20) Infanzia.

7 0 0
                                    

Chiudo gli occhi. Il calore delle sue labbra sulle mie mi fa sentire strana, su di giri, ma allo stesso tempo... Calma. Mi sento come se fossi a casa. Il bacio dura per qualche secondo, dopodiché riprendo il controllo del mio corpo e mi ritraggo.

Abbasso lo sguardo. Mi brucia la faccia, devo essere rossa come un peperone in questo momento...

"Tu... Sei davvero stupida!"

"B-beh, scusa se non sono molto sveglia!" alzo lo sguardo e appena incrocio il suo, lo distolgo.

È il mio primo bacio...

"Ehi, mi stai ascoltando?"

"Cosa?"

"Non ti odio, capito? Non ti odio affatto"

"Anche se sono una fata?" alzo lo sguardo verso di lui. Stavolta non lo distolgo.

"Prima di essere una fata, sei Hana. Questo è quello che conta. La tua natura viene dopo. Non ho mai nemmeno pensato di odiarti, e ho iniziato a preoccuparmi quando ho visto che mi stavi evitando, pensavo di aver fatto qualcosa di sbagliato..." lancia un sospiro di sollievo. Ehi, non decidere mai più di allontanarti da me senza il mio permesso, capito?"

Mi asciugo le lacrime con la manica del vestito. Annuisco.

"Brava!" mi sorride. Si gira e fa per andarsene ma poi ci ripensa e si volta di nuovo verso di me. Sembra confuso, rimane fermo per qualche istante pensando a qualcosa, dopodiché mi raggiunge e mi abbraccia.

"Sono serio. Non farlo mai più, ok?" mi accarezza i capelli.

"Ok"

"Mai più"

Annuisco.

"Mai mai mai più. Mai"

Annuisco ancora, debolmente. Jun è molto più alto di me e le sue braccia mi avvolgono completamente. Una sensazione di sicurezza mi assale e la stanchezza si impadronisce del mio corpo. Dentro il suo caldo abbraccio, le mie palpebre si fanno pesanti e, dopo una notte insonne, riesco finalmente ad addormentarmi.

Apro gli occhi, è mattina presto. Mi guardo intorno e mi accorgo di essere sdraiata sul mio sacco a pelo... Deve avermici portato Jun. Che vergogna, mi sono addormentata mentre mi parlava! Ma ancora più importante: come devo comportarmi nei suoi confronti dopo quello che è successo ieri? La scena del bacio mi torna in mente.

Aaaaah! Cosa devo fare?

"Giorno!" qualcuno mi abbraccia da dietro.

"Aaah!" mi ritraggo e mi volto di scatto. "Jun..."

"Hai dormito bene?" mi sta sorridendo. Non capisco se mi stia prendendo in giro...

Si inginocchia. I nostri sguardi sono alla stessa altezza adesso. "Sembra di si" piega la testa da un lato e mi fissa.

"S-scusa"

"Di cosa? Del fatto che ti sei addormentata praticamente fra le mie braccia, mentre ti parlavo, o del fatto che ti ho dovuta portare fino a qua, affaticando le mie povere articolazioni e torturando le mie orecchie perché russavi?"

"Ehi! Sono leggerissima, e non russo!"

"Stavo scherzando, non prendertela" ride. "Ti ho portata a letto stile principessa, cosa vuoi di più?"

Arrossisco. Stile principessa ha detto. Sto per esplodere.

"Sei tutta rossa, che carina!"

"Non prendermi in giro!"

"Ehi, cos'è tutto questo baccano? C'è gente che cerca di dormire qui" Shin sbadiglia. "Ehi tu! Cosa stai cercando di fare alla mia sorellina?!"

Jun ritrae di scatto la mano che, inconsciamente aveva poggiato sulla mia testa.

"Ehm..." mi schiarisco la gola. "Niente, non sta facendo niente"

"Già" Jun si alza.

Shin ci lancia uno sguardo sospettoso.

"È il mio turno adesso, puoi andare a dormire"

Jun accoglie il suo invito e si sdraia sul 'comodo' letto di foglie che aveva preparato.

