Stavo guidando come un matto, ne ero consapevole. Rischiavo sicuramente di schiantarmi o di fare un incidente, ed ero consapevole anche di quello. Sapevo anche che dovevo assolutamente trovare Behati prima che facesse qualche idiozia.
-Álvaro, per cortesia, ascoltami.- Ruth non aveva voluto sentire ragioni. Appena le avevo detto cosa fosse successo, era salita in macchina al mio fianco.
Non potevo dirle nulla, tempi addietro avevo fatto lo stesso.-Mmh?- Le dissi, senza staccare il piede dall'acceleratore e dalla strada.
-Che problema ha Behati?- Mi chiede la ragazza, e io storsi il labbro.
Aveva scelto il momento meno opportuno per farmi quella domanda.-Beha non ha nessun problema, ha solo una memoria un po' debole. È per questo che sono preoccupato da morire.- Affermai non rispondendo del tutto alla sua domande e passando un semaforo con il rosso.
Con la coda dell'occhio, vidi Ruth sbarrare gli occhi, per questo decisi di rallentare un pochino.-Tu sei preoccupato perché le vuoi bene, è diverso.- Mi corresse lei, appoggiando la mano sopra la mia, che stava immobile sul cambio marce.
-Anche.- Affermai, con una scrollate di spalle. -Ora tocca a me farti una domanda.
Lei fece uno strano sorriso, per poi annuire. Lo facevamo spesso quel gioco delle domande, senza nessuna regola. Eccetto una.
Potevamo saltare solo una domanda scomoda, una soltanto.-Perché ti sei messa a ridere istericamente, durante la cena?- Lei sospiró, stiracchiandosi sul sedile della macchina.
Buttai per un secondo lo sguardo fuori dal finestrino, e assistetti ad una scena esilarante.
Un bambino seduto sul sedile posteriore della macchina accanto a noi in coda, ci guardava con gli occhi sgranati, avendoci riconosciuti.
Gli sorrisi e lo salutai con la mano, prima di ripartire velocemente.Ruth sembró prendere tempo.
Restó qualche secondo in silenzio, per poi aprire bocca. -Io la salto.-Come le salti? Da quando Ruth Da Viera Silva si prende il lusso di fare la codarda?
Ruth si irrigidì, stringendo i denti.
Sapevo di averla colpita, conoscevo bene quella sua espressione.
La brasiliana non era una ragazza semplice, aveva un sacco di problemi ma nonostante ciò non si arrendeva mai.
Il suo problema principale era la difficoltà che riscontrava nel lasciarsi andare del tutto, come Behati. Su quello erano molto simili, due ragazze con un carattere molto forte.
La mia ex veniva da una famiglia povera, suo padre era brasiliano di un paese vicino a San Paolo e sua madre era metà brasiliana di Fortaleza e metà italiana, precisamente di Lucca.
Ruth aveva cominciato a lavorare all'età dei quindici anni in una fabbrica, nell'orario serale, e aveva dovuto lasciare la musica e la danza.
Aveva perso il padre verso i diciassette, promettendogli che avrebbe fatto di tutto per ricominciare a coltivare le sue passioni. Nel frattempo, aveva dovuto vedersela con la famiglia allo sbando che contava soprattutto su di lei. Sua madre era depressa, il fratello minore aveva cominciato ad andare in brutte compagnie e il fratello maggiore aveva difficoltà con il lavoro.
Grazie a Neymar, aveva frequentato tre anni di università e aveva ricominciato a fare musica, pubblicando video su you tube.
Il successo era venuto dopo, quasi soffocandola poiché non era molto abituata a tutta quella notorietà.
Fortunatamente era riuscita a gestirla alla grande, nonostante i vari acciacchi di salute, ma il problema che le rimaneva era la difficoltà di non poter essere sempre disponibile per la famiglia, che andava avanti soprattutto grazie a lei.
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Esperándote.
FanfictionÁlvaro Soler è un cantante affermato, che ogni anno si premura di far uscire un tormentone estivo da farci prima amare, e poi odiare per averlo sentito eccessivamente. Ma a volte, la notorietà non è poi così positiva, può dare alla testa. Per questo...