Prologo.
-Non dirmi che sei stato tutto il giorno davanti alla TV, Al. Non va assolutamente bene così.-
Ruth sapeva già che le sue parole sarebbero state inutili, ancor prima di aprir bocca.
Erano ormai settimane che cercava di sistemare le cose per tornare ad essere la coppia felice e innamorata di un tempo, ma da parte di Álvaro, sembrava non esserci la stessa intenzione.
In quel ragazzo con la barba incolta, seduto davanti al divano con una bottiglia di birra in mano, non riusciva più ad intravedere, nemmeno sforzandosi, il ragazzo di cui si era innamorata.
Non che non provasse più nulla per lui, ma semplicemente Álvaro era cambiato così all'improvviso, da farle dubitare di molte cose, tra cui la stabilità della loro relazione.-Siediti e mangia un po' di patatine, dai.- Il ragazzo si rivolse a lei con voce piatta e priva di emozione, senza staccare nemmeno per un secondo gli occhi dalla televisione.
Ruth, però, era terribilmente stanca.
Quella situazione la stava massacrando, e diventava sempre più difficile far finta che non stesse succedendo una catastrofe.-Non ne ho voglia.- Borbottó la ragazza, appoggiando la borsa sul tavolo, ed incrociando le braccia sotto il senso.
-Ci sono i pop corn, se preferisci.-
Il viso di Ruth si aprì in una smorfia infastidita.
Stavolta, però, non le andava di cedere e sedersi di fianco a lui, con un sacchetto di pop corn sulle gambe, mentre tratteneva a stento la rabbia.
-Non ho voglia di popcorn o di patatine. Smettila, Soler!-
Sbottó con voce acuta, la brasiliana.
Álvaro si fermó con la bottiglia di birra, a mezz'aria, e finalmente si girò a guardare la ragazza.
-Okay, non hai voglia di mangiare. Ho capito.-
Non sembrava affatto convinto, Al.
Si era reso conto che in quel periodo Ruth era molto nervosa, ma era certo che quello fosse un momento passeggero. La sua confusione, però, era impressa in quella ruga che gli solcava la fronte.-Smettila, sono stanca di questa situazione!- Ruth alzò la voce, furiosa.
Il suo viso era chiazzato, e Al sapeva bene che ciò accadeva solo quando la ragazza era davvero in collera. Ed erano davvero rari quei momenti. Ruth era una ragazza costantemente allegra, poco incline ad attacchi d'ira.
Fece un profondo respiro, e abbassó il volume della televisione. -Che c'è?-Si accorse subito di aver detto qualcosa di sbagliato, perché gli occhi di Ruth si socchiusero in due fessure minacciose.
-Hai pure il coraggio di chiedermi cosa succede?- Ruth fece un sorriso triste. -Ti rendi conto che stai lasciando che la tua vita prenda una piega completamente sbagliata? Non ho intenzione di crollare con te.
Cento lame affilate gli avrebbero fatto meno male.
Álvaro si alzó in piedi con uno scatto, e scosse la testa, sbigottito. -Io non ho niente che non va, Ruth.-
E forse, quella frase aveva più lo scopo di convincere più se' stesso che la ragazza.La brasiliana scoppió in una risata amara.
Quella frase era assolutamente la più stupida che lei avesse mai sentito. -Sei serio? Che fine ha fatto il ragazzo che amava viaggiare e che aveva sempre un sorriso impresso sul volto? Io mi ero innamorata di lui, non di un ragazzo che passa tutto il pomeriggio a guardare i simpson o le repliche di Masterchef e che ha perso la voglia di vivere.-Si dice che quando esplodi, poi ti senti libero e in pace con te stesso, ma ciò non sembrava essere il caso di Ruth.
La ragazza si sentì in colpa, subito dopo aver pronunciato quelle parole.-Non ho perso la voglia di vivere. Non dire idiozie.- Sussurró lo spagnolo, con voce ferma.
Quel fiume di parole da parte di Ruth lo aveva destabilizzato. Era bastato quello a dargli la certezza più assoluta che fosse la ragazza il problema. Doveva assolutamente avere qualche preoccupazione, che la portasse a prendersi il lusso di sfogarsi in quel modo così inappropriato con lui. -Sei sicura di stare bene? Ti vedo nervosa. Hai il ciclo?- Scherzó lui, alzando il volume della televisione. Per lui, quella discussione era una cosa da nulla. Sapeva già che dopo dieci minuti la ragazza si sarebbe scusata, e che lui l'avrebbe perdonata senza problemi. Alla fine, stavano insieme da più di due anni, si erano conosciuti ad un karaoke in un bar rinomato di Barcellona, dove era subito scoccata la scintilla.Ruth, però, non ci vide più.
Non ci pensó su due volte e prese dall'attaccapanni la giacca di pelle, poi raccattó la borsa dal tavolo e le chiavi della macchina. Per quanto lo facesse a malincuore, per una volta doveva pensare a se' stessa.
Non c'era più niente da fare per Álvaro, lui era l'unico artefice del suo destino.-Vai a quel paese, Álvaro. È l'ora di aprire gli occhi, guardati attorno! Io non posso più aiutarti, sono davvero stufa.- Aprì le braccia, come per indicargli lo stato pietoso in cui era messo l'appartamento.
C'era un tale disordine! Bottiglie, pacchetti vuoti di cibo e i piatti sporchi nel lavandino erano all'ordine del giorno. Un posto quasi invivibile. -Non provare a cercarmi, io so badare a me stessa.E con quella frase, Ruth Vieira Da Silva uscì dalla vita di Álvaro.
Forse, per sempre.
O forse no.Mi corazón
ya no habla de amor
es por ti que hay dolor
es por ti mi corazón
pero además
no vas a volver jamás
te dedico esta canción
es por ti mi corazónSpazio autrice.
Avevo deciso di non scrivere storie per tutto l'anno scolastico, ma proprio non ci riesco.
Scriverò questa storia durante i momenti morti, e non vi prometto degli aggiornamenti settimanali. Sono in quinta, e la mia priorità è la maturità.
Detto questo, spero che la storia vi piaccia.
Rebs xx
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Esperándote.
FanfictionÁlvaro Soler è un cantante affermato, che ogni anno si premura di far uscire un tormentone estivo da farci prima amare, e poi odiare per averlo sentito eccessivamente. Ma a volte, la notorietà non è poi così positiva, può dare alla testa. Per questo...