a lui, proprio davanti allo specchio.

Mi avvicino.

"Guarda" indica lo specchio.

Mi giro verso lo specchio e mi rendo conto che in effetti avrei bisogno di altri vestiti perché i miei sono ricoperti di terra e fango. Quindi decido di arrendermi: prendo il vestito e vado in camerino.

"Che ne pensi?" sono uscita dal camerino. Faccio una giravolta e la gonna del vestito svolazza.

Annuisce. "Mi piace"

Scoppio a ridere.

"Che c'è?"

"Niente" mi asciugo una lacrima, "è solo che sembri quasi uno stilista"

Mi guarda storto. "Puoi tenerlo, non se ne parla che te ne vai in giro con quei vestiti, saresti troppo sospetta e daresti troppo nell'occhio"

Detto questo, si dirige alla cassa, compra il vestito e usciamo. Ma, stranamente, c'è troppo caos...

"Cosa succede qui?" mi guardo intorno per cercare di capirci qualcosa.

"Fate largo!" un gruppo di persone sta per travolgermi, ma Jun afferra il mio braccio e mi fa spostare in tempo.

"Chi sono quei tipi?!" la situazione è strana. "Sta arrivando qualcun altro!" indico a Jun la figura che si avvicina a passo rapido.

Ci passa davanti. È un uomo? No, una donna! Ha un vestito largo e scuro, come quelli da ninja e capelli castani lunghi e lisci, legati in una coda. Metà viso è coperta da una mascherina nera.

"Andiamo" Jun si incammina e io lo seguo, dopo aver lanciato un'ultima occhiata verso la direzione in cui il gruppo di uomini e la donna ninja si sono affrettati, anche se adesso non si vedono più.

-

Siamo arrivati davanti a una piccola casetta.

"Qui è dove alloggeremo per un paio di giorni, è la casa che io e mio padre usavamo quando venivamo in città" continua "è molto accogliente quindi penso ti piacerà"

Entriamo in casa: è vero, nonostante sia piccola è comunque accogliente. Le pareti sono rivestite di carta da parati beige e il pavimento è in parquet scuro. Le due finestre sono abbastanza grandi e la luce che entra illumina gli interni. Dalle due porte che si trovano sulla parete opposta rispetto alla porta principale, si può accedere a due stanzette, dotate ciascuna di un lettino, un armadio e un caminetto. È proprio una bella casetta.

-

È sera ormai, il sole è tamontato e inizia a fare freddino. Esco dalla mia stanza e noto che la porta esterna è aperta. Mi avvicino e sento qualcuno che parla: mi affaccio leggermente. È Jun... Sta parlando con qualcuno. Ah ma è la donna ninja! Cosa mai si staranno dicendo così segretamente? Parlano pure a bassa voce...

Sembra abbiano appena finito, si salutano con un cenno della mano. Mi allontano dalla porta e vado a sedermi in fretta sul divano.

"Chi era?" chiedo, anche se lo so già.

"Nessuno di particolarmente importante" si ferma sulla soglia, a braccia conserte.

"È successo qualcosa?"

Scuote la testa "ho solo chiesto informazioni riguardo quello che è successo oggi, niente di più" la sua espressione è seria e i suoi occhi mi stanno fissando. "Adesso vai a dormire, hai bisogno di riposo"

"Tu più di me. Mi raccomando, dormi un pò e non stare sveglio tutta la notte" lo saluto con un cenno del capo e vado nella mia stanza, mi butto sul letto e il sonno prende il sopravvento.

The Green RoseDove le storie prendono vita. Scoprilo ora