Cuando volverás.

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-Uno, due, tre...cheese!- E così scattammo la foto all'interno della macchinetta.
Avevamo assunto l'espressioni più stupide possibili, e quando mi soffermai a vedere le due foto stampate, scoppiai a ridere.
Lei aveva gli occhi storti e la lingua di fuori, io avevo gli occhi spalancati e la bocca semi aperta da vero idiota.
Se possibile, eravamo ridicoli ma allo stesso tempo c'era del tenero.

Presi la mia foto e la misi nel portafoglio, promettendo a me stesso di portarla sempre con me.

-E quindi, stai partendo, torni in Brasile.- Affermai, e le mie parole mi sembrarono così stupide appena le ebbi pronunciate. Era ovvio che stesse partendo, eravamo in aeroporto e lei aveva con se' una valigia azzurra voluminosa.
I suoi occhi si fecero tristi, mentre prendeva la maniglia della sua valigia dalle mie mani. Avevo insistito nel portargliela.

-Al, è meglio così. Ne ho bisogno.- Disse Ruth, con un piccolo sorriso di incoraggiamento sul volto.
Non sapevo come comportarmi, nonostante sapessi che poteva concedermi solamente altri due minuti.
-Rimettiti, okay? Goditi la tranquillità anche per me e goditi l'oceano.- Decisi di essere più trattenuto possibile, mentre l'abbracciavo forte. L'ultima volta che lo avrei fatto. L'ultima volta che avrei annusato il suo profumo inebriante. L'ultima volta che l'avrei vista.

-Certo, ci sentiamo.- Mi disse, e mi sembró quasi sull'orlo di piangere. Mi diede un bacio sulla guancia, e dopo un breve sguardo si allontanò.
Quando mi aveva detto che era intenzionata a tornare a casa sua, a Fortaleza, per ritrovare la sua pace interiore, io non avevo saputo dire molto.
Sapevo che era stata dura per lei lasciare Neymar, erano stati molto amici prima di fidanzarsi ufficialmente.
Si erano conosciuti da piccini, quando lei si era trasferita a Mogi das Cruez, e da quanto mi aveva detto, lui era stato il primo a voler stringere amicizia con lei.
Quella loro separazione dopo anni e anni, era stata dura da digerire per Ruth.
Potevo capire la sua voglia di tornare nella sua città di origine, dalla sua famiglia.

-Álvaro?- Mi richiamó lei, con il cuore che mi batteva forte nel petto.

-Si?-
Sembrava dovesse dirmi qualcosa di importante, e infatti...

-Io la tua felpa me la tengo.- Affermó lei, ed ero certo che non fosse quella la cosa che avrebbe voluto dirmi.
Io mandai giú a fatica la delusione, e le alzai i pollici in modo affermativo.
Quanto avrei voluto sentirle che le sarei mancato, che non avrebbe fatto altro che pensarmi e che aveva una cotta segreta per me, ed era per questo motivo per cui aveva lasciato il suo ex. E soprattutto, desideravo sentirle dire che sperava che io in qualche modo le facessi cambiare idea del viaggio in Brasile, magari con una serenata in mezzo all'aeroporto.
Non sentii altre parole da parte di Ruth, perché lei si girò e di corsa andò a prendere l'aereo.
E fu solo quando tornai a casa che trovai un bigliettino sul tavolo.
'Se non fosse che ho scelto di amare la persona sbagliata, probabilmente mi sarebbe piaciuto innamorarmi di te'

Mi accasciai al suolo, e prontamente presi il telefono.

'Il problema è che io, di te, mi sono già innamorato'

Lo inviai, e naturalmente, non ricevetti nessuna risposta.

Como te voy a decir
me duele la distancia, solo quiero estar
perdido en tus abrazos en qualquier lugar
¿Cuándo volverás?
{Cuando volverás; Álvaro Soler}

-Behati, dovresti farmi sentire come canti.- Le dissi, con un cenno della mano.
La ragazza mi guardò come se fossi matto, ed ero quasi certo che non fosse molto convinta di volerlo fare.
Dovevo capire le varie foto di ciascun ragazzo se dovevo organizzare un mini concerto.
Avevo così poco tempo!

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