"Buonanotte"

"Jun... Puoi dormire sul mio sacco se vuoi"

...

"Jun" mi giro verso di lui e mi accorgo che si è già addormentato. "Fa niente" faccio spallucce.

Mi alzo per sgranchirmi le gambe e, quando passo di lato a Shin, mi afferra per il braccio.

"Che c'è?"

Mi fa cenno di sedersi accanto a lui, cosa che faccio subito dopo.

"Il villaggio più vicino, in cui alloggeremo per qualche giorno, si chiama Lian. Ci sono già stato un paio di volte"

"Mmmh... Quindi?"

"Niente" mi guarda.

"Che c'è ancora?" gli chiedo confusa.

Mi abbraccia e mi scompiglia i capelli.

"Ehi!"

"Non perdere mai il sorriso, ok? Non importa cosa ti dicono gli altri. Non lasciarti sopraffare dalle emozioni negative"

"Ok..." ma perché me lo sta dicendo?

Molla la presa. Sorride, ha lo sguardo rivolto verso il basso.

"Sai..." inizia a raccontare. "Quand'ero piccolo, ero un bambino vivace e solare ed ero convinto che il mondo fosse un posto bellissimo e la vita fosse qualcosa di scontato. Avevo tutto: casa, famiglia e soldi, l'unica cosa che mi mancava erano... gli amici. Per colpa del colore dei miei capelli, la gente intorno a me sapeva che ero una fata, per questo ero sempre solo e nessuno voleva giocare con me... Ma le persone non solo mi evitavano, arrivavano perfino a prendermi in giro e picchiarmi: ero sicuro solo a casa"

Mentre racconta la sua storia, mi rendo conto che per me è stato lo stesso, la mia infanzia l'ho passata nel bosco, da sola. Nessuno voleva stare con me e la gente mi derideva, mi disprezzava e mi giudicava... E tutto questo semplicemente a causa del colore dei miei capelli. Ora capisco perché mi odiavano tanto, avevano paura di me. Ma io ero solo una bambina... Cosa potevo fargli?

"Ma presto, mi è stato tolto anche quello" ricomincia. "Un giorno, qualche mese dopo che sei nata tu, quando avevo sei anni, i soldati hanno fatto irruzione e hanno rapito la mamma, mentre io sono riuscito a scappare..."

"Hanno preso la mamma?!"

Annuisce. "Da quel giorno, non l'ho più sentita. Non so che fine abbia fatto, ma voglio trovarla. Sono convinto sia ancora viva" i suoi occhi si posano di nuovo su di me. "Sono riuscito a sopravvivere grazie a un vecchio monaco che mi ha accolto e cresciuto per quattro anni, dopodiché ho iniziato a viaggiare da solo. Molto tempo dopo, sono venuto a sapere che c'era stato un nuovo attacco da parte dei soldati... Era rivolto a te. Avevano capito che anche tu eri una fata. Non volevo assolutamente perdere anche te, come è successo con la mamma, per questo ho deciso che ti avrei trovata e protetta, a qualunque costo".

"Shin"

"Cosa?"

Lo abbraccio.

"E-ehi..."

"Non sei più solo. Ci sono io con te, adesso"

Mi viene in mente quando, da piccola, passeggiavo per strada e la gente iniziava a gridarmi "animale" o "essere inutile" e mi guardava come se fossi un insetto da schiacciare. Io ho avuto mio padre, ma lui... Ha vissuto da solo per tutto questo tempo...

Mi guardo intorno. I miei occhi si posano su Jun, poi Hyun Su, Emi e infine su di lui.

"Prima o poi, arriverà qualcuno che ti accetterà per quello che sei, bisogna solo aspettare. Se si ha pazienza, le cose belle arriveranno. Anche per noi" gli sorrido.

Un attimo di silenzio, lo sento tremare.

"Grazie..." inizia a piangere. "Grazie." mi abbraccia forte, in preda ai singhiozzi.

The Green RoseDove le storie prendono vita. Scoprilo ora